Incomprensioni

95 10 5
                                    

Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
-AFTER ALL -
CAPITOLO 68 - INCOMPRENSIONI



What I want from us, is empty our minds
But we fake, we fuss, and fracture the times
We go blind when we needed to see
What I want from this, is learn to let go
No, not of you, of all that's been told

Fuck you, fuck you, love you
And if you hate me, hate me, hate me
Hate me so good
That you just let me out

Rootless tree (Damien Rice)



Voci confuse, lontane, quasi ovattate. La sensazione di stare immerso in un liquido denso, vischioso, che rende pesante e difficile qualsiasi movimento, persino quello di aprire gli occhi. Ci provò più e più volte, ma sentiva le palpebre pesanti come macigni. Forse stava morendo, forse era già morto e si trovava all'Inferno, o qualsiasi luogo dove quel grassone di Re Yammer avesse deciso di spedirlo.
Ma no, no, non era all'Inferno. Perché altrimenti non avrebbe sentito quella voce in lontananza, quella fastidiosissima voce della quale non riusciva più però a fare a meno. La sentiva sempre più forte, sempre più reale. Forse, se si fosse aggrappato a essa, sarebbe riuscito a destarsi.
«Quando si sveglierà?» domandò la voce di Kaarot, interrompendo quello che era senza dubbio il rumore dei suoi passi. Vegeta serrò di denti, tentando in tutti i modi di muovere le dita. Sì, sì, ce la stava facendo, riuscì a stringere i pugni seppur debolmente. Era frastornato, estremamente debilitato.
«A momenti, non temere» rispose una voce leggera, quasi dolce, una voce che il principe riconobbe come quella di Dende. «È stata una vera fortuna che Kibitoshin l'abbia portato da me in tempo. Ancora pochi minuti e sarebbe morto».
Vegeta si irrigidì ancora. Morto? Dannazione. Ora ricordava! Ricordava perfettamente cosa fosse successo e si sentì un vero e proprio idiota.
«Il veleno con il quale è stato addormentato non era solo un narcotico molto potente, ma era miscelato con una forte componente necrotizzante. I suoi tessuti si stavano sciogliendo dall'interno. Sono riuscito ad arrestare il processo e a rivitalizzare le sue cellule, ma l'effetto del sonnifero è stato più difficile da contrastare. Ad ogni modo guarda: credo che l'effetto stia svanendo proprio ora» continuò Dende prima di portare i suoi passi all'esterno della stanza. «Vi lascio un secondo soli».
Bianco, luce chiara e fastidiosissima apparve davanti ai propri occhi quando finalmente, in un impeto di buona volontà, tentò di aprirli. Un'immagine sfocata apparve sopra di sé, l'immagine di colui che si aspettava esattamente di vedere. Divenne sempre più nitido e, per tutte le galassie, sempre più reale. Ma vi era qualcosa di strano in lui perché, al contrario di ciò che si aspettò di ammirare, non sorrideva. Non era felice.
Il principe deglutì. Avrebbe davvero voluto esordire con una sua tipica frase a effetto tipo "e io che speravo di svegliarmi con una bella visione e invece, diavolo, mi ritrovo la tua faccia da idiota" ma no, non era Kaarot l'idiota in quel momento. L'idiota era lui.
«Dannazione... mi sono lasciato fregare» ammise sua maestà, cercando di tirarsi a sedere su quella scrivania improvvisata a giaciglio, ma ogni movimento sembrava estremamente difficile.
Goku non rispose ma, con espressione indecifrabile, lo aiutò ad alzarsi seppur contro la volontà del principe che mai, mai avrebbe voluto ricevere aiuto in una situazione del genere. Già si sentiva abbastanza cretino così.
«Che razza di imbecille» sussurrò e affondò più forte la lama nel proprio orgoglio, portandosi una mano sulle tempie pulsanti. «Cosa è successo, dopo?»
Goku strinse le labbra e si voltò immediatamente per interrompere quel contatto.
«Ho distrutto il pianeta. Quindi sì, anche le sfere» si limitò a rispondere, trovando ancora surreale un gesto tanto spietato da lui stesso compiuto. Ma del resto, come anch'egli aveva detto a Vegeta quando aveva ucciso i fantasmi dei suoi genitori, "a volte il fine giustifica i mezzi". E avrebbe dovuto arrendersi all'evidenza che non aveva distrutto quel pianeta per cattiveria, ma per salvarsi la pelle e salvare la pelle a quella testa di rapa che si ritrovava davanti, e tutta la loro stirpe.
«T-tu hai distrutto cosa!?» balbettò sua maestà incredulo, per venire poi interrotto bruscamente dall'alleato il quale, però, non si degnò nemmeno di girarsi per guardarlo negli occhi e, al contrario, si avviò verso la porta aggrappandosi alla maniglia come per fuggire.
«Sì, e mi sento già abbastanza in colpa per aver fatto saltare per aria migliaia di vite forse innocenti, quindi non mi va di parlarne».
Vegeta aggrottò le sopracciglia e non riuscì proprio a comprendere il comportamento del suo alleato. Era strano, veramente strano. Portò un piede al pavimento, poi l'altro, trovando finalmente un equilibrio e la forza di reggersi in piedi. Man mano che i secondi passavano, stava ri-acquistando sempre più la padronanza del proprio corpo e le energie.
«Kaarot, se l'hai fatto avrai avuto le tue ragioni» si limitò a dire Vegeta, raggiungendolo vicino alla soglia d'uscita.
«Sì, lo so. Sei pronto? Dobbiamo andare, adesso» gli domandò roco Goku aprendo la porta di scatto, venendo però afferrato per la spalla dal suo rivale. Quel contatto gli provocò brividi, brividi misti a rabbia, e proprio non riuscì a comprendere come fosse possibile.
«Si può sapere cosa diamine ti prende?» lo incalzò il principe, serio, quasi sull'orlo di prenderlo a pugni. C'era qualcosa che non andava in lui e non lo sopportava. Non che gli desse fastidio che per una buona volta fosse estremamente taciturno, ma non sopportava il fatto di non conoscere il perché. Aveva disintegrato un pianeta, certo, ma Kaarot non si sarebbe mai tirato indietro per piagnucolare sulla sua spalla. E, anche se Vegeta lo avrebbe trovato alquanto imbarazzante e distruttivo per l'orgoglio di un saiyan, il fatto che non lo facesse lo mandava fuori dai gangheri.
Soprattutto perché Goku, senza nemmeno voltarsi, si liberò dalla presa del principe con una freddezza asfissiante.
«Niente, Vegeta. Andiamo».

After All || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora