Come doveva andare

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.


-AFTER ALL -
CAPITOLO 25 - COME DOVEVA ANDARE


Un passo. Due passi. Tre passi. Respiro. Un lungo, denso, scottante respiro.
Vegeta percepì i propri polmoni sovraccaricarsi di aria fino a bruciare, sentì la testa leggera, così leggera da provare piacere. Forse sarebbe stato meglio svenire, ma così facendo non avrebbe portato a compimento il suo obiettivo.
Kaarot, di fronte a lui, era sudato fradicio, il respiro affannoso e un sorriso beffardo sulle labbra.
Si stavano allenando ininterrottamente da nove ore e nessuno dei due aveva mai proferito parola. Erano stanchi, inutile negarlo. Graffi ed escoriazioni mappavano i loro muscoli guizzanti, ma nessuno dei due aveva intenzione di smettere, quel giorno. In quelle lunghe settimane di allenamenti non si erano mai spinti così oltre, non erano mai arrivati a quel limite, non erano giunti mai al punto di retrocedere appositamente con le trasformazioni per rendere ancor più lungo quell'idilliaco momento di lotta.
Entrambi con i capelli biondi rivolti al cielo si fissarono a lungo. Sapevano che oramai fosse giunto il momento di smettere, non avrebbero potuto resistere un momento di più. Goku ridacchiò di nuovo - per quel giorno gliel'avrebbe data vinta, avrebbe ceduto lui per primo. La fiamma si spense e i suoi occhi verde acqua tornarono ad essere neri come il carbone, così come i capelli.
Vegeta lo squadrò ma, al contrario di quanto si aspettò Goku, non possedeva l'aria soddisfatta di chi era riuscito ad avere la meglio. No, non era affatto soddisfatto. Il suo sguardo era serio, opaco, tetro, quasi distante. Il sorriso di Goku si disperse nell'aria, si ritrovò ad essere spaventato.
Gli occhi di Vegeta erano così strani, così sofferenti, così diversi da quelli che aveva potuto ammirare la notte precedente. Cosa diamine stava succedendo?
«Vegeta? Va tutto bene?» domandò abbozzando un altro sorriso, un sorriso nervoso, falso.
Il Principe non rispose, rimase in silenzio. Il suo cuore batteva veloce, così rapido da poterlo sentire fin dentro le orecchie. Stava andando nel panico.
Chiuse gli occhi e respirò ancora a lungo fino a calmarsi, fino a raggiungere uno stato catatonico sufficiente per andare avanti, per trovare le forze di compiere quel gesto estremo. Era pronto a ucciderlo.

Vegeta aprì gli occhi e, con uno scatto felino, balzò in avanti. Goku non lo vide, fu così veloce da non poterlo nemmeno percepire.
Se lo ritrovò pochi centimetri dal naso, con gli occhi celesti contornati da venature rosse. Si era ritrasformato in Super Saiyan di quarto livello. Goku non capì il perché di quel gesto, non lo capì fino a quando non percepì un calore strano all'altezza dello stomaco, un calore che poteva avere una sola e unica origine. I Saiyan si guardarono per un breve istante dentro al quale i loro occhi si comunicarono tutto, tutto ciò che avrebbero dovuto dirsi. E allora fu tutto più chiaro, quasi cristallino.
Goku chiuse gli occhi e lo lasciò fare, lasciò che quell'onda di energia gli trapassasse l'addome. Avvertì ogni lembo della sua pelle strapparsi, colse distintamente il fascio di luce perforargli la cassa toracica ed evadere attraverso la schiena. Provò dolore, così tanto dolore da voler urlare, ma non ci riuscì.
Cadde per terra con un rantolo, un manto di liquido caldo vestì l'erba di rosso. Tentò di respirare, ma gli risultò difficile, quasi impossibile. Riaprì gli occhi ma vide tutto offuscato, tossì e percepì le costole frantumarsi.
E fu allora che Vegeta si svegliò dallo stato catatonico in cui era caduto e lo vide, steso al terreno, martoriato dalle sue stesse mani.
No, non lo aveva fatto, no. Non poteva esserci riuscito, non poteva averlo premeditato per tutto il giorno ed esserci riuscito. Era come se si fosse risvegliato da un incubo, un incubo nel quale era stato sonnambulo e artefice di quell'atrocità.
Con un brivido si lasciò cadere sulle ginocchia.
«N... no» balbettò, trascinandosi fino al rivale. Kaarot, placido e straziato al contempo, stava ammirando il cielo. «NO!»
Lo aveva ucciso. Lo aveva ucciso e l'aveva fatto solamente per paura di ciò che era successo, paura di ciò che poteva comportare, paura di tutto quell'ingarbuglio di emozioni che avevano trovato nome e cognome della sua testa. Per colpa di quell'abbraccio, per colpa di quell'odore.
«KAAROT! KAAROT, TI PREGO GUARDAMI!» urlò Vegeta, scuotendolo con forza. «GUARDAMI!»
Ma Goku non lo guardò. Goku non rispose.
«Svegliati... SVEGLIATI!» gli ordinò con voce tremante, iniziando a tirargli pugni a livello del cuore nel tentativo di farlo ripartire. «TORNA QUI!»
Un pugno. Due pugni. Tre pugni. Niente.
«Mi dispiace...» sussurrò il Principe, scuotendolo ancora. Ed eccole, eccole quelle lacrime così acide da bruciargli occhi. Cielo, quanto si odiava! C'era riuscito davvero, era tornato ad essere un assassino, la persona orribile da cui era finalmente riuscito a scappare. Lo aveva ucciso, aveva ucciso un uomo a sangue freddo. Aveva ucciso un amico. Aveva ucciso la persona che...
«MI DISPIACE! MI DISPIACE, DANNAZIONE! MI DISPIACE» tuonò, illuminandosi di un'energia così forte da sradicare gli alberi attorno. Lo scosse di nuovo, lo percosse ancora.
«Mi dispiace...» mormorò ancora, spegnendosi, appoggiando poi la testa sulla spalla di Kaarot.
Non poteva crederci. Cosa diavolo aveva fatto? Come avrebbe fatto a spiegarlo a Bra? Come avrebbe fatto a spiegarlo ai ragazzi? Con che faccia sarebbe ritornato sulla Terra?
«Sei... sei stato bravo».
La voce di Goku era così bassa che Vegeta per un istante credette di averla sognata, che fosse stata una semplice illusione uditiva. Ma, quando alzò la testa e vide il suo viso contratto in una smorfia di dolore, capì che le sue percosse l'avessero realmente riportato indietro dall'oltretomba.
Vegeta si rizzò sulle ginocchia, incredulo e infradiciato di sudore e lacrime.
«Kaarot!» esalò, riacquistando un barlume di speranza e di colorito sulle gote. «Vado a chiamare i Kaiohshin!»
«V-va bene così, Vegeta. Lasciami morire, è g-giusto che sia così» balbettò Goku, scosso da tremiti e colpi di tosse.
«Ahh, risparmia il fiato!» tagliò corto Vegeta
Scattò in direzione del cielo, veloce come un fulmine in tempesta, scagliando raffiche di attacchi a ripetizione in direzione del pianeta dei Kaiohshin, per attirare la loro attenzione proprio come l'ultima volta.
Ma nulla accadde, nessuno arrivò. Vegeta provò di nuovo.
«Dove diavolo si sono cacciati quei buoni a nulla?!» si domandò. «MUOVETEVI, DANNAZIONE!»
Niente, nessuna risposta, nessun cambiamento.

After All || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora