Freezer

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.


-AFTER ALL -
CAPITOLO 51 - FREEZER



All the hurt, all the lies, all the tears that they cry
When the moment is just right, you'll see fire in their eyes
Cause they're stronger than you know, a heart of steel starts to grow
When you've been fighting for it all your life
You've been working every day and night
He's got a lions in her heart, a fire in his soul
He's a got a beast in his belly, that's so hard to control
Now light them up, stand back, watch them explode

(Superheroes)


Non aveva atteso. Non vi era spazio per i preamboli, i grandi discorsi e le minacce. Se c'era una cosa che Vegeta aveva imparato nel corso degli anni era che fare il gradasso gli avesse portato solo guai. Si era morso la lingua più di una volta nel tentativo di desistere dallo schernire l'avversario, ma era stata dura, molto dura. Freezer non era il tipo di nemico contro il quale avrebbe potuto mantenere il sangue a una temperatura accettabile; lo sentiva ribollire nelle vene così come il risentimento nei suoi confronti. Quel mostro aveva giocato a fare il burattinaio con lui per tanti, troppi anni. Lo aveva ingannato, aveva teso la mano sul suo pianeta, la sua razza e, infine, anche su di lui, sporcandolo nell'orgoglio come mai nessuno aveva osato prima. E, ironia della sorte, Vegeta non era nemmeno riuscito a vendicarsi quando era tornato sulla Terra. Ci aveva pensato suo figlio, quello del futuro.
Non avrebbe permesso a nessun altro di compiere vendetta al posto suo quella volta ma, anche se avrebbe tanto voluto procurargli una morte lenta e dolorosa, sapeva che non fosse lui l'obiettivo principale di quella guerra. Avrebbe dovuto fare un lavoro pulito, veloce, rapido come i suoi attacchi.
Non stava incontrando nessuna difficoltà a scontrarsi con lui, si stava dimostrando nettamente in vantaggio - nonostante il grande miglioramento di Freezer - eppure il sorriso beffardo sul viso di quel bastardo non si era mai spento, e ciò mandava Vegeta in escandescenza più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Lo aveva attaccato più e più volte, si era accanito su di lui in modo sadico, consumandogli la viscida pelle del volto con pugni ben assestati. Le sue nocche, aperte e sanguinanti, pulsavano di dolore, ma era un dolore così piacevole da non riuscire a smettere. Però quel sorriso, quel sorriso derisorio continuava a persistere nonostante fosse chiaro e limpido che stesse per rispedirlo nel Regno degli Inferi. Era ridotto male, ma era puro godimento per Vegeta osservarlo soffrire anche se, per orgoglio, avrebbe tanto desiderato che gli implorasse pietà.
E così non aveva resistito, Vegeta, a rivolgergli la parola proprio nel momento in cui, bloccando Freezer con le spalle al muro contro una roccia ghiacciata, aveva puntato la sua mano incandescente a livello del suo petto, facendo roteare nel palmo una sfera rossa come una fragola matura.
Freezer sogghignò e sputò poi sangue di lato, troppo vicino allo stivale del Principe.
«Toglimi una curiosità, prima che ti mandi all'altro mondo» pronunciò freddo e crudele Vegeta, con il volto privo di ogni espressione.
«Ohohohoh» rise Freezer. La sua acuta e melliflua voce risuonò nelle orecchie del suo aguzzino, il quale corrugò la fronte infastidito da quella orribile, orribile risata. «Sei così sicuro di te, scimmione. Non ti accorgi nemmeno di quanto tu sia patetico».
Vegeta ringhiò e avvicinò di più la sfera di energia al torace del nemico, bruciandogli la pelle.
«Risparmia il fiato, viscido essere raccapricciante, che non te ne rimane molto» lo minacciò, poi lasciò scivolare una domanda scomoda. «Dimmi dov'è. Dimmi dov'è Trunks».
Freezer alzò un sopracciglio e soffiò dal naso con fare spregevole. «E chi diavolo è Trunks
«Smettila di fare il finto tonto. Te lo ricordi benissimo chi è, dato che è stato lui a spedirti all'Inferno» sputò acido Vegeta.
Trunks non si era fatto vivo da giorni e nemmeno le divinità erano riuscite a scoprire dove fosse finito e, pertanto, il Principe non riusciva a evitare di pensare che quei bastardi l'avessero rapito, portato nella loro dimensione. L'unica cosa certa era che non fosse morto.
«Ah! Oh, Truuunks! Ora ricordo» pronunciò Freezer, con tono accondiscendente. «Sì, sì! Me lo ricordo bene. È tuo figlio, vero?»
«Dimmi subito dov'è» disse Vegeta, imperativo, non disposto ad accettare nessuna frase che non fosse una risposta al suo quesito.
«Ah! Non è qui? Oh... sono proprio spiacente».
«COSA GLI AVETE FATTO!?» urlò Sua Maestà, spingendo con la mano libera la sua vittima contro la roccia, con gli occhi iniettati di sangue.
Eppure Freezer rise, rise di nuovo. Acuto e irritante, come se non gli importasse proprio niente dell'impellente minaccia puntata contro il torace. E di tutta risposta Vegeta si adirò ancor di più. Emanò un Ki spaventoso, degno e riconducibile all'aguzzino spietato e malvagio che era un tempo. No, non stava riuscendo a mantenere la calma, e come avrebbe potuto farlo? Quell'essere spregevole si stava prendendo gioco di lui ancora una volta e, per giunta, lo stava facendo alle spalle del suo adorato figlio.
«Ohohohoh!» Freezer lo derise sguaiatamente prima di divenire pungente. «E cosa vuoi che ne sappia io di dove si trovi quel lurido mezzosangue dal corredo genetico infetto dalla tua razza di patetici insulsi scimmioni!»
«DIMMI DOV'È!» abbaiò Vegeta, sul punto di esplodere. Non avrebbe sopportato un minuto di più quelle ingiurie, non avrebbe accettato ancora una volta di essere schernito da quel mostro. «O ti giuro che la tua morte sarà ancor più dolorosa»
«Ahahah! Ma che vuoi fare, principe senza regno né sudditi. Non avete alcuna possibilità di vittoria».
«Ho la possibilità di spedirti all'altro mondo e, per ora, è la vendetta più dolce che abbia mai gustato» lo minacciò Vegeta dopo aver fatto un lungo, lunghissimo sospiro.
Non avrebbe ottenuto risposte da lui, era solo tempo perso, tempo rubato alla sconfitta di altri avversari, tempo rubato a proteggere i suoi amici. Non aveva regno né sudditi, in quello Freezer aveva ragione. Ma aveva un popolo, il suo nuovo popolo, il suo nuovo pianeta. Non era il principe di nessuno, ma era il condottiero che tutti i suoi alleati avevano seguito. Si scrollò di dosso tutto il suo odio, tutto il suo bisogno di procurare sofferenza. C'erano cose più importanti che dar retta a quell'essere spietato e no, non si sarebbe abbassato di nuovo al suo livello.
«Sei uno sciocco, stupido, patetico scimmione troglodita. Non sai proprio vedere oltre al tuo naso! Ma te ne accorgerai... oh, se te ne accorgerai!» soffiò Freezer, ridendo sguaiatamente.
«Taci. La tua voce mi fa venire l'emicrania» pronunciò infine Vegeta e, detto ciò, alimentò ancor di più la sfera di energia nel suo palmo.
La lanciò contro il torace di Freezer senza remore, senza proferire alcuna parola. Non sogghignò, non si perse a crogiolare nella vendetta, non gioì. Lo guardò sparire in silenzio, guardò la sua pelle lacerarsi e il suo sorriso spegnersi tra le urla di dolore. Poi se ne andò.

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