Vecchie conoscenze

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
-AFTER ALL -
CAPITOLO 66 - VECCHIE CONOSCENZE



Buio, sempre più buio. I combattenti sulla Terra non ci avevano fatto caso fino in quel momento, ma il cielo ricoperto di nuvole scure si stava facendo man mano sempre più nero. Quanto tempo era passato? Due ore? Tre ore? Cinque? A questo nessuno aveva fatto caso ma, con tutta probabilità, il sole sopra i monti del Nord aveva iniziato la sua lenta discesa verso il notturno riposo.
Juno - l'amico di Goku nella Dimora dei Draghi - e Snar - uno dei combattenti più forti il quale era passato in precedenza dalla parte dei buoni - percepivano la tensione a mille in ogni cellula del loro corpo, e la motivazione era una e una soltanto: se loro fossero morti in quella battaglia i Draghi non li avrebbero mai più resuscitati. Così era accaduto per gli altri, tutti i guerrieri buoni risvegliati dal maleficio. Così era accaduto per Dogota e Ukim, altri valorosi guerrieri conosciuti da Goku come amici. Sangue, tanto sangue versato sul terreno brullo e la neve quasi sciolta. Decine e decine di corpi erano caduti senza mai più rialzarsi e, se per un attimo la situazione sembrava essersi risolta alla pari, la continua dipartita dei combattenti buoni aveva reso di nuovo squilibrata quella battaglia. I nemici erano addirittura aumentati dal momento in cui i Draghi avevano deciso di resuscitare tutto l'Inferno per riversarlo addosso a loro e sui pianeti dei namecciani (nonostante alcuni di essi possedessero una misera forza combattiva), mentre gli alleati stavano man mano cadendo come foglie autunnali.
I membri della squadra Z erano allo stremo oramai da parecchio tempo ma, per inerzia, stavano continuando a combattere con coraggio e determinazione. Sarebbe stata solo questione di tempo, gli aveva detto Re Kaioh pochi minuti prima. Goku e Vegeta stavano riuscendo nel loro intento e rimanevano solo tre Draghi da distruggere, tre pianeti da visitare in quella folle missione. E, ad ogni annuncio della divinità di un gruppo di sfere disattivate, i guerrieri Z ricevevano una spinta per poter andare avanti. Si guardavano forgiati da quelle notizie, si caricavano di speranza e si riscoprivano rinvigoriti. Quella forza, però, non li possedeva così a lungo, e la stanchezza tornava presto a rallentare i loro movimenti, rendendoli più vulnerabili e nervosi.
A causa della folta coltre di avversari giunti sulle montagne tramite il buco nero tra le nuvole, i combattenti rimasti sulla Terra avevano dovuto spartirsi i nemici, lasciando che Gotenks - già alla seconda fusione - e Mirai Trunks combattessero contro Loraymo a turno, da soli. Il guerriero ibrido nato dalla fusione dei due vecchi amici si rivelò sì potente, ma molto meno del previsto: il lungo periodo di assenza di frequentazione dei due ragazzi aveva contribuito a creare una grossa spaccatura nei loro vissuti. Si conoscevano fin da quando erano solo dei ragazzini, vero, ma gli screzi degli ultimi anni avevano lasciato loro un vuoto incolmabile che neppure il perdono era stato sufficiente per congiungere completamente le loro menti all'interno dell'ibrido. Qualcosa che andava ben oltre la loro volontà e di assolutamente inspiegabile. Ed era diverso, molto diverso dal combattente sbruffone e allegro di quando erano bambini: era più serio, maturo, e a tratti anche più timoroso. Non vi era più quella spavalderia di fronte al pericolo tipica della fanciullezza, e questo era senza dubbio un altro punto a sfavore.
Ma, nonostante queste pecche, Gotenks si impegnò a fondo e a lungo. Ce la mise tutta per contrastare gli attacchi di Loraymo unendo le forze a quelle dell'uomo del futuro e, anche se non riuscirono a infliggergli più di qualche misero danno, difesero i loro compagni in modo impeccabile. Niente attacchi esuberanti con nomi improbabili e niente palloncini a forma di fantasma, solo un forte guerriero impegnato nel mettere al sicuro il proprio pianeta e le persone amate. Erano padri entrambi, Trunks e Goten, e avrebbero difeso le loro famiglie e i loro figli a costo della vita. E, nei loro cuori, entrambi avevano bene in mente quale sarebbe stata la prima cosa da fare se avessero vinto quella guerra: ricominciare da capo e far rifiorire la loro amicizia. Quella era la loro nuova forza.
Gohan, invece, stava adoperando ogni energia per difendere Videl; i due androidi Gemelli non avevano potuto fare a meno di prendersela con un resuscitato Cell, mentre Eva e Junior stavano operando nell'ombra per falciare le gambe dei nemici con estrema velocità.
La saiyan e il namecciano, dotati di incredibile intelletto e strategia, avevano smesso da tempo di rispettare le regole dello scontro leale. Attaccavano alle spalle, di sorpresa, e non gliene importava proprio nulla delle buone maniere. Tuttalpiù che con un minimo sforzo e la massima resa stavano rendendo la vita dei loro alleati namecciani molto più facile, e l'estremo buio nel quale erano stati immersi da qualche minuto li aiutava a compiere il loro piano senza difficoltà.
«Ma quanto tempo è passato?» domandò Eva dopo l'ennesimo colpo da cecchino, avvicinandosi a Junior e seguendo i suoi frenetici movimenti da un lato all'altro di quel ghiacciaio oramai parzialmente sciolto.
«Dieci ore. Dieci ore dall'inizio della battaglia» confermò il super guerriero namecciano acutizzando i suoi sensi. Eva strabuzzò gli occhi; certo, le sembrava che fosse passato molto tempo, ma mai si sarebbe sognata di poter resistere così a lungo in una situazione così drammatica. Era un autentico miracolo che molti di loro fossero ancora vivi.
«Spero vivamente che quei due si sbrighino a far fuori i Draghi» commentò Junior volgendo gli occhi neri al cielo, proprio sopra l'aureola che gli circondava le verdi antenne. «Tra quattordici ore me ne dovrò tornare nell'Aldilà».

After All || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora