Io e Valerio abbiamo parlato.
È venuto a casa mia la sera stessa e si è scusato per aver parlato di Giulia in quel modo. Poi ci siamo abbracciati e mi sono scusato a mia volta per la mia irruenza.
Gli ho raccontato di essere andato da Alessandro, di aver incassato un pugno e a quel punto lui ha cambiato espressione, ha detto che sarebbe andato a spaccargli la faccia e ho dovuto assicurargli che non ce n'era bisogno, che l'avevo già fatto io.
Non mi piacciono queste cose, non ne vado fiero.
Nella mia vita credo di aver fatto a botte tre volte e tutte e tre in Italia: la prima è stata all'età di quattordici anni per difendere mio fratello da alcuni bulletti che lo avevano preso di mira, la seconda all'età di diciotto anni in difesa di Valerio che le stava prendendo dal ragazzo di una tipa con cui ci aveva provato e la terza in difesa di me stesso, di mia sorella e di Giulia.
Già, Giulia...
Non la vedo da quel giorno, l'ultima immagine che ho di lei è quella del suo volto deluso, ferito a causa mia. Avrei dovuto evitare che sapesse da altri una cosa così importante, onestamente mi ero perfino dimenticato di quell'articolo in quello stupido blog di gossip dove, tra l'altro, è stata caricata una mia foto senza il mio consenso.
Giulia non si presenta al progetto musicale, utilizza scuse banalissime come un appuntamento dal dentista e altre cazzate del genere che servono solo ed esclusivamente a evitarmi. Non risponde ai miei messaggi, l'altro giorno ha risposto a una mia telefonata in cui le ho detto che avevo bisogno di parlarle e lei ha replicato qualcosa tipo "Adesso non posso, parleremo un'altra volta".
Non so se lo ha detto per zittirmi o semplicemente per rimandare, non riesco a capire se abbia chiuso con me o se si sia presa del tempo per riordinare le idee prima di affrontare l'argomento.
Io, però, non sono mai stato un tipo che sa aspettare, quindi l'altra sera mi sono lasciato guidare dall'istinto e sono andato a citofonarle. "Sono stanca, Ermal, non mi va" ha detto e, prima che potessi rispondere, ha aggiunto "Buonanotte" e ha chiuso il citofono.
L'ho vista sotto casa qualche giorno dopo, ci siamo guardati per un momento e mi sono reso conto di quanto mi manca e di quanto io manchi a lei. Mi sono chiesto se fosse o no il momento giusto per avvicinarmi e parlarle, ma lei ha risolto il mio dubbio evitando di incontrarmi ed entrando in macchina, per poi andarsene.
Non so quale scusa userà oggi per evitare di vedermi, sono le 14:50 ed io sono già a scuola per il progetto, rassegnato all'idea di non vederla nemmeno questo pomeriggio.
Chiacchiero distrattamente con un collega mentre faccio delle fotocopie in segreteria, poi usciamo in corridoio e ci fermiamo un attimo mentre ascolto uno dei suoi ragionamenti che mi stanno già annoiando a morte. Gli sorrido e annuisco, ma un improvviso ticchettio mi distrae e mi fa voltare automaticamente verso sinistra.
Era solo un rumore di tacchi.
Aspetta, ma quella è...
Mi volto di nuovo e metto a fuoco l'immagine di Giulia che si dirige verso l'aula magna con un abbigliamento da professoressa sexy che comprende una gonna aderente fino al ginocchio e una camicetta bianca appena sbottonata.
Cerco di far finta di niente, torno a guardare il collega, ma Giulia è qui ed io sono troppo distratto per dargli ancora ascolto.
- Perdonami, ti va se continuiamo a parlarne dopo? Ho lezione adesso. - spiego.
- Ma figurati, buon lavoro! - mi sorride.
Così mi muovo rapidamente in direzione di Giulia, se è tornata vuol dire che è pronta a parlare con me, magari mi dirà che non vuole più vedermi, ma almeno me lo dirà in faccia.
STAI LEGGENDO
Voce del verbo Sbagliare
FanficERMAL META FANFICTION Cosa accadrebbe se il destino facesse in modo che due persone apparentemente lontane, si rincontrassero dopo anni? Una storia piena di sbagli, a volte commessi per il semplice terrore d'amare. N.B.: La storia non parla dei Meta...