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《Amelia》mi chiama il Re, ha un tempismo perfetto devo dire, giusto il tempo di poter fare uno "scherzetto" 《Chi era quello con cui hai ballato?》domanda cercando di trattenere malamente un ringhio.

《Ha detto di chiamarsi Severius e di venire da un branco al nord della Russia, è un intruso, sono fermamente convinta che non sia né un lupo né un umano》rispondo, mentre ci spostiamo in un luogo più appartato.

《Ho mandato dei uomini a cercarlo, mentre lo fanno...》si interrompe guardandosi intorno, poi si abbassa per avvicinare il suo viso al mio 《Non avrei dovuto assecondarti e prenderti questo vestito. Hai troppi maliziosi occhi addosso e già so cosa pensano di farti》sussurra per non farsi sentire, da quale pulpito la predica.

《Non sarà che siete geloso, sua maestà》dico, per poi avvicinarmi al tavolino delle bevande e prendendo l'ennesimo calice, spero che almeno questo riesca a finirlo. Torno da Andras, porgendogli un bicchiere, ne ho preso uno anche per lui, sono stata gentile.

Come se fossimo due ladri, usciamo di nascosto dal tendone, fuori il pianale di legno continua per almeno dieci metri di larghezza e non so quanto di lunghezza, per tutto il perimetro. Andiamo all'angolo più buio, mi appoggio alla ringhiera, guardando il cielo, si vedono tutte le costellazioni.

《Si, lo ammetto un po' sono geloso. Perché le cose che loro vogliono farti, sono quelle che ti farei anch'io, ma ammetto pure che non sto pensando a te solo in quel modo》confessa regendosi alla ringhiera e bloccandomi tra le sue braccia.

Mi giro verso di lui, non capendo cosa intenda, si alza la maschera e toglie la mia tirando il fiocchetto. Mi guarda nei occhi, ha uno sguardo dolce, posa una mano sulla guancia che accarezza con il pollice e infine mi bacia, senza malizia o desiderio.

Quando si stacca, sorride e io sono in imbarazzo e difficoltà 《Andras, io...》cerco di dire, ma lui mi ferma alzando la mano, sta parlando telepaticamente con qualcuno. 《Aspettami qui, torno subito》dice, correndo dentro.

Spero che mi sbagli, non può provare qualcosa per me, non voglio essere l'amante di qualcuno in eterno. Pensa che gli piaccia, ma sarà solo desiderio, lo farò ragionare, inoltre sono l'unica concubina che non può andarsene facilmente e normale che si leghi di più a me.

Se trovasse una quarta, magari umana, almeno che non esistesse un'altra della mia specie, lo capirebbe. Oppure devo spingerlo verso Victoria, ma mettergli pressione gli ha fatto trovare tre amanti non penso sia la tecnica migliore.

Mi stringo tra le braccia, mentre guardo lo spicchio di luna, fa freddo, ho la pelle d'oca, se non torna fra due minuti me ne vado e gli parlerò più tardi in camera, forse è meglio, a parte Enrico, ho la certezza che nessuno possa sentirci. Ha un trono da mantenere, non può avere debolezze o scandali come il rendere pubblico la nostra relazione.

Finisco lo spumante in un solo sorso e appoggio il bicchiere a terra. Prendo l'astuccio dalla tasca del vestito, da cui estraggo la pipa, metto il tabacco, faccio apparire una piccola fiammella sull'indice e l'accendo. Le comodità di essere un accendino vivente, non ti devi preoccupare quando non ce l'hai o che qualcuno te lo rubi.

Prendo delle boccate ed espiro creando, molto orgogliosa, due ciambelle di fumo. 《Moye zvezda, continua a stupirmi, come può una così graziosa fanciulla fumare la pipa?》chiede un uomo che riconosco subito, poggiandomi la giacca sopra le spalle in cui mi stringo immediatamente.

Non è calda, sembra appena presa dall'armadio, come se lui non fosse un essere vivente. 《La sua giacca saprà di tabacco》lo avverto, mentre si appoggia con la schiena alla ringhiera affianco a me 《Non soffro il freddo e non rischio di prendere un'influenza, lei si. Quella donna ubriaca che balla in mezzo alla pista, urlando cose assurde e che ha mostrato le sue grazie davanti a tutti. È per caso opera sua?》

《Oh no, come potrei mai》dico ironica, enfatizzando il tono smielato e la fintissima espressione dispiaciuta, ecco perché hanno chiamato Andras. 《Lei è una donna da non sfidare, ma è una fedele alleata, ho visto che siete andata ad avertire il Re della mia ingratita presenza》

《Sà com'è un vampiro nel territorio nemico, non si vede tutti i giorni. Se è alleanze quello che cercate, avete sbagliato persona, ho troppo da perdere e poco da guadagnare》dico continuando a fumare tranquillamente, mentre la giacca mi sta iniziando a riscaldare un po'.

《Si, è vero cercavo alleanze, ma non me ne faccia una colpa, ho degli interessi da tutelare. Ma a parte ciò...》mi prende delicatamente il viso e lo alza in modo da potermi guardare per bene 《ho trovato una stella rara, più splendente delle altre e che merita tutte le mie attenzioni》passano secondi interminabili, in cui ci guardiamo nei occhi, per poi liberarmi dalla sua presa.

In un battito di ciglia, non è più al mio fianco, bensì dietro di me e mi stringe le spalle《Spero che la Dea Luna ci faccia incontrare, ma così non fosse》mette qualcosa nella mia mano《Le ricordo che mi deve ancora un ballo》sussurra, mi dà un bacio sulla guancia e scompare nel nulla.

Apro la mano e trovo un biglietto, di carta giallastra semi trasparente, la metto contro luce e con quella poca che filtra, mostrò la scritta "Brucialo per chiamarmi" uno modo, un po' strano per contattare qualcuno. Lo nascondo in tasca e finisco di fumare, per fortuna mi ha lasciato la giacca.

Qualcosa mi strappa la giacca, è il gelo mi attraversa la pelle, Andras è tornato e sempre tutto purché felice. Annusa l'indumento, poi ringhia, furioso, tanto che forse sto iniziando a tremare di paura e non più di freddo.

Angolo Autrice
Buona Pasqua a tutti! Io ho perso il senso del tempo e neanche mi ero resa conto che giorno fosse! Spero che anche se in quarantena, sia un bel giorno per voi e se così non fosse, ho pensato di pubblicare lo stesso il capitolo per alleggerirvi la giornata.😘

La Concubina Dell'AlfaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora