Prologo

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7 febbraio 1995

Siamo quasi a metà anno scolastico e sono già stanca!

Non riesco più a gestire tutta quella roba da studiare, per non parlare di mia madre che continuava a minacciarmi di non lasciarmi andare a questa festa se non avessi finito tutti i compiti in tempo.

Che diamine, è una festa importante quella di Francesco, popolare come sono, non avrei potuto di certo mancare, la mia assenza si sarebbe notata e il giorno dopo tutti ne avrebbero parlato, avrebbero pensato che i miei genitori non mi avessero dato il permesso e sarebbe stato decisamente imbarazzante.

Quindi ho dato il massimo e mi sono guadagnata il mio tanto agognato permesso di andarci.

Marika, la mia migliore amica, fa scorrere la cerniera del suo borsello e ne rovescia il contenuto sul mio letto: una cascata di trucchi cade sul materasso e lei batte le mani eccitata.

- Stasera ci trucchiamo! - annuncia esultando.

- Sei seria?! - le chiedo alzando un sopracciglio dubbiosa.

- Giulia, non essere noiosa, adesso abbiamo quattordici anni!

- Tredici. - la correggo.

- E mezzo! - aggiunge alzando gli occhi al cielo.

- Ok, ma io non so come si fa.

- Ti insegno io, non vuoi che Francesco perda letteralmente la testa per te? - mi chiede ammiccando.

In effetti è quello che voglio, ma quello stupido sembra volermi dare del filo da torcere. È da tempo ormai che gli ho confessato che mi piace, che diamine gli prende?! Un altro ragazzo, al suo posto, avrebbe immediatamente colto la palla al balzo e mi avrebbe baciata, mentre lui continua a tenermi sulle spine.

- D'accordo, facciamolo! - sorrido euforica e Marika torna a battere le mani felice.









Mia madre ha fatto un bel po' di storie quando ha visto il mascara sulle mie ciglia e un lucidalabbra sulla mia bocca, ma quando mio padre ha commentato dicendo che "ormai sono una signorina", lei non ha saputo aggiungere altro e mi ha fatto promettere che fosse solo per stasera.

Così adesso io e Marika siamo sulla terrazza al chiuso di Francesco, dove si sta svolgendo la sua festa di compleanno.

Io e la mia migliore amica siamo belle stasera, siamo sempre le più belle della classe ma, in questa occasione, ci siamo superate.

Salutiamo Francesco che mi squadra dalla testa ai piedi esclamando un "Sei bellissima!", dopodiché ci spostiamo al tavolo del buffet.

- Ciao! - dice una voce alle nostre spalle.

Ci voltiamo, si tratta di Valerio, il ragazzo per cui Marika si è presa una gran bella cotta recentemente.

Ma non è da solo, ultimamente Valerio va sempre in giro con quel tipo un po' strano arrivato l'anno scorso dall'Albania. Si chiama Ermal o qualcosa del genere, non ci ho mai parlato, so solo che ha imparato l'italiano in tempi record, che gli piace fare musica e che si porta dietro sempre quell'aria malinconica, come se avesse un peso sulle spalle che riesce a stento a sostenere.

- Ciao! - esclama lei e i suoi occhi si illuminano vedendo Valerio. - Come stai? - gli chiede.

Mentre loro due prendono a chiacchierare, mi rendo conto che quell'Ermal mi sta fissando, ma quando lo guardo, lui distoglie immediatamente lo sguardo imbarazzato, si volta alla sua sinistra e si infila entrambe le mani in tasca.

Voce del verbo SbagliareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora