Reclutamento

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.

-AFTER ALL -
CAPITOLO 42 - RECLUTAMENTO


Hey'll try to push drugs
Keep us all dumbed down and hope that
We will never see the truth around
So come on!
Their time is coming to an end
We have to unify and watch our flag ascend
They will not force us
They will stop degrading us
They will not control us
We will be victorious
(Uprising)


Ci vollero parecchi minuti per esporre a Re Kaioh il loro piano di battaglia, ma la cosa più frustrante fu che la divinità non si dimostrò entusiasta come speravano.
Scoprirono che non fosse stata opera diretta dei draghi in persona l'uccisione di Pan, in quanto loro non potevano apparire nel mondo degli umani sotto forma antropomorfa - ed era necessario che qualcuno li invocasse con le sfere per apparire come draghi.
Però, al contrario, vennero a conoscenza di un'altra informazione, forse ancora più sconcertante.
«Io non so quali siano esattamente le intenzioni dei draghi, ma quello che so di per certo è che Pan è stata uccisa da un combattente fatto resuscitare dal Regno degli Inferi» spiegò Re Kaioh, con la bocca increspata da un'espressione amara.
Goku e Vegeta si irrigidirono, come se avessero appena ricevuto addosso una secchiata d'acqua gelata.
«Fatto resuscitare da chi?» domando Goku.
«Queste informazioni dovrebbero essere riservate, ma io e gli altri Kaioh temiamo che siano i draghi stessi con i loro poteri a far resuscitare i combattenti» rivelò.
«Possono farlo? Anche se non invocati da qualcuno?» si stupì Vegeta, comprendendo quale fosse il problema reale, problema che Re Kaioh fu subito pronto a sottolineare.
«Certo che possono, anche se non invocati possono utilizzare i poteri dalla Dimora! E proprio per questo potrebbe essere pericoloso, potrebbero schierare un esercito intero contro di voi, l'esercito dei guerrieri della Dimora dei Draghi».
Goku impallidì. No, no, no. Era un problema, un vero problema. In quel posto vi erano i combattenti più forti di tutto il multiverso e, sebbene non tutti raggiungessero il suo livello combattivo, erano indubbiamente più potenti di alcuni guerrieri della loro ipotetica squadra. Videl, ad esempio. Come avrebbe fatto lei, una semplice terrestre seppur forte, a combattere contro uno come Freezer? No, dannazione, lo scenario era di gran lunga peggiore del previsto.
«Kaarot, tu che sei stato in quel posto, quanti combattenti ci sono in totale?» chiese Vegeta, non del tutto sicuro di voler conoscere la risposta.
Goku vagò con la mente tra i ricordi di quei quindici anni trascorsi nella Dimora dei Draghi. Tanti, troppi guerrieri, ed erano sempre di più ogni anno che passava. Alcuni draghi ne possedevano più di altri, ma era di gran lunga certo che una volta, parlando con Juno, avevano fatto un calcolo reale di quanti fossero.
«Attualmente all'incirca centottanta, guerriero più, guerriero meno» svelò Goku, dopo aver contato a mente quanti guerrieri possedesse ogni drago. Sì, centottanta era di certo un calcolo veritiero.
«Dannazione! Ed erano tutti forti? Più forti di te?»
«No. Io ero uno dei più forti, il più forte della squadra di Shenron insieme a Freezer, che però è decisamente meno forte di me. Ci sono altri quattro combattenti all'incirca al mio livello, e poi i due più potenti di tutti: Aymo, del drago Konero; e il migliore, Lorayo, del Drago Superiore» ricordò bene nella mente le lunghe ed estenuanti battaglie contro quei due guerrieri.
C'era andato vicino una volta, a battere Lorayo, ma il suo essere umano gli aveva sempre comportato scomode ferite e stanchezza. Ricordò anche di aver parlato tante volte con Juno di quanto non vedesse l'ora di ritornare lì sotto forma di spirito, per poterlo battere una volta per tutte. Tempi andati, oramai. Più ci pensava e più capiva quanto fosse stato sciocco a voler fare una cosa del genere. Perdere tutto quello che aveva per una cosa simile. Perdere i suoi figli, i suoi amici... perdere Vegeta.
«Quindi ci sono all'incirca sei combattenti o poco più che dobbiamo temere, in fin dei conti. Se ci alleniamo bene, se facciamo in modo che i nostri figli e gli altri si preparino alla battaglia in questi diciotto giorni, allora potremmo avere qualche esigua speranza» asserì il Principe. Tentò il più possibile di non darsi per vinto anche se, effettivamente, al momento le possibilità di vittoria erano alquanto scarse. «Ah, io mi prenoto per far fuori Freezer, ho un conto in sospeso con quella lucertola».
«Uffa, lo volevo io Freezer!» si lagnò Goku a braccia conserte.
Vegeta si illuminò di rabbia e gli puntò un dito contro. «Non ci provare neanche!»
«Allora facciamo carta forbice e sas-»
«MA LA VOLETE PIANTAREEEEEE!?» abbaiò Re Kaioh, facendo arretrare i due Saiyan, Bubbles e Gregory, tutti con gli occhi spalancati. «Vi sembra il momento di pensare a questo?! Non sappiamo nemmeno se sarà effettivamente questo il loro piano di battaglia! SIETE DUE ZUCCONI!»
Goku ridacchiò giulivo, mentre Vegeta lo guardò storto. Nossignore, non gli avrebbe lasciato Freezer nemmeno per tutto l'oro del mondo.
«Piuttosto, quanti combattenti sono dalla nostra parte, sulla Terra? Con chi devo mettermi in contatto?» domandò Re Kaioh, serio.
Vegeta e Goku si guardarono e vagarono con la mente alla ricerca dei loro compagni più forti, ma anche quelli meno potenti. Sarebbe servito l'aiuto di chiunque, nessuno escluso. Goku pensò a suo figlio, il primogenito, sperando con tutto il cuore che avrebbe accettato di collaborare. Chiedergli una cosa del genere avrebbe voluto dire ammettere che la morte di Pan in fin dei conti fosse stata anche colpa sua, quindi non ci sperò più di tanto. Forse Gohan sarebbe rimasto nell'ombra, forse non avrebbe nemmeno voluto saperne di allenarsi.
Il Principe dei Saiyan, invece, era più che certo che Gohan l'avrebbe fatto: quale modo migliore per vendicare la morte di sua figlia? Avrebbe combattuto. Magari non l'avrebbe fatto per suo padre, non al suo fianco, ma avrebbe lottato senz'altro. E così, ad alta voce, iniziò a elencare tutti i loro amici.
«Trunks, Bra, Gohan, l'altro figlio stupido di Kaarot, Ub, Triclope e il suo amico Pupazzetto, Lattina numero 18... ah, anche C17 dovrebbe essere tornato in vita, poi quel pallone gonfiato di Majin Bu... per quanto valga la pena anche Videl e il Genio delle Tartarughe sanno combattere. Dannazione, non possiamo recuperare Muso Verde nel Regno degli Inferi? Tipo fargli ottenere un permesso come hanno fatto con me contro Kid Bu?» disse Vegeta ricordandosi che Piccolo fosse rimasto bloccato nel Regno degli Inferi per fare uscire Goku, nonostante gli spettasse il Regno dei Cieli.
Vegeta ignorò le occhiatacce che Kaarot gli riservarono a causa dei soprannomi dati ai loro amici.
«Anche se riuscissimo a convincere il Regno degli Inferi - ma la vedo grama, dato il periodo - sareste comunque pochissimi. Quattordici - alcuni decisamente poco forti - contro centottanta. È un suicidio» constatò Re Kaioh, con un certo pessimismo.
«Quindici» lo corresse Goku, con tono risoluto. Sorrise al solo pensiero di mettere alla prova il combattente del quale stava parlando.
Sia Vegeta che Re Kaioh lo guardarono torvi, senza capire affatto a chi si stesse riferendo.
«Quindici? E chi sarebbe il quindicesimo? Non vorrai mica far combattere Goku Jr!? Dovrai passare sul mio cadavere, piuttosto» lo minacciò il Principe, pensando che Kaarot si fosse bevuto il cervello.
Questi negò con la testa.
«No, no, affatto. Re Kaioh, si ricorda di cosa le ho raccontato, tanti anni fa? Capisce a chi mi riferisco?» alluse Goku ricordando che, quando si trovava nella Dimora dei Draghi, aveva domandato a Re Kaioh notizie di una persona in particolare, e la divinità aveva insistito per sapere di chi si trattasse.
Re Kaioh si illuminò, raggiante.
«Ah, giusto. Sì beh, è molto forte, ma rimanete comunque troppo pochi!»
«Kaarot, di chi diavolo state parlando?» si intromise Vegeta, curioso e innervosito da cotanta aria di mistero.
Chi poteva essere quel quindicesimo combattente di cui tanto millantavano la forza? Insomma, come poteva esserci sulla Terra un guerriero tanto forte senza che se ne fosse mai accorto? Impossibile. Forse non era un terrestre, forse era dall'altra parte dell'universo.
«Ah, poi ci sono Namecciani! Possiamo chiamare i Namecciani, se acconsentiranno. In fondo siamo sempre stati alleati!» si ricordò Goku, con il volto raggiante.
«Non sono molto forti, ma meglio che niente, possiamo prov-» rispose Re Kaioh, interrotto dalla voce furiosa del Principe, il quale fece irrigidire e indietreggiare tutti gli altri.
«SI PUÒ SAPERE CHI CAVOLO È QUESTO DANNATO QUINDICESIMO COMBATTENTE, PER TUTTI GLI DEI?!»
Goku ridacchiò nervoso; sapeva che rivelare al Principe dei Saiyan un'informazione tanto riservata sarebbe stato rischioso. Probabilmente non l'avrebbe presa bene, affatto. Proprio per quel motivo decise di attendere, tergiversare e soprattutto rimandare a più tardi il momento nel quale avrebbe svelato l'identità del quindicesimo guerriero.
«Giuro, Vegeta, scoprirai ogni cosa non appena avremo contattato tutti. Ti prometto che, una volta andati via di qui, ti porterò a conoscerlo» promise Goku, con una mano dietro la nuca per grattarsi nervosamente. Caspita, come avrebbe fatto a spiegare al Principe una cosa del genere?!
Vegeta si innervosì e si girò di spalle a braccia conserte, soffiando di disappunto.
Cosa diavolo gli stava tenendo nascosto, quel citrullo? Che fosse un figlio illegittimo? Vegeta trasalì: aveva tradito Chichi, in passato? Con gli occhi spalancati lo guardò avvicinarsi alla divinità, ma la sua mente vagava oramai nell'iperuranio alla ricerca dell'immagine di un ipotetico terzo figlio di Goku. Diavolo, no, com'era possibile?
«Allora, Re Kaioh, è pronto?» chiese Goku, con un sorriso nervoso.
«Sì, Goku. Tu sei pronto? Immagino che sarai tu a voler spiegare come stanno le cose» domandò conferma Re Kaioh.
Invitò il ragazzo a mettergli una mano sulla spalla, tentando di instaurare un contatto mentale con tutti coloro i quali avevano scelto di reclutare.
«Credo che sia giusto così» sospirò, non potendo fare a meno di ripensare a Gohan.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per potersi riguadagnare la sua fiducia.

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