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Ho trovato questo bigliettino su cui c'era scritto:
"ciao Lisa, ci dispiace dovertelo dire così ma non mi hai risposto al telefono ieri sera... comunque, io e tua madre, siamo stati convocati a Parigi per una conferenza di lavoro importante, riguardante un virus che sta provocando gravi problemi all'Europa. Staremo via parecchio, almeno due settimane. Tieni d'occhio Nick. Un bacio, papà e mamma."
Io nella mia mente: nick?! E chi sarebbe??

N: sono a casa!
Sento la porta d'entrata aprirsi e chiudersi subito dopo e vedo arrivare questo ragazzo veramente carino, che si toglie le scarpe e il giubbotto.
Entra in sala, mi guarda, va sul divano e si butta lì col telefono.
N: come mai quella faccia?
Io non gli rispondo nemmeno, sto cercando di capire chi sia.
N: sei abbagliata dalla mia bellezza giusto? Per quello mi fissi così? Non puoi reggere il confronto, mi dispiace tanto Lisa... Chissà come facciamo ad essere fratelli...
Io nella mia mente: ah, ok. Quello a cui ho appena detto che è un figo è mio fratello... Che schifo. Ma come è possibile non ricordarsi di avere un fratello? Boh, vabbè, i sogni sono sempre un po' strani.
Io: dove sei stato ieri fino ad adesso?
N: cosa ti interessa?
Io: mi interessa.
Lui mi guarda perplesso, spegne il cellulare e si siede.
N: ma ieri sera eravamo alla stessa festa, ce la fai?
Io: ah.
N: certo che ti avevo vista ubriaca, ma non pensavo così tanto.
Io: non ti avevo visto...
N: ma se ci hai provato con Patrick tutto il tempo?
Io: ero troppo concentrata su di lui e non ti ho visto.
N: se se come no... "nicola mi presenti il tuo amico", "nicola ma anche a te il papà ti ha chiamato?" "bla bla bla" - mi
dice facendo il verso con la vocina da femminuccia e gesticolando come faccio io.
Io: ah ah ah. Molto simpatico. Ah a proposito di papà...
Gli lancio il bigliettino, mi giro e me ne vado da quella stanza, sperando di trovare camera mia.
Mentre chiudo la porta della sala sento mio fratello urlare.
N: Lisa, mamma ieri mi aveva detto di dirti che ha messo un cesto di vestiti tuoi lavati davanti alla tua camera.
Io: ok! - sarà più facile per me capire quale sia la mia camera, penso fra me e me.
Dopo aver constatato che al piano terra ci fossero solo due saloni, una cucina immensa e un bagno, salgo al piano di sopra, dova già in lontananza vedo la mia porta con della roba davanti, ma mentre posso, decido di dare un'occhiata a tutte stanze, per potermi orientare meglio e anche perché ero curiosa.
Uno studio, un bagno, la camera dei miei, un'altra stanza da letto, presumo quella di mio fratello visto il disordine, un altro bagno, un altro studio, un'altra stanza da letto in ordine, vuota, come se fosse inutilizzata, e infine la mia camera.
Entro e rimango veramente colpita, in positivo. Era gigante, letto matrimoniale a soppalco, con sotto un divano, poi una scrivania bellissima e un mobile pieno di trucchi. Era letteralmente la camera dei miei sogni.
Come se non bastasse, vado vicino alla porta finestra e vedo un terrazzo davvero bello e abbastanza grande che sporge su una piscina ed un giardino pazzeschi. Wow, ma sono ricca?
Mi giro ed in un angolo vedo una porticina, e devo dire che aprirla è stato stupendo. Una cabina armadio grande quanto la mia vera camera, o almeno quella che mi ricordavo... Anche se in realtà, ora che ci penso, non me la ricordo così bene, come non mi ricordo la faccia dei miei genitori, o se avessi fratelli.
È tutto così sfumato e confuso.
Mi sembra quasi che la realtà sia questa e che i miei vecchi ricordo6se ne stiano andando, come quando la mattina ti dimentichi piano piano del sogno appena fatto, fino a quando svanisce completamente.

Mi butto sul letto e, ammirando lo spettacolo di camera che mi ero ritrovata, mi addormento.

*toc toc*
N: pranzi?
Io: si.
N: vieni al mc?
Io: si ok, adesso?
N: eh io ho fame.
Io: ok, eccomi.
Mi sistemo un'attimo i vestiti, metto un paio di jeans e un top corto, sopra una giacchetta aperta e mi sistemo il trucco.
Usciamo di casa e lui guida, non so quanti anni abbia, ma da vedere direi che è maggiorenne.
Arrivati al Mc, prendiamo posto e dopo aver scelto cosa ordinare, vado io alla cassa ad aspettare il cibo.

Mentre sono in fila, sento una mano sulla mia schiena e allora mi giro di colpo per lo spavento.
Non ci credo erano Andrea e Antonio.
And: ehiiii, ti vedo in ottima forma!
Io: ahahah ciao ragazzi, grazie.
Ant: sei qui da sola? Perché insomma, potresti sederti con noi...
Io: sono con mio fratello. Eccolo là.
Mentre lo indico, vedo che lui ci sta guardando con fare sospettoso e minaccioso.
Vedo che arriva, proprio in quel momento, un'altro ragazzo che si siede al nostro tavolo, non ci capisco più niente, troppe persone che non conosco... o che mi sembra di non conoscere.
Io: beh ragazzi io devo andare perché hanno chiamato il mio numero. Se volete, potete aggiungervi voi al nostro tavolo visto che avanzano dei posti liberi.
And: certo, volentieri! Arriviamo.
Antonio è più timido, annuisce solamente e poi, quando gli appoggio una mano sulla spalla per salutarlo, arrossisce e china il capo.
Mi sembrava in imbarazzo, mentre suo fratello era molto a suo agio.
Vado al tavolo con il nostro vassoio e sorrido al nuovo arrivato, sperando si presenti.
N: chi erano quei due?
Io: due miei amici.
N: ti guardavano come se fossero altro, più che amici.
Io: e anche se fosse?
Nick guarda il ragazzo che si alza.
X: vado un attimo in bagno.
Io: lui che ci fa qui? - gli chiedo non appena è abbastanza lontano da non sentirmi.
N: l'ho chiamato io.
Io: e perché?
N: Patrick è mio amico, non mi interessa se avete litigato.
Io: abbiamo litigato? E tu cosa ne sai?
N: mi ha raccontato che sei stata una stronza con lui, ma in realtà sono felice che che non gliela abbia data!
Io: shhhh! Ma cosa urli? C'è gente qui che potrebbe sentirci! 
N: ma mica sto urlando.
Io: te l'ha detto lui?
N: sì, per quello ho detto menomale, lui mi avrebbe raccontato ogni dettaglio, come ha fatto con le altre ragazze, e sinceramente anche no grazie, e secondo, spero tu sia ancora vergine, e che non lo faccia con un mio amico... che schifo.
Io: ma perché parli di questi argomenti così facilmente in pubblico? E poi cosa ti interessa se sono vergine o no?! Te non lo sei, secondo me.
N: beh, spero tu stia scherzando. Siamo gemelli, e per un ragazzo è diverso che per una ragazza. Comunque almeno 20 anni dovrai avere.
Io: hahahaha ma chi sei, mio papà?
P: eccomi.
Si siede di fianco a me. È bellissimo. Davvero. Ma qui sono tutti stupendi?
And: eccoci!
Io: li ho invitati io a sedersi con noi, venite pure.
Andrea si siede vicino a me, Antonio invece di fronte.
P: piacere Patrick.
Andrea si avvicina al mio orecchio e sussurra con voce divertita...
And: quel Patrick ?
Io annuisco imbarazzata e faccio finta di niente.
Mangiamo e continuiamo a chiacchierare, ad un certo punto Patrick mi mette una mano sulla gamba, continua a salire e poi tiene la mano lì, stringendomi la coscia.
Se io mi ricordassi anche solo un minimo di lui probabilmente non riuscirei a resistergli, ma in questo momento volevo solo che si togliesse.
Nessuno se n'è accorto perché lo ha fatto sotto il tavolo, ma io non sapevo come fare.
L'unica idea... No, è troppo imbarazzante... Però... No, non se ne parla.
Alla fine non resisto e mando un messaggio a mio fratello.
Avrei potuto scrivere ad Andrea, ma non so come avrebbe potuto aiutarmi.
Io: guarda sotto il tavolo, perfavore, aiutami.
Lui lo riceve e lo legge e, senza dare nell'occhio, dopo due minuti finge di far cadere una patatina. Si rialza con lo sguardo fisso su Patrick, fino a quando non mi guarda e mi fa l'occhiolino.
N: Patrick, vieni un attimo fuori che mi è venuta in mente una cosa e mi serve il tuo aiuto.
P: ehm si ok.
Si alzano e vanno fuori a parlare. Magari ora litigano, magari lo picchia o magari fa finta di niente.
Non lo so, ma so solo che avere un fratello geloso mi piace, potrei abituarmici volentieri.

MY LIFE IS A FILM - non solo sogni // Lopez brothers - Payton - Nick AustinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora