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Avevi bisogno di prendere una boccata d'aria fresca

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Avevi bisogno di prendere una boccata d'aria fresca.

Tua sorella ti aveva mandato in pappa il cervello. Ti dispiaceva vederla arrendersi così facilmente,non era una persona combattiva,ma ti dispiaceva di più il fatto che parole come quello le uscissero dalla bocca:"mi sento bene...perchè penso di saper fare qualcosa che rende gli altri felici,capisci?". Stupida,stupida Sannie! Non fai altro che dire stupidaggini ogni volta che apri bocca!

Calpesti involontariamente una lattina di coca-cola provocando un gran casino.

Menomale che era sera e che tutti erano nelle proprie case a cenare.

Tu ,invece,eri sola in mezzo alla strada e non badavi alle parolacce e bestemmie che gli automobilisti ti urlavano,troppo persa com'eri a sgridare mentalmente tua sorella.

Hai sedici anni mentre lei diciotto però tu sembravi la più grande,e nonostante tutto sentivi di essere più matura di quell'idiota di tua sorella. Passasti un'ora camminado per le strade e insultando pesantemente tua sorella.

Certo era che dovevi restarle accanto,ma era anche vero che lei doveva pure svegliarsi. Non poteva sempre essere la Bella Addormentata che aspetta il principe azzuro!Sarebbero sul serio passati cento anni!

Avevi camminato così tanto che eri arrivata ad una delle strade principali più importanti di Seoul: Myong-Dong.

Ti guardasti un po' spaesata visto che c'eri stata poche volte e visto che era stracolmo di stranieri e non. Per sì e per no,decidesti di fare un breve giro e,vedendo persone che mangiavano ai fast food,sentisti il tuo stomaco brontolare.

Sì,avevi proprio fame.

Non avevi né fatto merenda né cenato quindi era più che logico che avessi fame. Apristi la borsa per controllare se il tuo portafoglio avesse qualche won sparso.

Assolutamente niente,tanto che immaginasti una mosca volare fuori da esso. Sbuffasti.

Non solo il racconto di tua sorella ti aveva resa nervosa,ma il portafoglio pure non scherzava. Avresti potuto controllarlo prima di uscire da casa,ma non ci avevi pensato.

Ti sedesti su una panchina dove nessuno si era ancora accomodato e prendesti il tuo telefono per vedere chi ti avesse scritto. Spalancasti gli occhi notando trentacinque messaggi da tua sorella e tredici chiamate. Il telefono squillò di nuovo e tu ,anche se di malavoglia,rispondesti. 

-Che vuoi?- -Come che voglio?(T/N) è tardissimo! Ritorna a casa e mangiamo qualcosa. Ne discutiamo come due persone mature,ok?- . Sentisti il sangue ribollire nelle vene.

-No che non è ok!- Ti alzasti dalla sedia,alzando il tono della voce. -Tu non capisci che sei proprio tu l'immatura che non ha le palle di dire "no" alla situazione di merda in cui ti ritrovi! Io sono pure un'immatura a lasciarti parlare quando da quella tua bocca escono solo frasi che non pensi veramente!-

Molta gente si girò verso di te,attirata dalle tue forti urla e dalle parolacce che gridavi però tu eri troppo concentrata a parlare con tua sorella per notare i loro sguardi puntati su di te- Senti...mi dispiac-. La interrompesti.

-No,Sannie,non ti deve dispiacere il fatto che io non voglia capirti...ti deve dispiacere il fatto che tu non ti dispiaci delle cazzate che ti sono uscite dalla bocca. Non torno a casa,stasera- .

Annunciasti poi alla fine chiudendole il telefono in faccia. Solo allora notasti numerose persone che ti fissavano con la fronte aggrottata e decidesti di andartene.

 Non sapevi sinceramente dove andare. Una cosa era certa: non saresti ritornata a casa tua quella notte. L'unica persona che ti poteva ospitare era Jungkook -non volevi dare problemi a Jimin visto che non conoscevi la sua famiglia- e abitava solo a pochi isolati dal centro. Tu conoscevi molto bene la sua famiglia,eri una figlia mai avuta visto che Jungkook aveva un fratello più grande.

Aspettasti che il semaforo dei pedoni da rosso passasse a verde per passare. Quando camminasti sulle strisce bianche e non ti accorgesti che una macchina nera lussuosa stava andando a tutta velocità.
Solo quando sentisti i fari della macchina nera puntata su di te,hai pensato al peggio. Chiudesti gli occhi aspettando l'impatto,ma non successe niente. Riapristi lentamente gli occhi notando che una figura alta e slanciata ti aveva presa per un polso e tirata dietro.

«(T/N) ma che diamine stavi facendo? Aspettavi che quella macchina ti investisse?» Ti rimproverò un ragazzo dai capelli bruni e occhi...magnetici? «Taehyung?»sussurrasti. «Ma mi stai ascoltando?» Esclamò Tae guardandoti con un'espressione accigliata. Voltasti lo sguardo verso la macchina,notando diverse similitudini in quella che Taehyung usava per andare a casa sua. Guardasti poi, l'enorme grattacielo che vi sovrastava in tutta la sua magnificenza e constatasti che era l'agenzia di moda del celebre stilista Kim Kyung-Joon. Concentrasti ,infine, il tuo sguardo sulla figura di Taehyung notando che era ben vestito e leggermente truccato. Si morse il labbro inferiore,guardandoti con un sopracciglio alzato, rivolgendoti uno sguardo curioso.

Ti iniziarono a sorgere diversi dubbi.

«Allora?»chiese poi spazientito dalla mancanza di risposte«Non è colpa mia se il tuo guidatore ha qualche problema di vista! Il semaforo del passaggio dei pedoni era verde». Ribattesti.

«Che ci fai qui sola?» cambiò d'un tratto argomento e umore. «Non sono affari tu-»«Dovresti essere con tua sorella»mise le mani sui fianchi aspettando una tua risposta,chinandosi leggermente per arrivare alla tua stessa altezza. «Non voglio ritornare a casa...»mormorasti,evitando il suo sguardo. Lui in tutta risposta ti prese per un polso,trascinandoti all'interno del veicolo nero. «Cosa stai facendo?»Gli chiedesti confusa. «Non puoi girovagare per tutta la notte per le strade di Seoul»ti rispose.«Posso sempre andare da Jungkook»«No.» ti rispose categorico. Lo guardasti sbigottita. «Andiamo a casa mia».

Il leone aveva appena trovato la sua preda,e non voleva per nulla al mondo lasciarla. 

Model || Kim TaehyungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora