Nascondersi

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.

-AFTER ALL -
CAPITOLO 10 - NASCONDERSI


I due giorni successivi trascorsero in un battito di ciglia, tra allenamenti intensi e serate di riposo.
Una settimana scivolata via, così.
Una vera manna dal cielo, per Goku, che ogni giorno pregava che Vegeta continuasse non accorgersi dello scorrere del tempo. O a fare il finto tonto, che dir si voglia.
Da quando la famiglia di Vegeta era partita per quella convention fuori città, questi non aveva un bel niente da fare la sera, di ritorno dagli allenamenti. Non era raro che i due Saiyan si rinchiudessero ognuno nella propria stanza (o meglio, Vegeta nella sua stanza e Goku nel salotto) a guardare la televisione o meditare.
Vegeta, tuttavia, si era anche sbottonato di più sulla questione "viale dei ricordi". Man mano che raccontava, più gli risultava facile farlo senza provare imbarazzo.
Aveva raccontato di quando Goten e Trunks si erano decisi a iscriversi all'università – e che quell'asino di Goten aveva lasciato i corsi dopo meno di sei mesi. Aveva raccontato come, una volta, il Genio delle Tartarughe avesse osato guardare il bel davanzale di sua figlia Bra e per poco non si era ritrovato con il cranio spezzato in due.
Aveva raccontato di quando Pan lo aveva aiutato a scegliere un appartamento decente, dopo che Bra aveva provato a comprargli un castello diroccato perché "beh, siccome sei un Principe pensavo il tuo gusto fosse retrò".
Aveva descritto il suono stereotipato delle sirene quando, una notte di agosto, la polizia li aveva richiamati tutti nei pressi di una casa in periferia. E aveva raccontato di come avesse preferito non rispondere alle domande dell'ufficiale sul perché, secondo lui, avessero ritrovato Yamcha in salotto appeso con una corda attorno al collo. E invece lo sapeva, o meglio, lo sospettava eccome: non aveva mai accettato la morte di Bulma, della donna che aveva amato per tutta la vita nonostante non fossero più insieme da decenni.
Aveva raccontato di quando Trunks gli aveva rivelato di avere una relazione con Pan e la sua unica risposta era stata "perché diavolo i miei figli vogliono per forza mischiare il loro sangue regale con quello della dinastia di Kakaroth!?".
Aveva raccontato di come finalmente, in una notte di inverno, era riuscito a ri-trasformarsi in un Super Saiyan di quarto livello nonostante la mancanza della coda.
Tuttavia, ogni volta che Goku aveva osato chiedergli qualcosa relativo alla morte di Bulma, Vegeta aveva cambiato discorso o accampato una scusa per allontanarsi, talvolta anche con qualche colorito insulto.

Oltre i racconti, però, i due non avevano grandi conversazioni. Si scambiavano qualche parola di cortesia, qualche battuta, talvolta qualche parere su ciò che passava in tv.
Vivevano insieme ma, con grande stupore del Principe, Kakaroth non era un coinquilino invadente. A volte combinava dei gran casini, sì, ma era sempre ben discreto nel cercare di nasconderli.
Quasi sempre.
«Certo, quindi devo presumere che questo porta-saponetta abbia imparato a camminare, sia inciampato giù dal lavandino e si sia rotto da solo» abbaiò Vegeta, con in mano i resti di ciò che che era stato un portasapone in ceramica.
«Ehm, no. Scusami, è che a volte non so proprio dove mettere la coda! Eheh» ridacchiò Goku, facendola oscillare proprio in faccia a Sua Maestà.
Vegeta la scacciò e gli ringhiò in faccia. «Prova ad annodartela al collo e stringere forte!»
«Ehi, non è carino da dire!» lo rimproverò Goku, sempre con un sorriso a fior di labbra.
«Carino?! Lo sai bene che io non sono carino!» abbaiò Vegeta e, in un impeto di furia, scagliò i resti del porta-saponetta sul pavimento appena fuori dal bagno, infrangendoli in mille pezzi. Ciò fece esplodere Goku in una fragorosa risata.
Di certo Vegeta non era "carino", ma era incredibilmente divertente. Lo era anche quando lo insultava, lo era anche quando gli sputava varioponte minacce di morte in faccia.
Se Vegeta avesse saputo di quanto Goku lo trovava divertente, di certo gli avrebbe spezzato l'osso del collo.
«Beh, che hai da guardarmi con quell'espressione ridicola? Levati di torno!» disse infatti. Si diresse verso il bagno e gridò alle proprie spalle solo altre parole avvelenate. «E raccogli quel disastro, razza di buono a nulla!»

After All || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora