Capitolo 29

1.6K 60 104
                                    




29. Sto cercando di evitare il discorso

Era passata una settimana da quando Niccolò mi aveva chiesto di andare a cena con lui e i ricordi affioravano sempre di più nella mia mente, non potevo credere a quello che era successo e tutto era accaduto anche per colpa mia, lo volevamo entramb...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Era passata una settimana da quando Niccolò mi aveva chiesto di andare a cena con lui e i ricordi affioravano sempre di più nella mia mente, non potevo credere a quello che era successo e tutto era accaduto anche per colpa mia, lo volevamo entrambi, ma mi vergognavo da morire, avevo sviato più e più volte il discorso con Niccolò e fortunatamente, avendo orari diversi, non ci eravamo incrociati per più di dieci minuti. Un giorno mi aveva salvata una telefonata di Adriano che aveva bisogno del suo migliore amico, un'altro giorno la telefonata di Anna e un altro ancora l'arrivo della signora che ci affittava l'appartamento. Speravo di poter rimandare il più possibile, affrontare quel discorso con Niccolò sarebbe stato davvero imbarazzante. Non ricordavo ogni minimo particolare, ma le parti più salienti della serata riaffioravano nella mia mente ogni volta che provavo a chiudere gli occhi per dormire, una sera, pur di non parlare con lui avevo chiuso gli occhi e avevo fatto finta di dormire, speravo davvero non se ne accorgesse.

I miei pensieri vennero disturbati da un rumore, sembrava venisse dalla porta, ma non aspettavo nessuno e quindi, prima di aprire, decisi di dare uno sguardo tramite l'occhiello e notai che era Adriano. Senza esitare nemmeno un minuto aprii. Non potevamo definirci migliori amici, ma frequentando spesso il locale di Niccolò e, conoscendo bene Ludovica, avevo iniziato a parlare anche con Adriano e mi era sembrato sin da subito una persona accogliente e a modo.

"Ciao Gioia, scusami se ti disturbo, c'è Niccolò?" Fortunatamente no, avrei voluto rispondere, se fosse stato lì in quel momento sarei stata costretta a parlare con lui e a me non andava affatto.

"Adriano tranquillo non disturbi, entra, comunque no, Niccolò non c'è, è andato ad aiutare sua madre non ricordo a fare cosa." Anna mi aveva davvero salvata, dato che io non dovevo andare in università e Niccolò non doveva andare a lavoro.

"Ah bene mi servivate entrambi avevo bisogno di alcune vostre autorizzazioni per comprare degli alcolici." Non mi ero ancora abituata a contare qualcosa nel locale, da quel momento fino a quando Niccolò non avrebbe acquistato le mie quote io avrei dovuto firmare per accettare tutto.

"Aspetta qui Niccolò se vuoi, per me non ci sono problemi. Comunque Adriano, davvero, non mi dovete considerare in queste scelte, valgo meno di zero. Portatemi le carte che devo firmare e lo farò. Mi fido di voi." Mi fidavo ciecamente di loro, sapevo benissimo che non fossero persone che imbrogliavano, lo si vedeva dalla loro faccia che erano di un'onestà unica.

"Gioia guarda sulla carta vali tantissimo, se tu dovessi bocciare un'idea di Niccolò lui non potrebbe mandare in porto nulla. Quindi conti davvero tanto." Sapevo che sulla carta avevo questo valore, ma allo stesso tempo in cuor mio non contavo nulla, adoravo quel locale, ma non avevo fatto nulla per renderlo tale, quindi non lo sentivo assolutamente mio.

"Io ti ringrazio, anzi vi ringrazio, ma non capisco un tubo di queste cose, mi fido ciecamente di voi e poi come ho detto a Niccolò l'altra sera il locale rimarrà sempre suo." Ricordavo benissimo la parte iniziale della serata, fino a quando non aveva messo la firma su quelle carte Niccolò, come me, non aveva toccato nemmeno un goccio d'alcol, avevamo paura di sbagliare qualcosa e se fossimo stati ubriachi dall'inizio non avremmo concluso niente.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora