Il condottiero

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.


-AFTER ALL -
CAPITOLO 36 - IL CONDOTTIERO


His crown lid up the way as we moved slowly
Pass the wondering eyes of the ones that were left behind.
And as the world comes to an end
I'll be here to hold your hand
Cause you're my king and I'm your lionheart.
(King and lionheart)


«È tutto quello che sai fare, Kaarot? Davvero deludente!»
«Questo brutto vizio di sbeffeggiare l'avversario prima del tempo...»
Goku guardò Vegeta sorridere beffardo, in posizione di attacco sopra a una roccia sporgente. Imitò lo stesso movimento in attesa che uno dei due facesse la mossa successiva in quella scacchiera.
I loro respiri erano frettolosi, affaticati da quel combattimento durato almeno sei ore, ma nessuno dei due aveva intenzione di arrendersi quel giorno. Era stato tutto semplice, spensierato, perfetto. Non sarebbero potuti andare avanti ancora a lungo, ma entrambi avevano la coscienza che il giorno dopo sarebbe stata la stessa cosa. E anche quello dopo ancora, e ancora. Nella timida speranza che fosse per sempre.
Goku sorrise compiaciuto al solo pensiero e, carico come non mai, fece per scattare in avanti per attaccare di nuovo. Prese la rincorsa ma, proprio in quell'istante, un intenso dolore all'altezza del petto gli bloccò il respiro, come se fosse appena stato pugnalato alle spalle, come se qualcuno gli avesse strappato via l'ossigeno dai polmoni.
Si accasciò sulle ginocchia, madido di sudore, e Vegeta spalancò gli occhi come se avesse appena visto un fantasma.
«Kaarot!» lo chiamò a gran voce, balzando nella sua direzione per capire cosa stesse succedendo. «Cosa diavolo ti prende?»
Goku ansimò con le mani appoggiate al terreno sabbioso e non riuscì a rispondere, respirava a fatica, come se avesse fame d'aria. Il Principe dei Saiyan si accovacciò sulle gambe, preoccupato.
«Se è un modo per dirmi che ti arrendi per oggi, sappi che potrei picchiarti molto forte» lo spronò Vegeta, non troppo convinto che si trattasse di ciò.
«N-no. No» balbettò Goku. Si sedette a terra e aggrottò le sopracciglia.
«Mi stai spaventando, razza di idiota» sussurrò Vegeta. Arrossì: era una fatica estrema per lui quella di ammettere preoccupazione. «Ti senti male? Dimmi che non è di nuovo qualche strana malattia al cuore che solo tu puoi prenderti».
Goku fece due respiri profondi e lasciò cadere al terreno qualche goccia di sudore. Cercò di calmare i suoi tremori, ma lo stato d'ansia che l'aveva colpito non riuscì ad affievolirsi.
«N... no, sto bene. Ho solo... ho solo una sensazione orribile, tremenda». Si tenne seduto con le braccia, ma la voglia era quella di sdraiarsi a terra.
Vegeta sollevò un sopracciglio. Cosa diamine poteva essergli preso? Possibile che non passasse giorno intero senza drammi?! «Di cosa di tratta?»
«Non lo so! So solo che non riesco a togliermi di dosso questa ansia...» ammise Goku, impegnandosi a fondo per riportare il suo respiro a ritmo normale.
«A cosa pensi sia dovuto?» domandò Vegeta.
«Ho come il presentimento che sia successo qualcosa di terribile».
Goku si asciugò la fronte e deglutì. Poteva sentirlo forte e chiaro, un tarlo nella sua mente che gli impediva di ragionare, una sensazione di angoscia e inquietudine che non provava da tanto, tantissimo tempo. Guardò Vegeta ed egli rispose al suo sguardo con visibile preoccupazione. Goku tentò di sorridergli per tranquillizzarlo, ma non ci riuscì. Allungò una mano verso di lui e gli afferrò il braccio. Lo trascinò più vicino a sé e Sua Maestà non oppose resistenza, lo lasciò appoggiare con la fronte contro il petto, sebbene con imbarazzo. Goku inspirò a fondo il suo odore, ma nemmeno il contatto con Vegeta riuscì a calmarlo, quella volta.
«Torniamo sulla Terra, Kaarot» gli propose Vegeta, con le guance dello stesso colore di una fragola matura.
«Sì. Sì, forse è meglio controllare che sia tutto a posto. Lasciami cercare le Aure dei nostri amici» disse Goku, senza però allontanarsi da lui. Chiuse gli occhi e lasciò che il battito del suo cuore si sincronizzasse con il suo respiro, spingendo la sua mente e il suo spirito fuori dal proprio corpo. Si allontanò dal pianeta satellite e si sincronizzò con il pianeta Terra per percepire le Aure di tutti i suoi cari. Le ricercò una ad una, nessuna di esse sembrava avere degli scompensi, dei picchi di energia.
Tutto sembrava normale, tutto sembrava esattamente come di consueto, fino a che non se ne accorse: in mezzo a tutte quelle Aure, una mancava. E il suo cuore perse un battito.
«PAN!»

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