Incontro

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.

-AFTER ALL -
CAPITOLO 2 - INCONTRO


Fiammelle dorate nel buio. Profumo di fiori.
«Lo sapevo che eri qui» sibilò Vegeta.
C'era un uomo, lì, con la casacca celeste e i pantaloni giallo girasole. Non rispose, si limitò a fissarlo con espressione vacua e un ciuffo di capelli d'ebano che gli ricadeva sulla fronte. Kakaroth.
Vegeta si avvicinò ulteriormente, prendendo il coraggio di salire dalle scale bianche di quel gazebo infelice.
Kakaroth indietreggiò, come se si sentisse minacciato, come se la vicinanza del Principe creasse in lui una sensazione di disagio.
«Quindici anni» continuò Vegeta, presupponendo con un certo disappunto che il suo eterno rivale avesse perso l'uso della parola. «Ci hai messo quindici anni per tornare».
«Non potevo non salutarla...» ammise Goku. Fece un cenno disperato verso la moglie. I lumini che la circondavano danzarono a ritmo di un vento caldo.
«Ah, certo!» soffiò Vegeta, con un ghigno sprezzante in viso e il naso arricciato in completo disgusto. «Ma ti sei ben tenuto alla larga dal salutare tutti gli altri!»
«Hai ragione, ma ti giuro che io sono sempre stato con voi».
«E DOV'ERI!?» esplose di rancore, paonazzo in viso. «Dov'eri quando lei si è ammalata, eh? Dov'eri quando pregava il cielo che tu tornassi a salutarla? Dov'eri quando è morta!?»
«Vegeta...» sussurrò Goku. Si avvicinò per mettergli una mano alla spalla, ma questi la scansò con uno schiaffo.
«Non - mi - toccare» scandì, con pericolosa pacatezza. «O giuro che ti uccido».
«Ti prego, Vegeta. Lo so, lo so che hai sofferto, lo so che avete sofferto in tanti per la morte di Bulma».
«Non dire il suo nome».
«Era la mia migliore amica, non hai idea di quanto mi sia dispiaciuto».
«Lei era MIA MOGLIE!» abbaiò di nuovo Vegeta, sull'orlo di una crisi di nervi. «E Crilin? Dov'eri quando quella testa pelata è passato a miglior vita? E quel buono a nulla di Yamcha? Non ti nascondo di aver provato un senso di euforia quando ha tirato le cuoia, ma tu dov'eri? Non lo definivi tuo "amico"? LO SAI CHE SI È AMMAZZATO?!»

Goku chiuse gli occhi e deglutì. Quelle parole lo ferivano più dei micidiali pugni e calci che Vegeta gli aveva inferto in passato. Mai avrebbe pensato che potesse attaccarlo in quel modo. Non per questioni deliziosamente terrestri, almeno.
«Io... sì. Lo sapevo» balbettò.
«Tua nipote Pan e mio figlio si sono sposati, diavolo, siamo pure parenti adesso! Mi viene l'orticaria solo a pronunciarlo. Pensa a quanto sono caduto in basso...»
Goku si lasciò sfuggire un sorriso.
«Cos'hai da ridere, razza di idiota?!»
Vegeta tentò il più possibile di mantenere l'aura a livelli bassi per non farsi scoprire dai figli di quel mentecatto - che abitavano a pochi passi dal gazebo - ma ciò che il perfetto imbecille rispose rese ancor più arduo il perseguire di quel compito.
«Un po' mi sono mancati i tuoi insulti, sai?» commentò, ingenuo, stando ben attento a non dare modo al suo rivale di potergli cavare gli occhi con un attacco inaspettato. Era proprio vero: quel burbero Principe dall'aria arrogante gli era mancato sul serio, così come gli erano mancati tutti gli altri.

Erano passati quindici lunghissimi anni da quando aveva imboccato la via di fuga. Una scelta non del tutto condivisibile dalla sua famiglia e i suoi amici, e gli Dei solo sapevano quanti sacrifici gli erano occorsi per non mollare il colpo.
Goku si era convinto che tutti i problemi sulla Terra fossero derivati proprio dalla sua presenza, ed effettivamente così era stato: tutti i grandi nemici del passato avevano minacciato l'esistenza dell'universo soprattutto a causa sua. Da quando aveva deciso di andarsene per sempre, la Terra aveva vissuto il periodo di pace più lungo della storia dai tempi della sua nascita. Nessun mostro dal colore vomitevole e dal sadismo pungente aveva cercato di attaccare il loro pianeta. In quei quindici anni gli unici problemi ai quali la sua famiglia e i suoi amici avevano dovuto far fronte erano stati quelli delle persone normali, quelli enunciati nelle promesse nuziali: salute, malattia, ricchezza, povertà, nascita, morte. Problemi grandi, ma componenti e passaggi fondamentali da cui tutti prima o poi passano. Gli effetti collaterali della vita, insomma.
Avrebbe davvero voluto tornare prima per non perderseli, avrebbe dato qualsiasi cosa per trovare la forza e il coraggio di farlo, ma per il bene di tutti aveva deciso di non mettere a repentaglio ancora una volta il buon andamento della pace sulla Terra. Alla notizia della morte di Chichi, però, non aveva saputo resistere: era tornato, ma non sapeva per quanto. Non riusciva a capire come avrebbe potuto fare a svelare tutta la sua verità, non sapeva se e soprattutto come salutare i suoi figli, ma era grato che Vegeta l'avesse colto sul fatto: così facendo gli aveva risparmiato uno dei suoi tanti dubbi su come rivelarsi a lui.

After All || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora