Il rumore fastidioso della mia sveglia mi desta dal sonno e, in un primo momento, mi chiedo per quale motivo io non riesca a muovermi, almeno finché non vedo il braccio di Ermal circondarmi la vita.
Mi scosto controvoglia da lui, raggiungo il comodino e blocco quell'aggeggio infernale che ogni mattina tortura il mio cervello.
- Che ore sono? - mormora Ermal tirandomi nuovamente a sé senza nemmeno aprire gli occhi.
- Le 7:00. - rispondo.
Fa una strana smorfia, dopodiché apre prima un occhio e dopo un paio di secondi anche l'altro.
- Cazzo! - mormora. - Ho la prima ora. Tu?
- Oggi inizio alla seconda. - mormoro riaccoccolandomi sul suo petto.
- Giulietta, vorrei tanto restare qui a prendermi cura di te, ma devo passare da casa prima di andare a lavoro. - dice passandosi le dita sugli occhi.
- Devi per forza? - gli chiedo sul punto di riaddormentarmi.
Lo sento ridere mentre fa scorrere una mano lungo i miei capelli, accarezzandoli.
- Vieni da me stasera. - propone. - Cucino io, insomma, non aspettarti grandi cose, una cosa semplice, ecco.
Apro gli occhi e li sposto sui suoi, constatando quanta dolcezza emani il suo sguardo assonnato e quanto sia bello anche in queste circostanze.
- Ci verrei anche se mi lasciassi a digiuno. - rispondo avvicinandomi alla sua bocca e baciandolo mentre gli accarezzo il petto.
La sua mano scivola immediatamente su uno dei miei fianchi, scorre lentamente sulla mia pelle, ma si costringe a fermarsi.
- Giulia, devo andare. - dice tenendo il mio viso tra le mani.
- Che palle! - rispondo alzando gli occhi al cielo e scostandomi da lui per mettermi seduta.
Afferra i miei polsi e mi atterra sul materasso, tenendomi ferma e sovrapponendosi a me, mentre io scoppio a ridere.
- Come, scusa? - mi rimprovera senza alcuna serietà, poi si abbassa e mordicchia uno dei miei seni.
- Te lo spiego stasera! - rispondo ridendo e dimenandomi.
Sono le 7:15 quando lo accompagno alla porta indossando solo una maglietta e un paio di mutandine. La apro, lui la oltrepassa e si volta a guardarmi lasciando scivolare il suo sguardo lungo il mio corpo, con l'aria di chi mi salterebbe addosso.
- Ti concedo un ultimo bacio! - esclamo sorridendo.
Si avvicina rapidamente a me, appoggia le mani sui miei fianchi e mi spinge contro lo stipite della porta, per poi baciarmi. Posa sulla mia bocca piccoli baci umidi che surriscaldano i miei sensi, poi la sua lingua cerca ancora la mia ed io vorrei che restasse qui tutto il giorno a fare l'amore con me.
Qualcuno, d'improvviso, si schiarisce la voce e di colpo smettiamo di baciarci, provando a ricomporci.
- Buongiorno anche a voi! - dice Luciano scendendo le scale e scuotendo la testa, mentre Margherita trattiene a stento un sorriso.
Arrossisco di colpo ed Ermal sorride imbarazzato.
- Ehm, buongiorno! - dice rivolgendosi a Margherita.
- A voi ragazzi! - risponde Marghe. - Anche se mi sa che siete già belli svegli! - sghignazza tra sé e sé.
- Ehm, ci... Sentiamo dopo! - dico a Ermal congedandolo, così lui mi sorride, rivolge a Marghe un cenno di saluto e scende giù per le scale.
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Voce del verbo Sbagliare
FanfictionERMAL META FANFICTION Cosa accadrebbe se il destino facesse in modo che due persone apparentemente lontane, si rincontrassero dopo anni? Una storia piena di sbagli, a volte commessi per il semplice terrore d'amare. N.B.: La storia non parla dei Meta...