Il quindicesimo combattente

131 8 10
                                    

Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.

 
-AFTER ALL -
CAPITOLO 43 - IL QUINDICESIMO COMBATTENTE

Se gli avessero chiesto di ripeterlo, non ci sarebbe riuscito affatto. Neanche lontanamente.
Goku staccò la propria mano dalla spalla di Re Kaioh e cadde a terra, sulle ginocchia. Non si sarebbe mai aspettato di poter pronunciare un discorso del genere e, a giudicare dai volti stupiti delle persone che erano lì accanto a lui, nemmeno loro.
«G-Goku? Tutto ok, figliolo?» domandò Re Kaioh, con tono incredulo.
«Sì... sì, tutto ok» annaspò, inspirando con forza a pieni polmoni. «Tutto ok».
Vegeta, poco più lontano, lo guardò e si trattenne dal volerlo aiutare ad alzarsi. Diamine, se qualcuno gli avesse detto che quell'idiota di Kaarot avrebbe pronunciato un discorso simile, di certo non ci avrebbe creduto. Non lui, non quel sempliciotto di terza classe, non quell'uomo che non aveva mai guardato al di là del suo naso quando si trattava di battaglie. Era stato quasi commovente ma no, il Principe dei Saiyan non si commuoveva. Mai.
Lo guardò rialzarsi da solo dopo qualche secondo, per poi ritornare a sorridere come Vegeta era abituato vederlo fare in passato - ma un po' meno nel presente. Eppure quel sorriso da idiota oramai gli piaceva, e non riuscì proprio a dimostrarsi indifferente alla cosa. Lo guardò soddisfatto senza dimostrarsi duro come al solito e, avvicinandosi un poco, annuì con orgoglio.
«Ben fatto» riuscì solo a dire, accorgendosi di essere osservato non solo da una divinità, ma anche da una scimmia e un'accidenti di cavalletta. Arrossì nel vederli sorridere inteneriti, così decise di voltare le spalle e incrociare le braccia al petto com'era consueto fare.
«Beh, Vegeta... sei pronto a conoscere il quindicesimo combattente?» domandò Goku nel notare che, forse, era giunto il momento di andarsene di lì.
Sarebbe stata anche l'occasione perfetta per presentarsi davanti a questa persona senza destare sospetti. Quale scusa migliore se non quella di inventare che Re Kaioh non avesse tempo da perdere per aiutarli ad allenarsi?
«Dannazione sì, mi ero quasi dimenticato di lui».

E così, dopo la piacevole scoperta che nel regno dell'Aldilà non sarebbero mai stati osservati dai draghi, i due guerrieri ringraziarono e salutarono Re Kaioh. Egli promise che si sarebbe fatto sentire ogni giorno con le novità sul reclutamento dei combattenti, per dar loro delle notizie su come si stavano allenando gli altri guerrieri sulla Terra – che avrebbe spiato – e per fargli sapere se sarebbe riuscito a convincere Baba e Re Yammer a chiedere un permesso speciale per Junior. Ovviamente loro non avrebbero potuto recarsi da Re Kaioh, altrimenti avrebbero destato dei sospetti. L'avrebbero fatto solo se strettamente necessario.
Si teletrasportarono sulla Terra cercando l'Aura di Dende il quale, guardandoli comparire dal nulla, decise di non dire niente se non pronunciare un calorosissimo saluto come sua consuetudine. Volarono veloci giù per la grande torre, deviando poi in direzione della Città dell'Ovest.
«Che noia: Re Kaioh ci ha fatto perdere un sacco di tempo per poi lasciarci a mani vuote!» si lagnò Goku ad alta voce, fingendo alla perfezione. Oramai aveva appreso la tecnica della recitazione. «Poteva anche dircelo - prima che finisse il tempo della nostra Fusione - che oggi non sarebbe riuscito a farci allenare con i combattenti del Kaioh dell'Est. Per fortuna conosco questa persona con la quale possiamo allenarci. È forte, non capisco perché non mi sia venuto in mente prima!»
«Perché sei tonto, ecco perché» rispose di getto Vegeta, con un sorrisetto. Eppure tonto proprio non si stava dimostrando, a giudicare da come aveva capito di dover fingere. E lo stava facendo bene.
Goku aveva captato dove si trovasse la persona che stavano cercando, conosceva fin troppo bene quel luogo. Aveva speso tantissime giornate nel giardinetto di quella piccola casa di campagna ad allenarsi insieme a quel combattente, in passato. Sorrise, non pensava che sarebbe mai giunto il momento di presentarlo al mondo intero. Aveva promesso che l'avrebbe fatto solo in caso di urgente bisogno, e quale bisogno poteva essere più urgente di quello?
Si sentì in colpa, per un momento, per non essersi mai recato a salutare in quei trentadue giorni, ma era sicuro che quella persona avrebbe capito. Oramai conosceva Goku da tanti anni, non ci sarebbe stato niente di cui stupirsi.
«Mi devi promettere una cosa, però» interruppe il suo volo Goku, mettendo un dito davanti al viso di Vegeta. Dito che venne però scansato con un gesto nervoso simile a una sberla.
«Dipende, odio quando mi chiedi di farti promesse» grugnì.
«Non devi dare di matto, per nessun motivo al mondo» si raccomandò Goku, con le mani unite a mo' di preghiera.
«E perché mai dovrei?! Cielo, Kaarot, mi stai spaventando» disse Vegeta, tornando all'ipotesi del figlio illegittimo. Dannazione, doveva essere per forza così, altrimenti perché tutti quei misteri?
«Promettimelo e basta!» insistette lui, con voce infantile.
«Dannazione, ok! Cosa vuoi che me ne importi se hai avuto un altro figlio?!» sputò fuori Vegeta, rosso come un peperone. Ecco, l'aveva detto.
Goku strabuzzò gli occhi e spalancò la bocca in un'espressione che il suo rivale avrebbe definito - giustamente - da ebete. Poi rise. Rise sempre più forte finché il Principe non tentò di sferrargli un pugno in pieno volto. Oramai avrebbe dovuto saperlo quanto Vegeta odiasse essere sbeffeggiato.
«Un figlio?! Ma di cosa diamine stai parlando?» rise ancora Goku, evitando un altro pugno per poi fermarsi e guardarlo più seriamente. «Vegeta... hai veramente pensato che potessi aver tradito Chichi?!»
«Che ne so, non finisci mai di stupirmi, tu» rivelò il Principe pensando che, se avesse continuato ad arrossire, gli sarebbe colata via la pelle dal volto. Già, come poteva aver pensato che quell'idiota - che probabilmente non aveva nemmeno capito come si facessero i figli - avesse tradito sua moglie? Si maledisse ancora di più quando si riscoprì sollevato del fatto che Kaarot non avesse l'indole del traditore.
«No, nessun figlio. Però... no, niente, lo scoprirai» si interruppe Goku, prima di poter rivelare subito qualche informazione di troppo.
«Ma cosa!?»
«Seguimi» lo invitò Goku, riprendendo il suo volo veloce verso Ovest.
«Ti odio» ringhiò il Principe, volando con le braccia incrociate al petto. Non capì se si stesse rivolgendo all'idiota oppure a se stesso.

After All || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora