Extra 11 - Riferimento a Capitoli 11 e 12

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Ignoro la seconda telefonata di Jenny mentre sistemo la sala prove in attesa che Giulia arrivi. Metto un po' in ordine, do una spazzata al pavimento, poi mi butto sul divano e mi accendo una sigaretta, chiedendomi come finirà questa giornata. Ivan si arrabbierà? Lei come reagirà?

La verità è che muoio dalla voglia di vederla, che ho vissuto questa giornata in funzione di questo pomeriggio, creandomi mille aspettative che molto probabilmente verranno deluse.

Afferro la chitarra che giace sul divano vicino a me, appoggio la sigaretta sul posacenere e, particolarmente ispirato, suono gli accordi di una canzone che ho scritto qualche anno fa, per poi iniziare a cantarla.

Quanta forza servirà
Per diventare debole
Per distruggere lo scudo che
Mi difende da sempre

Opera la volontà
Anestesia non ce n'è
Perché amare quasi sempre è
Voce del verbo morire

Se sei importante
Vieni da me
Se non sai cosa dire
Tu non dire niente
Saprò cosa fare
Puoi fidarti di me
Ti ho dato un pezzo di cuore
Ma stai attenta perché
Era l'ultimo che
Avevo
Avevo

L'equilibrio servirà
Le scarpe buone, guardo giù
Ogni cosa sembra più distante
Voce del verbo cambiare

Camminare senza fretta
Fare soltanto quello che spaventa
Lasciarsi vivere perché è bellezza
Mandare a fanculo tutta la tristezza

Se sei importante
Vieni da me
Se non sai cosa dire
Tu non dire niente
Saprò cosa fare
Puoi fidarti di me
Ti ho dato un pezzo di cuore
Ma stai attenta perché
Era l'ultimo che
Avevo per me
Avevo per me
Avevo per me

Riesco a finire di cantarla appena in tempo, il mio telefono vibra sul tavolino annunciando l'arrivo di Giulia.

Abbandono la chitarra, mi rimetto la sigaretta in bocca e vado ad aprire la porta, trovandomi davanti il sorriso più bello del mondo.

La invito a entrare, lei lo fa, si guarda velocemente intorno, poi fa una smorfia lanciando un'occhiata alla mia sigaretta e portandosi le dita tra la frangia.

Adoro quando fa questo gesto, sembra che lo faccia tutte le volte che qualcosa la turba e vuole tentare di non darlo a vedere.

In questo caso credo proprio che sia la puzza di fumo a darle fastidio. Ha ragione, ultimamente fumo un po' troppo e qui non apro mai le finestre.

- Lo so, non si respira, ma se lascio le finestre aperte i vicini si lamentano della musica. - spiego spalancandone una per far cambiare l'aria.

- Non preoccuparti, non fa niente. - dice. - Lui dov'è?

Si avvicina alla tastiera e lascia scivolare la sua mano sui tasti bianchi, sa suonare?

- Non è ancora arrivato! - rispondo mentre la guardo sedersi sullo sgabello e regolarselo.

Mi porto la sigaretta alle labbra e la osservo con attenzione, ho l'impressione che abbia voglia di suonare e non immaginavo minimamente che sapesse farlo.

- Oggi non è venuto a scuola. - mi informa.

- Davvero?

Che strano, non si assenta mai, sarà successo qualcosa?

- Sì, di solito non si assenta, anche perché, da quel che ne so, la sorella lo costringe a venire tutti i giorni. - dice e mi chiedo chi l'abbia informata di certe cose.

Voce del verbo SbagliareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora