Dall'altra parte

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Disclaimer:

Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
-AFTER ALL -
CAPITOLO 67 - DALL'ALTRA PARTE


(è vivamente consigliato l'ascolto della seguente canzone durante la lettura del capitolo,
credo che rappresenti alla perfezione ciò che sta accadendo)

Tell me would you kill to save your life?
Tell me would you kill to prove you're right?
Crash, crash, burn let it all burn, this hurricane's chasing us all underground


No matter how many deaths that I die, I will never forget
No matter how many lies that I live, I will never regret
There is a fire inside that has started a riot about to explode into flames

The promises we made were not enough
The prayers that we had prayed were like a drug
Do you really want?
Do you really want me?
Where did you go?

Hurricane (3stm)


L'aveva visto cadere su se stesso tra le braccia di quella donna, accartocciarsi come un foglio spiegazzato. Goku l'aveva osservato perdere i sensi e chiudere i suoi occhi neri dal taglio allungato, e lui non era riuscito a fare niente per impedirlo. Lei, quella copia pressoché identica della sua migliore amica, aveva infine dimostrato la sua vera natura: un mutaforma. La sua pelle di porcellana, in pochissimi istanti, si era tinta dello stesso colore di un prato primaverile e, senza far passare attimo sufficiente per poter reagire, aveva preso di peso il corpo esanime del principe dei saiyan avvolgendosi in un fumo di colore nero, impedendo così ai due intrusi di poterlo seguire.
«DANNAZIONE!» urlò Goku gettandosi d'istinto all'interno del fumo, tentando in tutti modi di poter comprendere quanto lontano potesse essere andato. «DANNAZIONE, DANNAZIONE!» continuò a urlare, accendendosi come una torcia liberando finalmente quel fuoco, quella sensazione di bruciore che l'aveva assalito pochi minuti prima.
«Stupido, stupido, stupido!» ringhiò il ragazzo, battendo ripetutamente un pugno contro la parete metallica, causandone una grave incurvatura. Stupido. Non sapeva se rivolgere quell'insulto a se stesso - per non essere riuscito a fare niente per riportare Vegeta al pensiero ragionato - oppure direttamente al principe, il quale non era riuscito a distinguere la donna con la quale era stato sposato per anni da una mera copia. Eppure quella copia era identica, assolutamente la stessa persona. Se non avesse saputo che i tahabani fossero mutaforma, forse ci sarebbe cascato anche lui. Ma, dannazione, perché diavolo non li aveva ascoltati? Perché non si era fidato di lui ed era corso immediatamente da quel clone orribile? Quel testone, stupido, cretino. E poi diceva che era lui, l'idiota!
«Goku, dobbiamo trovarlo prima che possano fargli del male» lo riportò sulla retta via Kibitoshin, senza osare sfiorare l'alleato nemmeno con un dito. La temperatura del suo corpo probabilmente lo avrebbe persino ustionato per quant'era incandescente.
Il Super Saiyan cercò in tutti modi una via perseguibile per estinguere la sua furia e ragionare con razionalità. E la trovò in un angolo preciso del cuore nella consapevolezza che, per quanto fosse tremendamente arrabbiato, l'ultima cosa che avrebbe voluto era che qualcuno potesse far del male a Vegeta. Si rese conto che non ci sarebbe stato affatto tempo da perdere e con l'occhio della mente cercò tra tutte le auree esistenti quella del principe dei saiyan, percependola cristallina e potente.
«Arrivo!» mormorò lui aggrappandosi con le dita alla tunica di Kibitoshin, scomparendo dal corridoio angusto per ritrovarsi nell'immediato in un grande scantinato. Il rumore dei macchinari era assordante, il suono stereotipato delle pompe a gas che prelevavano il petrolio dal terreno fece vibrare i suoi timpani fino a provocargli dolore. Grandi e immense cisterne metalliche sbuffavano dalle valvole del vapore caldo, umido, tanto denso da limitare la visuale.
Ma, come percepito dal grande guerriero saiyan, Vegeta era lì in piedi di fronte a una di esse, con il volto scioccato e la tuta nera e grigia strappata in più punti.
«V-Vegeta! Cosa è successo?» domandò Kibitoshin con riluttanza, tirando però un sospiro di sollievo.
«Non ne ho idea. Quell'essere mi ha portato in questo luogo e poi è scappato di là» si apprestò a dire lui compiendo grandi passi nella loro direzione, indicando alle loro spalle una porta magnetica bloccata da una serie di codici. «Andiamo a vedere».
Vegeta gli intimò con un gesto meccanico di seguirlo, ma Goku non si mosse e lo lasciò avvicinare da solo alla porta. Lo guardò voltarsi, contraendo poi il volto in una delle sue consuete espressioni di sdegno.
«Beh? Si può sapere cosa diamine stai aspettando?» gracchiò lui aggrottando la fronte, ma di tutta risposta ricevette il silenzio più lugubre. Goku lo guardò di rimando, schifato, in uno sguardo così carico di tensione che Kibitoshin fu costretto a fare un passo indietro, intuendo perfettamente cosa stesse succedendo.
Goku mosse un passo nella sua direzione inaspettatamente, facendo risuonare un ringhio gutturale spaventosamente animalesco. Poi, in una frazione di secondo, alzò il braccio di scatto ed emanò un fascio di luce così potente e così caldo da investire in pieno Vegeta, aprendogli uno squarcio in pieno petto prima che egli potesse scappare, controbattere.
«K-Kaarot. C-cosa diavolo fa-» balbettò il principe dei saiyan, portandosi una mano a livello del cuore, interrotto però dal suo nemico il quale, teletrasportandosi a due centimetri dal suo viso, gli serrò un pugno sotto la mandibola.
«STAI ZITTO!» urlò Goku e, creando una nuova sfera di energia, gliela scagliò a livello dell'addome e lo polverizzò, guardandolo scomparire tra il fumo e le fiamme.

After All || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora