Raggiungimi

142 13 11
                                    

Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.


-AFTER ALL -
CAPITOLO 30 - RAGGIUNGIMI



I had to find you
Tell you I need you
Tell me your secrets
And ask me your questions
Oh let's go back to the start
Nobody said it was easy
It's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be this hard
Oh take me back to the start
(The scientist)



- Atto II -



«Aiuto!»
Vegeta tentò di urlare ma uscì solo un rantolo di voce roca, quasi fosse appena uscito da una lunghissima apnea. Era buio intorno a sé, non vi era alcuna luce, alcuna traccia da seguire. Si sentiva la testa pesante e le mani bloccate aderenti al corpo. Provò a divincolarsi ma non ci riuscì, pur non essendoci nulla che facesse resistenza contro il proprio corpo. Era paralizzato.
«C'è qualcuno? AIUTO!»
«Che succede?»
Quella era la voce di Kaarot, l'avrebbe riconosciuta tra mille. Non sembrava lontano, poteva percepire persino al sua Aura farsi sempre più vicina.
«Non lo so... non riesco a muovermi» asserì il Principe tentando di contorcersi e di annaspare nel buio, ma niente.
D'improvviso la luce si accese, ma Vegeta dovette socchiudere le palpebre. Da quanto si trovava lì dentro? Come potevano i suoi occhi essere così poco abituati alla limpidezza?
Li riaprì piano piano, mettendo poi a fuoco qualcosa che mai, mai si sarebbe aspettato di vedere. Kaarot era lì, davanti a lui. Sorrideva, era tranquillo, come se tutto fosse normale.
Ma no, non c'era proprio nulla di normale in quel luogo, soprattutto perché, proprio dietro di lui, un'altra figura si stava avvicinando con un ghigno molto noto: il suo. Era se stesso.
«Ma cosa...» il Principe soffiò. Sentì come se non avesse più ossigeno. Si guardò le mani e i piedi e non erano legati, tentò di muoversi ma era ancora paralizzato.
Kaarot si girò verso l'altro Vegeta, il doppione, e non smise di sorridere. Lo abbracciò, lo abbracciò come aveva fatto con il vero Vegeta, poi lo guardò negli occhi. Erano vicini, molto vicini, così vicini da far toccare i loro nasi, così uniti persino da far sfiorare le loro bocche.
«Cosa... ma che...» gracchiò Vegeta. No, non poteva accadere, non poteva accadere così. «Sme... smettetela»
Avvertì la bocca asciutta, avrebbe voluto urlare ma non ci riuscì. Ma eccolo lì, quello specchio di se stesso - quell'identico gemello uscito da chissà dove - levò una mano sopra la testa del suo rivale. Fece brillare di luce propria quell'oggetto che prima, il vero Vegeta, non aveva notato. Un pugnale.
«NO! KAAROT, SCAPPA!» urlò il Principe dei Saiyan. Ma fu troppo tardi.
Una, due, cinque coltellate. E ancora, ancora, ancora. Il gemello di Vegeta rideva senza voce, senza emettere suono, accarezzando con gli occhi l'immagine di quel corpo scempiato che si accasciò senza smettere di sorridere. E ancora una, due, tre coltellate.
Il Principe, quello vero, provò di nuovo a divincolarsi. Avrebbe dovuto salvarlo, avrebbe dovuto fermare quello spettro di se stesso, ma non riuscì a fare niente. Urlò di nuovo nel disperato tentativo di far cessare quel martirio.
«LASCIALO STARE! LASCIALO! LAS-»

«PAPÀ!»
Vegeta aprì gli occhi, annaspò come se qualcuno avesse tentato di strangolarlo. Si mise seduto, tossendo, respirando affannosamente. Mise poi a fuoco la figura femminile che, con volto apprensivo, sostava sopra di lui.
«B... Bra?!» soffiò, deglutendo. Le luci del mattino penetravano tramite la finestra e un gran mal di testa iniziò a prendersi gioco di lui.
Era stato solo un incubo. Un sogno terribile. Quanto aveva dormito? E soprattutto, quanto aveva bevuto? Si guardò intorno e trovò tutte le risposte sul suo comodino. Erano quasi le nove del mattino e due bottiglie di whiskey si facevano compagnia, svuotate fino al fondo.
«Stai bene?» domandò sua figlia, con gli occhi spalancati. «Urlavi... urlavi cose incomprensibili. Per fortuna Goku Jr è all'asilo, altrimenti si sarebbe spaventato. L'unica parola che ho capito era... "Kaarot"».
«Sto bene. Ho solo esagerato con il whiskey» mentì.
Si alzò con un balzo e tentò in tutti i modi di rimanere in equilibrio su se stesso. Bra, dietro di lui, lo guardò allontanarsi, affranta.

After All || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora