Dobbiamo avere fiducia in loro

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.

-AFTER ALL -
CAPITOLO 44 - DOBBIAMO AVERE FIDUCIA IN LORO




Eva aveva sentito parlare di Gogeta. Aveva percepito sulla propria pelle la sua forza durante la grande battaglia contro Li Shenron, aveva potuto osservarlo da lontano, di nascosto. Ma, a dispetto di quanto fosse preparata a combattere contro un essere così fuori dal comune, si stupì di quanto fosse prestante e straordinario.
Nemmeno Gogeta riuscì però a restare indifferente di fronte alla forza di quella Saiyan e, al contrario di Goku che aveva ben avuto occasione di conoscere la forza di Eva, Vegeta rimase a bocca aperta nel misurarsi con lei. Di certo era la donna più forte contro la quale avesse mai combattuto. Era stato messo alle strette da C18, una volta, ma era pur sempre un cyborg; Bra, invece, non si era mai impegnata poi così tanto nella lotta e, nonostante fosse una degna combattente, Eva lo era molto di più - anche rispetto a Pan.
Vegeta era a conoscenza della forza delle donne Saiyan, ma mai si sarebbe aspettato di poterla ammirare di nuovo in una forma così incredibile. Ricordò una delle rare volte in cui aveva visto sua madre combattere, quando era piccolissimo. Era meravigliosa, sinuosa, stratega. Non aveva molte memorie di lei, ma quella era senza dubbio una delle più affascinanti.
Ed Eva... Eva gliela ricordava parecchio. Come si muoveva, come combatteva, come parava i colpi, per quanto fosse temibile nonostante fosse figlia di un combattente di infimo livello. Beh, era pur sempre nipote del guerriero più forte che avesse mai conosciuto.
Ma, nonostante Eva facesse di tutto per opporre resistenza all'invincibile Gogeta,  non aveva poi così tante chance di sopravvivere già in partenza, anche dopo essersi trasformata in Super Saiyan.
Avevano deciso di andare a combattere sul pianeta satellite dei Kaiohshin – i quali erano stati informati di tutto l'accaduto da Re Kaioh - in modo tale da non rivelare ancora la presenza di Eva agli altri guerrieri.
«Impegnati di più!» gli intimò Gogeta il quale, per risparmiare tempo ed energie per mantenere la Fusione attiva, aveva deciso di non trasformarsi in Super Saiyan di quarto livello ma di rimanere al primo stadio.
«Ci s-sto, provando!» digrignò i denti Eva, impegnata respingere in tutti i modi una grandissima quantità di energia sprigionata dall'avversario.
«Non abbastanza, evidentemente» la sbeffeggiò Gogeta, alimentando ancor di più il fascio di luce con un sorriso al limite della perfidia.
Eva urlò e chiuse gli occhi, poi sprigionò tutto il suo Ki invadendo le alte montagne di fulmini e scosse elettriche, e Gogeta spalancò la bocca esterrefatto. Sì, senza dubbio - nonostante l'ibrido non stesse combattendo al pieno delle proprie energie - quella ragazza gli stava dando parecchio filo da torcere. Quando finalmente Eva riuscì a deviare il fascio di luce in direzione del cielo azzurro, Gogeta non poté fare a meno di ridacchiare tra sé e sé. Di certo sarebbe stata una persona utile in prima linea, contro quell'ipotetico esercito capitanato dai draghi. A giudicare dal suo modo di combattere e di agire, ella avrebbe potuto facilmente riuscire a tenere testa a Trunks e, forse, persino a Gohan (in quanto non si allenava da tanti, troppi anni). Era sul serio un vero peccato che Bra non fosse almeno vicina al suo livello, non attualmente almeno, altrimenti avrebbero potuto ricorrere anche loro alla Fusione.
Vegeta, per un attimo, sperò che Trunks mettesse da parte il suo rancore nei confronti di Goten, in modo tale da poter combattere uniti anche loro sotto forma di Gotenks.
Gogeta sorrise sghembo al ricordo di quell'accoppiata vincente. Erano stati due bambini fenomenali. Ma, proprio nell'attimo in cui Gogeta si perse nei propri ricordi e i propri pensieri, Eva colse l'occasione per attaccare e il suo colpo andò a segno in pieno stomaco.
«Che fai, abbassi la guardia?!» sbeffeggiò lei, ancora con il potente pugno incastrato tra gli addominali dell'avversario, schivando poi un calcio di contrattacco. «Troppo lento! Hai fatto la Fusione con una tartaruga, per caso?»
«Tsk» si indispettì Gogeta. Balzò all'indietro su una delle vette più alte di quella piccola catena montuosa, poi ringhiò.
«Tua nipote è una vera insolente» commentò nella mente Vegeta, scardinando la sua coscienza.
«Qualcosa da Radish deve pure averlo ereditato» rispose Goku, pensando poi che sbeffeggiare l'avversario fosse una caratteristica che Vegeta non avrebbe affatto potuto criticare. Insomma, da che pulpito!
Così, cominciando di nuovo ad agire e pensare come un essere solo, Gogeta partì in picchiata in direzione della Super Saiyan. La colpì con un calcio che la fece precipitare per parecchi metri prima che ella si incastrasse con la schiena nel ghiacciaio.
«KAIOKEN!» urlò improvvisamente lei.
Fece sciogliere il ghiaccio e la neve, si illuminò di una luce rossastra e gonfiò i muscoli di tutto il corpo.
«Allora vuoi la guerra!» constatò Gogeta. 
Si scontrarono di nuovo e ancora, a mezz'aria, rincorrendosi poi lungo la vallata. Una caratteristica funzionale del modo di combattere di Eva era senza dubbio la sua velocità. Era molto agile e davvero molto rapida sia nei movimenti che nel volo. E così, dileguandosi dalla morsa dell'avversario, si posizionò in cima a un grande albero color amaranto e, dopo aver azzerato la propria Aura, attese che Gogeta si apprestasse a cercarla per atterrarlo al suolo con un attacco alle spalle. Scattò verso l'alto e, unendo entrambe le mani dietro la schiena, si accinse a caricare una sfera di energia. Era la sua ultima possibilità.
«Kame-hame» pronunciò con rabbia Eva, utilizzando una tecnica che le era stata insegnata dallo zio.
Ma, quando giunse il momento di sganciare l'attacco, Gogeta sparì dalla sua visuale.
«Adesso dimmi ancora che sono lento, ragazzina» fu solo un sussurro alle spalle.
Poi Gogeta la colpì con entrambe le mani a pugno per farla precipitare al suolo. Atterrò in malo modo sul terreno, e ogni tentativo di rialzarsi fu vano.
«FINAL KAMEHAMEHA!» urlò il Super Saiyan, scagliando il proprio attacco nella direzione della donna.
Eva si voltò giusto in tempo per vedersi arrivare addosso il lampo lanciato da Gogeta, poi chiuse gli occhi si parò con l'uso degli avambracci.
Provò dolore, tanto dolore. Ed ebbe seriamente paura di morire, ma ciò non accadde. Forse per miracolo, forse perché – così sperò – quel colpo non era devoluto a ucciderla. Ma non ci era andato tanto lontano.
Eva tossì polvere, tentando stremata di rialzarsi invano. Ricadde sulla schiena, dolorante. Probabilmente aveva più di qualche costola rotta. Tentò di mettere a fuoco il proprio corpo, ma si rese conto che la sua pelle fosse tutta bruciata.
«Aa... argh» soffiò scrutando attraverso il grande polverone, dal quale spuntò un uomo dai capelli neri a forma di fiamma. La Fusione era venuta meno.
Vegeta sogghignò e si accovacciò al suo fianco, divenendo subito molto serio.
«A-aiuto» implorò lei, portandosi una mano sul fianco. Stava perdendo molto, troppo sangue.
«Tuo zio si è molto arrabbiato con me per aver lanciato un colpo così forte» ammise Vegeta, con uno sguardo serio e imperscrutabile.
Eva non capì proprio perché, al posto di aiutarla in qualche modo, quell'uomo fosse fermo immobile a guardarla. Che fosse una vendetta nei confronti di suo padre? Sul serio? E soprattutto, dov'era suo zio?
«Ve... Vegeta... aiuta-mi».
Il Principe si avvicinò di più a lei e le mostrò un ghigno.
«Nel caso tu non lo sapessi, un Saiyan diventa sempre più forte ogni volta che sfugge alla morte. Per questo ti ho ridotta così male».
Eva spalancò gli occhi, poi vide comparire suo zio insieme a una figura dai capelli lunghi e bianchi. Kibithoshin.
«Te la sei cavata bene, in fin dei conti» commentò infine Vegeta, abbozzando poi un sorriso molto meno inquietante.
Eva sospirò, poi lasciò cadere la testa all'indietro per abbandonarsi alle cure magiche di quella divinità, maledicendosi poi per aver provato paura nei confronti del Principe dei Saiyan; oramai avrebbe dovuto saperlo che fosse cambiato.
E, rialzandosi, si rese conto di quanto in realtà quel colpo l'avesse aiutata: una nuova forza stava scorrendo nelle sue vene.

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