Capitolo 2

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2. Non potrei mai cacciarti di casa

Non potevo credere a cosa avevano visto i miei occhi in quel momento, una chioma bruna e due occhi verdi, un verde penetrante che non lasciava spazio all'immaginazione

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Non potevo credere a cosa avevano visto i miei occhi in quel momento, una chioma bruna e due occhi verdi, un verde penetrante che non lasciava spazio all'immaginazione. Non ero riuscito a vedere bene altro perché la mia vista era stata catturata da quelle due iridi che mi avevano incantato. Come potessero ammaliare la mia vista due parti del corpo che molte persone pensano siano insignificanti era ignoto anche per me, ma era stato così. Reputavo gli occhi una delle componenti del corpo principali, all'interno di essi si riusciva a scrutare l'anima della persona con cui ci si stava rapportando, proprio per questo motivo preferivo sempre nascondermi dietro un paio di occhiali, era l'accessorio che non poteva mancare nel mio outfit, avevo un ripostiglio apposta per gli occhiali da sole, anche quelli da vista, però, non potevano mancare. Sentivo che gli occhiali fossero i miei migliori amici, non mi abbandonavano mai e mi proteggevano dagli sguardi indiscreti delle persone. Li portavo dalla mattina alla sera, li toglievo solo quando mi sentivo a mio agio in una situazione.

Lavorando in un locale venivano molte persone che non conoscevo e che non avrei voluto conoscere, ma soprattutto alle quali non avrei mai e poi mai voluto raccontare qualcosa di me, anche solo con gli occhi, per questo motivo li indossavo anche nel mio locale.

Quelle due iridi verdi, però, non mi fecero compagnia per più di qualche secondo, non sapevo chi fosse, non sapevo da dove venisse, non sapevo nulla di lei eppure quegli occhi mi avevano catturato come due calamite. Aveva preso la metro in direzione Colosseo e io avrei voluto davvero seguirla per capire quali fossero le sue abitudini, ma dovevo tornare a casa, dato che mi sarebbe toccata una serata fin troppo lunga e stancante nel mio locale. Non credevo al destino, ma se il caso mi avesse voluto far incrociare nuovamente quelle due iridi ero certo di poterle riconoscere nuovamente. I miei pensieri vennero disturbati dalla suoneria del mio telefono. Senza vedere chi fosse decisi di rispondere.

"Niccolò stasera a che ora?" Era il mio migliore amico, lavoravamo insieme al locale, ma non gli avevo mai dato dei turni fissi, stabilivamo gli orari giorno dopo giorno.

"Adrià stasera serata movimentata, facciamo che vieni per le sette al locale, prepariamo i tavoli, abbiamo due compleanni e altri sei tavoli prenotati, quindi dobbiamo sistemare per bene." Nonostante ci trovassimo in mezzo alla settimana, avevamo molti posti prenotati e io non potevo essere più felice di così.

"Va bene, allora ci vediamo fra poco. Ma stasera Flavio viene?" Flavio era un cliente abituale del locale molte volte ci faceva delle improvvisate ed intratteneva, insieme ad altri ospiti, le nostre serate.

"Credo di sì, lo avevo avvisato della serata movimentata ed aveva detto che sarebbe venuto a cantare qualcosa."

"Va bene ciao Nì, a stasera." Chiusi la chiamata quando la metro si fermò alla stazione vicino casa mia. Avevo rilevato il locale da pochi mesi ed ero alla ricerca disperata di un appartamento, non volevo più vivere con i miei, sentivo che a ventitré anni, con un lavoro ben pagato, potevo iniziare la mia indipendenza. Ogni volta che però trovavo una casa non potevo nemmeno entrare per vederla che scappavo a gambe levate. Avrei intensificato la ricerca, ma, purtroppo, ancora nulla mi aveva colpito, non potevo scegliere un appartamento senza fare una scelta ponderata, non era un capo di abbigliamento che potevo cambiare ogni volta che volevo.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora