Capitolo 12

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- Io me ne vado! - dice improvvisamente Ivan indirizzandosi verso la porta.

Io ed Ermal ci scambiamo uno sguardo preoccupato, decisamente non sta andando come speravamo.




- Cosa? Perché? - chiede Ermal, ma Ivan non lo ascolta e tira la maniglia senza ottenere risultati.

- Apri! - ordina rivolgendosi a lui. - Cos'è, mi hai chiuso dentro?

- Lo sai che la porta è rotta da almeno un mese e mi tocca chiuderla a chiave per fare in modo che resti chiusa. - gli ricorda Ermal facendo spallucce. - E si dà il caso che io abbia le chiavi in tasca, quindi se vuoi andartene, nessun problema, ma vorrei prima capirne il motivo. - dice stringendo ancora nella mano sinistra il manico della chitarra.

- Potrei benissimo uscire dalla finestra! - dice Ivan indicandola.

- Potresti invece sederti, prendere la chitarra e dimenticarti della presenza di Giulia, che te ne pare? O non sei capace, Ivan? Voglio dire, se la presenza di una nuova persona ti distrae, come pensi di poter diventare un bravo chitarrista?

- Io sono già un bravo chitarrista! - risponde il ragazzo seccato.

- Dimostramelo! - Ermal lo guarda con aria di sfida e gli allunga la chitarra.

Cavolo, ci sa fare!

Ivan lo fissa per qualche istante, indeciso se prenderla o probabilmente farla a brandelli. Infine, però, la afferra e si siede sulla poltroncina posta vicino al divano, dandomi le spalle.

China il capo sulla chitarra e inizia ad accordarla, mentre io torno lentamente a sedermi alla tastiera. Mentre lo fa, Ermal recupera un'altra chitarra e torna a sedersi al suo posto.

Ivan termina di accordare e inizia a suonare un'intro che conosco bene, quello di What's Up dei 4 Non Blondes.

Ermal si inserisce nell'intro, accompagnandolo a sua volta con la chitarra, dopodiché inizia a cantare.

25 years and my life is still
Trying to get that great big hill of hope
for a destination.

Poi smette di cantare, quasi sapesse già che sarebbe stato il turno di Ivan, probabilmente fanno sempre così.

I realized quickly when I knew I should
That the world was made up of this brotherhood of men
For whatever that means.

Completa la strofa e devo ammettere che ha davvero una voce molto bella, simile a quella di Ermal, ma un po' più graffiata.

Aspetto che vadano avanti, ma nessuno dei due canta il bridge, così Ivan si ferma e alza lo sguardo verso Ermal, forse chiedendosi per quale motivo non stia cantando, visto che è il suo turno. Ma, inaspettatamente, Ermal sposta lo sguardo su di me e, quando Ivan capisce, si volta anche lui.

Ok, dovevo cantare io? Non sapevo di poterlo fare.

Li guardo un po' incerta, ma ho afferrato, così Ivan torna a suonare riprendendo la frase finale della strofa.

For whatever that means.

Allora capisco di dover intonare il bridge.

And so I cry sometimes when I'm lyin in bed
Just to get it all out
What's in my head and I
I'm feeling a
A little peculiar.

Ermal mi sorride vittorioso, poi canta la sua parte.

And so I wake up in the morning and I step outside
And I take a deep breath
And I get real high
And I scream from top of my lungs
What's goin on.

Voce del verbo SbagliareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora