L'Esercito dei Resuscitati

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Disclaimer:

Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.

-AFTER ALL -
CAPITOLO 48 - L'ESERCITO DEI RESUSCITATI

Once upon a time in a daymare
Dying to meet you,
little child, enter enter this sideshow
The pendulum still sways for you
Such are the darks here to show you,
child in a corner,
fallen mirrors, all kingdom in cinders

(Scaretale)

Sapeva. Vegeta sapeva che quell'esercito sarebbe stato denso e difficile da combattere. Sapeva che non si sarebbe trattata di una lotta tutti contro un solo nemico comune, come di consueto. Sapeva che gli avversari da eliminare sarebbero stati tanti, tantissimi. Eppure non era pronto, non era del tutto preparato a veder schierate di fronte a sé tutte quelle persone, tutti quei guerrieri dall'origine e dalla razza diversa.
Perché l'Esercito dei Resuscitati era indubbiamente più terrificante e immenso di ciò che si sarebbe aspettato. Forse perché, al contrario di qualsiasi guerra che si rispettasse, i guerrieri non provenivano affatto dallo stesso luogo, dallo stesso pianeta, dalla stessa casata. Erano un'ammucchiata di specie divergenti tra loro.
Il silenzio sopra di quella vallata non era proprio riconducibile all'infuriare di una battaglia.
Nessuno si stava muovendo, nessuno fiatava ma ognuno di loro aveva gli occhi puntati addosso a un'unica persona, come il mirino di un cecchino. E quella persona rispondeva al nome di Son Goku, o Kaarot, che dir si voglia. Vegeta rimase inorridito da quello spettacolo gremito di inquietudine, ma non poté fare a meno anch'egli di volgere lo sguardo su di lui, su quell'uomo che, apparentemente, non era stato mosso da alcun tremito. Goku rispose allo sguardo per un secondo, tentando di alzare gli angoli della bocca in un sorriso venuto male, poi tornò a fissare la guerra silenziosa di fronte a sé.
Dalla parte dei loro alleati - appena dietro le loro spalle e disposti in una linea ordinata - vi erano Gohan, Videl, Goten, Eva, il Genio, Bra, Tensing, Riff, Ub e Majin Bu. Tutti avevano appreso della scomparsa di Trunks, pochi giorni prima, ma avevano nel cuore la speranza di vederlo arrivare da un momento all'altro. Specialmente Goten, specialmente Bra. Ma Trunks non arrivò, non vi era l'ombra di lui nemmeno tra le prime fila di quell'Esercito dei Resuscitati.
I combattenti della Squadra Z non avevano certo perso tempo a insistere nel chiedere spiegazioni nel momento in cui Eva aveva fatto capolino dal nulla, volando. I due figli di Goku avevano avvertito una strana sensazione nei suoi riguardi; aveva qualche cosa di oltremodo famigliare. Ma Eva non aveva risposto ai loro quesiti, aveva solo incrociato le braccia farneticando un semplice ma evitante "per ora vi basti solo sapere che sono dei vostri". No, non era esattamente il momento adatto per una riunione di famiglia.
Dietro i combattenti del pianeta Terra, inoltre, una ventina di guerrieri Namecciani erano raggruppati in un silenzio di tomba, ma tra di essi non vi era l'ombra di Junior. Con tutta probabilità i recenti eventi non avevano dato il tempo a Baba e Re Yammer di attivare il permesso con gli Inferi. E infine, in disparte, sospesi sopra una roccia appuntita, i due androidi gemelli osservavano la scena in silenzio, impassibili, belli e angoscianti come due bambole di porcellana.
I due Saiyan protagonisti in prima linea di quella tragedia non persero affatto troppo tempo per domandarsi chi e quanti fossero i guerrieri alle loro spalle, piuttosto non esitarono a squadrare uno ad uno i combattenti dell'altra fazione. Dell'esercito dei resuscitati.
E, se per Goku erano tutte facce oramai ben note e conosciute, Vegeta aveva solo i racconti del suo rivale per poterli riconoscere; quando si erano fusi in Gogeta negli ultimi giorni, infatti, Kaarot aveva descritto per filo e per segno l'aspetto e le tecniche di combattimento ricorrenti dei guerrieri più forti. Vegeta ne aveva riconosciuto qualcuno ma la sua ricerca e il suo studio degli avversari si era fermato nell'esatto istante in cui, tra la folla, aveva adocchiato il peggiore di tutti i suoi nemici; il più odiato, colui il quale faceva ribrezzo solamente a sfiorarlo con lo sguardo, lo sterminatore della sua razza, l'essere più ripugnante di tutto l'universo. Il guerriero immondo che ancora, dopo tutti quegli anni, suscitava in Vegeta sentimenti dolorosi e ricordi che non sarebbe mai riuscito a cancellare. Freezer sostava con le braccia incrociate e l'abituale sorrisetto meschino stampato sul volto levigato, sorriso che Sua Maestà non vedeva l'ora di aprire in due con un pugno ben assestato.

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