Nemici, rivali, alleati

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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale su EFP.
La fanart della copertina non mi appartiene.
Nessun copyright si intende violato.



-AFTER ALL -
CAPITOLO 54 - AMICI, RIVALI, ALLEATI




And if we should die tonight
Then we should all die together
Oh, should my people fall
Then surely I'll do the same
Watch the flames burn on and on the mountain side
Desolation comes upon the sky

Now I see fire, inside the mountain
I see fire, burning the trees
And I see fire, hollowing souls
And I see fire, blood in the breeze

I see fire (Ed Sheeran)


Si dice che il dolore fortifichi la spina dorsale. Si dice che dopo aver visto la morte la prima volta ci si possa abituare, che diventi poi parte della vita stessa. Come i soldati in trincea, si narra che essi possano dormire accanto ai loro compagni deceduti per giorni e giorni. Si dice che il cuore diventi più duro, impenetrabile.
E allora com'era possibile che, alla sola sensazione di quell'aura soffocata per sempre, il cuore del più grande eroe del pianeta sembrò sgretolarsi in mille coriandoli? Com'era possibile provare ancora quella pena così asfissiante, quello strazio, quella sofferenza insopportabile dopo tutte le morti che aveva già visto?
Davanti gli occhi verde acqua di Goku scorsero proiezioni di memorie passate, immagini impolverate di un bambino, una spiaggia, un paio di occhiali da sole rossi. Odore di casa, di famiglia, sulla pelle graffi e cicatrici di una fatica antica, il suono di risate intorno alla tavola, il grido di gioia di una battaglia vinta, i consigli preziosi compresi troppo tardi per poter dimostrare di aver capito davvero.
Troppo tardi. Eppure... eppure era certo che Muten l'avesse visto cambiare, specialmente nell'ultimo periodo. L'aveva notato dal suo sguardo, Goku. Aveva visto negli occhi del suo maestro l'orgoglio, la fierezza di vederlo cresciuto. Ma come poteva bastargli? Come poteva accettare che, proprio nel momento in cui avrebbe dovuto dimostrare a quel pianeta di essere diventato un umano per davvero, una delle persone alla quale teneva di più al mondo non era riuscita a sopravvivere abbastanza a lungo per potere godere dei frutti di quella maturità? Come poteva accettare di averlo perso perché, ancora una volta, era stato egli stesso a mettere a repentaglio la vita dei propri amici seppur nel tentativo di salvarli una volta per sempre?
No, inutile provare. Inutile cercare di accettarlo, di trattenersi, non di fronte a una morte simile.
Goku si immobilizzò nell'esatto istante in cui, in lontananza, avvertì l'aura del Genio delle Tartarughe spezzarsi di colpo, estinguersi come la fiammella della candela per colpa di un soffio di vento. Si immobilizzò nel bel mezzo del combattimento, strabuzzando gli occhi e serrando la mascella, e in quell'istante nemmeno il potentissimo pugno di Lorayo che andò a segno sul suo viso marmoreo riuscì a scalfirlo. Era stato come colpire una statua di ferro.
Pietrificato, con lo sguardo fisso nel vuoto e le nocche del proprio nemico premute contro lo zigomo, Goku percepì il sangue ribollirgli nelle vene. E Vegeta, pochi metri più lontano, fece appena in tempo a rivolgere il suo sguardo terrorizzato verso di lui per capire cosa stesse succedendo. La quiete prima della tempesta.
E la tempesta giunse violenta in quel campo di battaglia, con un urlo disperato di dolore che riecheggiò in tutta la valle innevata, causando crepe irreparabili nel ghiacciaio. La terra tremò, il vento sollevò ancor più neve dal terreno, una bolla di calore con scosse elettriche si diffuse dal punto esatto in cui il grande eroe dell'universo si accese come una torcia umana. Un grido così assordante da far interrompere il combattimenti tra tutti i rivali di quella guerra sanguinosa, un tifone dal quale tutti avrebbero voluto scappare ma oramai vi erano in intrappolati dentro. I più vicini, coloro i quali colti di sorpresa non fecero in tempo a ripararsi nella propria aura, rimasero inceneriti da cotanta rabbia.
Persino Lorayo dovette allontanarsi e, proprio nell'esatto punto in cui il dorso delle mano era venuto a contatto con il suo avversario, la pelle argentea si bruciò così tanto da sciogliersi, ma il suo grido di dolore fu a malapena udibile.
Goku si spostò così velocemente che nemmeno il principe dei saiyan riuscì a seguire i suoi movimenti, raggiungendo nell'immediato il luogo dal quale proveniva l'aura spaventata di Videl. Ma la scena che si ritrovò davanti fu così straziante, così infausta da fargli perdere completamente l'uso della ragione.
Freezer, il quale teneva ancora tra le mani la testa del Genio delle Tartarughe esibendola come trofeo, sogghignò divertito persino nell'esatto istante in cui, violento ed esasperato, il Super Saiyan di quarto livello lo sbatté a terra senza remore, ringhiandogli in faccia tutto il suo disprezzo.
«TU NON DOVEVI FARLO! NON DOVEVI FARLOOOO» urlò Goku tra gli spasmi.
«Ohohoh, questa scena mi ricorda qualcosa» ridacchiò Freezer, rimembrando con fervore il momento in cui aveva fatto esplodere quell'inutile umano dalla testa pelata su Namek, decenni prima.
«STA' ZITTO! ZITTO!» gridò nuovamente Goku, prendendogli la testa tra le mani, premendo così forte con le dita da spezzargli il cranio in più parti, incendiando poi i resti del suo cervello con un gesto rabbioso. Si rialzò con il fiatone e si guardò intorno per poi colpire senza alcuna pietà uno dei primi nemici che si trovò a tiro, incenerendone poi altri e altri ancora, dominato solo da una furia incontrollabile.
«VOLETE RESUSCITARE? RESUSCITATE, FORZA! AVANTI! IO VI AMMAZZERÒ OGNI VOLTA!» minacciò Goku infiammandosi ancora di più sotto gli occhi sbigottiti dei suoi amici i quali, anch'essi, fecero parecchio fatica a non venir coinvolti nella furia del Super Saiyan.
Vegeta, dall'alto, fece fatica a riconoscere il suo amico. Kaarot non parlava in quel modo, di solito. Non agiva così, non lo aveva mai fatto. Troppa rabbia alimentava la sua aura, così stava rischiando di uccidere anche i suoi alleati.
«KAAROT! CONTROLLATI!» gli urlò, proteggendo un namecciano amico dall'ennesimo attacco elettrico ma, proprio in quell'istante, lo sguardo del suo rivale incrociò il suo. Mai, mai nella vita lo aveva guardato in quel modo. Non vi era traccia di bontà, gioia, pazienza... amore. E gli fece quasi paura.
«Vegeta!» ringhiò Goku con uno spasmo, indicando poi con un gesto casuale del mento i due combattenti più forti di quell'esercito i quali, sospesi a mezz'aria, osservavano la scena quasi divertiti. «Voglio distruggerli, VOGLIO FARLO ORA!»
Con un balzo afferrò il braccio del principe e lo trascinò con forza giù nella neve, intimandogli di procedere con la tanto agognata fusione, ma Vegeta si divincolò.
«Sei troppo arrabbiato, rischiamo di non controllare la fusio-» ma il principe non riuscì a finire la frase, perché il suo alleato lo cinse per entrambe le spalle e gli ringhiò così vicino al volto quasi da scottargli la pelle.
«A-de-sso!» soffiò pericolosamente Goku, mostrando i denti bianchissimi.
E, per una volta, il principe rivide se stesso in lui, rivide la sua rabbia, la sua furia. La smania di uccidere che aveva avuto in passato. Non gli piacque, non gli piacque per niente, ma come poteva biasimarlo? Aveva perso la figura che per lui era stata più simile a un padre.
Vi sarebbe stato un altro tempo per rammentargli che lui era il principe dei saiyan, che nessuno poteva impartirgli ordini, che nessuno si sarebbe dovuto permettere di dire lui quando e come fare qualcosa. Vi sarebbe stato un altro momento per ricordargli che era una terza classe, per fargli la paternale, per ricordargli che lanciare attacchi alla cieca serviva a poco a niente.
E così Vegeta mise da parte il proprio orgoglio e annuì velocemente. Si posizionò a pochi metri da lui, dando vita a quella danza che tanto detestava.
Avrebbe sfruttato quella rabbia, e lo avrebbe aiutato tramite la fusione a controllarsi, a incanalare quella furia verso i nemici. Poco importava quante volte sarebbero stati resuscitati, li avrebbero uccisi e ri-uccisi, anche solo allo scopo di guadagnare del tempo per poter trovare una soluzione. Avrebbero dimostrato a quei dannatissimi Draghi di che pasta fossero fatti i saiyan. Nessun altro amico sarebbe morto a causa loro.
«FUU – SIO – NEEE!»

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