In extremis

94 10 5
                                    


Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.
-AFTER ALL -
CAPITOLO 57 - IN EXTREMIS



Falling too fast to prepare for this
Tripping in the world could be dangerous
Everybody circling is vulturous
At least I go down to the grave and I happily
Leave the body of my soul to be a part of me
I do what it takes
Whatever it takes
Cause I love the adrenaline in my veins
I do whatever it takes
Cause I love how it feels when I break the chains

Whatever it takes





Fumo. Fumo verde, poi rosso. Una grossa nuvola carica di elettricità, il grido disperato dell'ultimo secondo prima dell'implosione. E poi cenere, cenere cosparsa sul pavimento dorato della stanza circolare. Sei paia d'occhi puntati al terreno, sei paia d'occhi spalancati in un'espressione di sgomento, di sgradita sorpresa.
Non se ne era quasi reso conto, Shenron, che il suo tempo da Drago immortale fosse giusto al termine. Nessuno l'avrebbe mai sospettato, nessuno avrebbe mai ipotizzato una simile svolta. Una catastrofe, un'imprevista catastrofe.
Un fiocco di cenere ancora calda giunse fino ai piedi di Onyma, il Drago Superiore, il più potente di tutti, il drago dalla pelle metallica. La sua bocca si digrignò di rabbia, mostrando tutti i denti celesti e appuntiti con un ringhio.
Con uno scatto nervoso della mano fece ricomparire un ologramma al centro della stanza, raffigurante però uno scenario completamente diverso da quello che stavano osservando pochi istanti prima. Non vi era più una battaglia, non vi era più morte, distruzione e una manciata di guerrieri dai capelli dorati che cavalcavano l'onda dell'esaltazione. Un giovane namecciano, sudato e con il respiro affannoso, era inginocchiato sulle piastrelle bianche di un tempio e, di fronte a sé, sette pietre dalla forma sferica presentavano crepe visibili; fumo verde smeraldo aleggiava ancora nell'aria, a partire da esse. E Onyma ci mise poco, pochissimo a comprendere cosa fosse appena accaduto.
Un urlo assordante, spaventoso, grottesco rimbombò per tutta la stanza circolare, ove i rimanenti cinque draghi oltre a lui sembravano aver perso l'uso della parola. Si guardarono con espressioni vacue, non comprendendo cosa fosse quel sentimento nuovo che si stava facendo largo nelle loro menti. Loro erano esseri sacri, divini, non avevano mai avuto modo di provare simili sensazioni. La paura. La paura di cessare di esistere.
Polunga si alzò dal suo trono e si accovacciò al terreno prendendo una manciata di cenere con la mano sinistra, lasciandola poi cadere di nuovo, lentamente. Shenron era stato il drago più simile a lui, quello con più caratteristiche in comune. Non si sarebbero potuti definire propriamente amici, no. Il concetto di amicizia era estraneo alla loro natura, ma forse erano stati alleati. Avevano parlato tanto, nel corso della loro lunga vita. Si erano stimati e, forse, il grosso drago nerboruto di Namek portava nel suo cuore – qualora ne avesse uno – dei ricordi piacevoli nei confronti di Shenron. Che fosse tristezza quella che provava nel lasciarsi scivolare dalle mani gli ultimi resti del drago terrestre?
«Onyma, dobbiamo fare qualcosa prima che possa accadere ad un altro di noi» sibilò Konero. Si sporse con il viso rosso e appuntito verso il Drago Superiore il quale, con un grugnito, si alzò dal suo trono e iniziò a camminare avanti e indietro in mezzo ai suoi simili.
«Dobbiamo difendere le sfere, dobbiamo difendere i loro creatori» constatò il grosso drago dalla pelle metallica ponendo le mani verso l'alto. «Non vinceranno. Dovessi usare tutti i miei poteri fino allo sfinimento!»
Un fascio di luce si irradiò dalla sua figura, causando tremiti e scosse sia nella loro dimensione che nel mondo degli esseri umani. La guerra non sarebbe finita lì.

«E adesso cosa diavolo succede?» aveva urlato il principe dei saiyan dopo la potentissima scossa percepita in tutto il pianeta Terra. Tutto aveva tremato per parecchi secondi e il cielo, già di un colore spaventoso, si era fatto ancora più oscuro; un'immensa spaccatura tra le nuvole aveva lasciato intravedere per qualche attimo un buco nero come l'ossidiana.
E, proprio in direzione di quel buco, alcuni dei combattenti si erano librati in volo, sparendo nei suoi meandri fagocitati dall'oscurità. I combattenti forti, soprattutto. Tutti tranne Loraymo il quale, impassibile, non aveva esitato a riprendere il combattimento attaccando Eva per prima.
«Non ci capisco più niente!» ululò Goku portandosi entrambe le mani tra i lunghi capelli neri. Si fiondò poi in direzione dello scontro insieme a tutti gli altri. Nessuno di loro avrebbe combattuto da solo.
«Sai che novità, Kaarot» commentò sarcastico il principe. Ma, in quell'occasione, persino il grande Vegeta non era riuscito a comprendere quale fosse stato il motivo di quelle sparizioni. Perché una manciata di combattenti aveva abbandonato il campo di battaglia? Nulla aveva senso, nulla stava seguendo un corso regolare in quella storia.
Gohan e Goku attaccarono Loraymo insieme, in pieno volto, con i pugni oramai sanguinanti e le giunture dolenti; egli rispose con un calcio all'addome a uno, e un pugno di tutta risposta all'altro. Eva, giunta dall'alto, provò con entrambe le mani unite a martello ad affondare il nemico ma, nonostante la sua velocità fuori dal comune, il mostro dalla pelle argentata sembrava essere sempre più veloce di lei.
Junior, Snar e gli androidi gemelli, vedendo scomparire i loro nemici di fronte ai propri occhi inghiottiti dal buco nero, si gettarono nuovamente nella tormenta per poter aiutare gli alleati rimasti mentre Bra, facente parte della razza saiyan, non resistette ad unirsi agli altri cinque membri della propria specie per affrontare il pericolo principale.
«Ragazzi! RAGAZZI, MI SENTITE?»
Una voce celestiale invase le menti di tutti loro, facendo però distrarre i due fratelli figli di Goku dalla lotta principale, i quali vennero scaraventati sulla neve senza troppi complimenti.
«Alla buon ora!» soffiò Vegeta digrignando i denti, riconoscendo forte e chiara la natura di quella voce.
«RE KAIOH!» urlò Goku. Si spinse contro il nemico accendendo una luminosa sfera di energia contro il suo stomaco, facendolo trascinare da essa fin contro una parete del ghiacciaio, dando così qualche secondo di tempo a tutti gli alleati di ricevere le informazioni.
«Ho ottime notizie: Dende e gli altri hanno trovato il modo di far sparire i Draghi!» rivelò la divinità dalla sua postazione nel regno dei morti, di fianco a Re Yammer.
«CHE COSA?!» gridarono tutti i buoni all'unisono, scambiandosi poi occhiate di eccitazione, sguardi che però vennero interrotti dal ritorno in auge di Loraymo il quale, gridando, si fiondò direttamente sul principe dei saiyan.
«È necessario convincere i loro creatori a distruggere le sfere, o eliminarli se si rifiuteranno di farlo. Se le sfere vengono disattivate il drago corrispondente ad esse sparirà per sempre. Shenron è già stato distrutto» svelò Re Kaioh del Nord con voce agitata.
Goku, per un momento, ebbe un tremito: Shenron li aveva salvati tante volte, li aveva resuscitati, aveva esaudito parecchi loro desideri. La sua avventura era iniziata proprio quando, insieme a Bulma, erano alla ricerca delle sue sfere. Era inoltre stato suo alleato nella Dimora dei Draghi ed era sicuro che, se fosse dipeso da lui, non sarebbe stato affatto necessaria quella guerra. A dispetto da quello che millantava Onyma - dichiaratosi neutrale nonostante fosse estremamente malvagio - Shenron era stato un drago buono.
Ma non era quello il momento di avere ripensamenti, di farsi scrupoli. Aveva scontato sulla propria pelle che fidarsi troppo avrebbe potuto rivelarsi fatale. Lo capì guardando Vegeta che, chissà come – dopo aver calciato lontano il nemico – sembrava aver capito ogni suo pensiero. Lo guardò con occhi gravi scuotendo la testa e, come di consuetudine, riuscì a riportarlo con i piedi per terra. No, non era il momento per provare pietà. Vegeta, Gohan, Goten e tutti gli altri erano più importanti di ogni cosa.
«Re Kaioh, ma è una notizia meravigliosa!» sentenziò Goku ritrovando il suo sorriso sornione.
«Sì, se non fosse per un minuscolo problema...»
«E ti pareva!» sbuffò il principe dei saiyan, poi prese con entrambe le mani la faccia di Loraymo, tirandogli una testata così forte da farsi male.
Non vi era secondo, neanche un attimo di respiro. Il nemico sembrava non esaurire mai le sue energie, era forte, troppo forte. E nemmeno sei valorosi guerrieri saiyan riuscivano a tenergli testa, tuttalpiù che la stanchezza stava iniziando a prendere il controllo dei loro muscoli. Goku e Vegeta dovevano ancora riprendere le loro piene energie dopo la fusione, ma non vi era tempo.
«Quando Dende ha distrutto Shenron temo che i Draghi si siano arrabbiati non poco: hanno mandato i combattenti più forti a difendere i loro creatori. Tranne quel mostro con cui state combattendo che, a quanto pare, è l'unico che vi sta dando realmente filo da torcere» spiegò accuratamente la divinità.
«Mi lasci indovinare: dobbiamo andare noi di persona per permettere ai namecciani di distruggere le sfere?» tirò ad indovinare Goku, venendo però colpito poi in piena schiena da una sfera di energia viola che lo fece precipitare al terreno. Egli si tirò su sui gomiti, tremando, volgendo poi il proprio sguardo verso i suoi alleati.
«Esattamente. Tu e Vegeta potete teletrasportarvi, siete i più veloci. E ci sarà Kibitoshin che vi accompagnerà sui pianeti più lontani».
Goku si rialzò a fatica dalla neve e barcollò. Il sangue che era sgorgato a fiotti dalle sue braccia gli si era congelato sulla pelle chiara, forti tremori interessarono la parte inferiore del suo corpo e, d'un tratto, la trasformazione in Super Saiyan si spense. Era giunto al limite: troppi sforzi, troppa tensione, troppa energia. Con un ringhio strinse i pugni e osservò sua nipote Eva insieme a Bra tentare di distrarre il nemico dall'attaccare il principe, ma poi venire scacciate con due semplici colpi dell'aura.
«E mi dica, come facciamo con questo qua? Non possiamo lasciare i ragazzi da soli, è troppo forte. Nelle condizioni in cui siamo riusciamo a malapena a tenergli testa in sei!» si inalberò Goku, stremato.
«Penseremo a una soluzione. Vado a consultarmi con gli altri» lo liquidò Re Kaioh, udibilmente agitato dalla situazione. Tutti dal mondo dell'Aldilà stavano osservando la battaglia, e ognuno di loro era rimasto assai sorpreso dalla tenacia e dalla grinta combattiva di quei valorosi guerrieri. Alcuni dei Kaioh, allibiti, non avevano la benché minima idea di come facessero a essere ancora vivi.

After All || ᴠᴇɢᴇᴛᴀ x ɢᴏᴋᴜ ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora