Capitolo 5

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- Oggi iniziamo facendo un breve ripasso della grammatica, chi vuole andare alla lavagna? - chiedo ai ragazzi della 4^ C.

Li osservo attentamente, tutti sembrano evitare il mio sguardo. Vanessa, la ragazza piccolina e bionda al primo banco è l'unica a guardarmi, ma so fin troppo bene che lei è preparata, dunque oggi non la chiamerò.

Il mio sguardo si sposta tra i banchi, Gloria sta osservando qualcosa fuori dalla finestra giocherellando con le sue ciocche fucsia, il suo compagno di banco sembra stia ultimando un disegno, Sara, dai lunghi capelli rossi, finge di leggere qualcosa sul quaderno... Ognuno di loro si sta fingendo impegnato in qualcosa, tranne Ivan.

Ivan Corradi ha le braccia appoggiate sul banco, incrociate in modo da fare da cuscino alla propria testa. Il suo sguardo è rilassato, gli occhi sono chiusi, ma una cosa che mi salta subito all'occhio è il posto che occupa.

Il banco della prima fila al quale qualche giorno fa l'avevo costretto a sedersi, è vuoto, mentre lui se ne sta seduto a dormire all'ultima fila, come se niente fosse.

- Ivan! - lo richiamo.

Tutti i compagni si voltano nella sua direzione, ma lui non si scompone e non apre nemmeno gli occhi.

- Ivan Corradi! - ripeto alzando la voce ma, ancora una volta, non ricevo alcun cenno da parte sua.

Mi alzo in piedi, lo raggiungo e tocco il suo braccio con un dito, facendolo sobbalzare.

I suoi compagni scoppiano a ridere mentre lui apre gli occhi in due fessure e mi guarda assonnato.

- Buongiorno! - dico mettendomi a braccia conserte.

Si tira su, sbuffa, si appoggia allo schienale e si toglie il cappello con visiera lanciandolo sul banco e mostrando i suoi capelli mossi e dorati, raccolti in un codino ormai completamente disfatto. Si porta le mani sugli occhi e sbadiglia come se fosse in casa propria.

- Ti chiedo scusa se sto disturbando, magari preferivi dormire ancora un po'! - dico sarcastica.

Sposta il suo sguardo su di me e mi guarda con disprezzo.

- Le sue lezioni mi annoiano! - dice con la sua solita faccia da schiaffi e raccolgo tutte le mie forze per mostrarmi impassibile al suo atteggiamento insolente.

- Anche tu non mi vai a genio, ma purtroppo, che tu lo voglia o no, siamo costretti a doverci sopportare a vicenda. Non si dorme durante le mie ore! - gli ricordo.

- Si può respirare durante le sue ore? - mi chiede sfacciatamente, suscitando l'ilarità dei compagni.

- Purché non si dia fastidio! - rispondo.

- Non capisco che fastidio possa dare se dormo. - alza gli occhi al cielo.

- Ivan, tu mi manchi di rispetto. Se tu mi stessi parlando e io mi mettessi a dormire, come la prenderesti? - chiedo sistemandomi gli occhiali (che uso solo a scuola) sul naso.

- La lascerei dormire in santa pace! - sorride dispettoso.

- Inoltre, Ivan, - ignoro ciò che ha appena detto. - questo non è il posto che ti avevo assegnato, quindi sei pregato di farti trovare al primo banco prima che io possa varcare la soglia di quest'aula! - ordino minacciosa, ora mi ha rotto le palle!

- A che serve? Non avrà la mia attenzione da un primo banco come non ce l'ha dall'ultimo, potrei mettermi a dormire anche lì, se lo vuole sapere...

- Potrei farti sospendere, Corradi!

Alza lo sguardo di scatto, come se ciò che ho appena detto avesse catturato tutta la sua attenzione.

- Non può farlo! - mi sfida.

Voce del verbo SbagliareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora