Raccontami

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.

-AFTER ALL -
CAPITOLO 8 - RACCONTARMI

Nothing unusual, nothing strange
Close to nothing at all
The same old scenario, the same old rain
And there's no explosions hereAmie come sit on my wall
And read me the story of O
And tell it like you still believe
That the end of the century
Brings a change for you and me

Amie (Damien Rice)

«Che dici? Vado bene?»
«Anche se ti dicessi di sì, lo sai che l'ultima parola ce l'hanno sempre loro». Vegeta lo disse ad alta voce appositamente per farsi sentire, in modo da scampare forse a quel giudizio che né era in grado di dare né era tenuto a fare. Bulma e Bra sorrisero.
Dal canto suo Trunks andava benissimo: elegante e sobrio. Abito nero antracite, capelli lunghi raccolti in una coda bassa morbida - proprio come li aveva il suo gemello dell'epoca futura quando aveva combattuto contro Cell, diversi anni prima.
«Lo prendo come un sì. Anche tu stai bene, papà» sussurrò Trunks, in un sorrisetto nervoso. Era agitato e si vedeva.
A Vegeta non erano mai andate un gran che a genio quelle situazioni formali terrestri, ma si rendeva conto di quanto quello fosse un giorno importante. Era tenuto a fare uno sforzo, anche minimo, per dimostrare completo appoggio a suo figlio.
Senza allontanarsi troppo da quella stanza, Sua Maestà si avviò sul grande balcone della Capsule Corporation, giusto per prendere aria e non doversi sorbire tutto il ripasso del discorso che Bra avrebbe dovuto tenere durante la cerimonia.
Ma, su quella terrazza illuminata dal sole, Vegeta non era solo: un uomo in completa crisi di nervi camminava avanti e indietro, tanto nervoso da non accorgersi della presenza del Principe.
«Si può sapere cosa diamine stai facendo?»
Gohan sussultò.
«Ah! Vegeta, non sapevo fossi qui! Ehm... sono un po' nervoso, sai com'è!» confessò quindi, asciugandosi il sudore dalla fronte con il dorso della mano. Aveva i capelli oramai quasi brizzolati, e sul naso portava un grosso paio di occhiali dalla montatura nera.
«Non sei tu che ti devi sposare».
«Ma Pan è la mia unica figlia. Come ti sentiresti tu ad accompagnare Bra all'altare?»
«Spero vivamente che tuo fratello non si presenti mai da me a chiederle la mano, o potresti ritrovarti figlio unico» commentò di tutta risposta Vegeta.
Ma a chi voleva darla a bere?! A Goten l'avrebbe concesso e ne sarebbe stato solo felice. Lui e Bra stavano insieme da oramai tanti anni.
Gohan rise nervoso, poi fece cenno che per lui era giunto il momento di entrare.
«Gohan!» lo richiamò Vegeta prima che potesse rientrare, e Gohan si voltò con evidente stupore.
Era davvero strano per entrambi trovarsi in quella situazione: erano passati un sacco di anni da quando si erano incontrati la prima volta e quasi si erano uccisi a vicenda. Gohan all'epoca era solo un bambino. In quel momento, invece, erano lì e stavano addirittura per diventare parenti. Vegeta rifletté un attimo, poi alzò di nuovo lo sguardo verso di lui. Cercò tra il proprio vocabolario le parole più adatte da dirgli, immaginandosi quello che avrebbe voluto sentirsi dire lui nell'ipotetica medesima situazione.
«Pan è in buone mani» sussurrò infine, intimidito, quasi come se si vergognasse.
Gohan sorrise di cuore. «Questo lo so. È l'unica cosa di cui sono certo».
I due si osservarono ancora per qualche secondo, per poi darsi le spalle e incamminarsi ognuno in direzione delle proprie famiglie che, di lì a poco, sarebbero diventate una sola.

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