Extra 9 - Riferimento a Capitolo 9

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Sono diversi giorni ormai che non vedo Giulia.

Credo mi stia evitando di proposito e, mentre da una parte ne capisco il motivo, dall'altra mi sembra un po' esagerata.

Immaginavo che si sarebbe infastidita, in realtà era ciò che speravo, ma non pensavo che se la sarebbe presa così tanto. Qualcosa mi dice che l'ho ferita nell'orgoglio e non posso negare che questo, in qualche modo, mi appaghi.

Eppure ho mentito dicendo che non è il mio tipo, credo lo sia decisamente troppo. Ma ho voluto comunque rigirarle la stessa identica frase senza cambiare una virgola, anche se, per uguagliarla nella maniera più totale, avrei dovuto usare lo stesso tono sprezzante che mi riservò lei allora.

Entro in camera da letto e dopo essermi spogliato spengo le luci. Guardo distrattamente fuori dalla finestra, la camera di Giulia ha la luce accesa, così mi avvicino attirato da quella luce, come ipnotizzato. Scorgo la sua figura, i lunghi capelli mossi che hanno sempre l'aria di essere incredibilmente morbidi, la vedo voltarsi, iniziare a sbottonarsi la camicetta, prima un bottone, poi l'altro, lentamente, troppo lentamente perché io possa evitare di perdere la testa.

Deglutisco, poi mi lecco le labbra, in attesa che arrivi a quel dannato ultimo bottone. E finalmente la camicetta si apre, ancora troppo lentamente, scivola lungo le sue braccia e un altro reggiseno di pizzo appare in tutta la sua bellezza, coprendo un seno che prenderei a morsi come sto facendo con le mie stesse labbra in questo momento.

Chiudo gli occhi, appoggio la testa al vetro freddo e sospiro, mentre cerco di contenere l'indescrivibile voglia che ho di fare l'amore con lei per intere nottate.

Respiro profondamente, devo ignorare i miei istinti, non devo chiamare nessuna ragazza, non è corretto né nei loro confronti né nei miei, è ora che io la smetta di fare stronzate.

Apro lentamente gli occhi, appena in tempo per vedere la stoffa di una t-shirt coprirle i seni nudi sui quali affonderei i miei denti come fossero brioche.

Mi sorprendo a boccheggiare e decido di smetterla, di andare a letto e non sbavare più davanti a questa dannata finestra come un ragazzino in preda agli ormoni.

Mi sa che stanotte dovrò fare da me.














Mi sveglio di soprassalto al suono della sveglia che ha appena interrotto uno dei sogni più erotici che abbia mai fatto. Mi passo le mani sul viso e, con una mano, mi sistemo quella parte del mio corpo che al momento tira dolorosamente incastrata sotto la stoffa che, tra l'altro, mi sembra anche un po' umidiccia.

No, oggi non posso fare tardi, c'è l'orientamento scolastico proprio nella sua scuola e non la vedo da così tanti giorni che non me lo perderei per niente al mondo.

Voglio parlarle, voglio rivederla, stare ancora in sua compagnia e farle capire che mi dispiace per aver fatto lo stupido, ma non ho potuto farne a meno e se tornassi indietro probabilmente lo rifarei.

Scivolo giù dal letto, mi spoglio della tuta con la quale ho dormito e rimango in mutande. Per un attimo mi accorgo della mia immagine stanca riflessa allo specchio: i capelli sono un disastro e provo a sistemarli con le mani, anche se so benissimo di doverli lavare e asciugare col diffusore perché abbiano un senso.

Non so per quale motivo, ma a un tratto mi sento stranamente osservato e il mio istinto mi fa voltare verso la finestra di Giulia.

In effetti non mi stavo sbagliando, quando Giulia capisce che mi sono accorto di lei, tira velocemente le tende e sparisce dietro di esse.

Guarda guarda, Giulietta è curiosa!

La cosa mi fa ridere e mi eccita allo stesso tempo, come mai questo interesse nell'invadere la mia privacy, osservandomi addirittura mentre mi spoglio?

Voce del verbo SbagliareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora