Capitolo 44

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44. Ti devo parlare

Io e Niccolò eravamo tornati a Roma, il nostro viaggio in treno era stato tranquillo, ma nella mia testa si faceva sempre viva la telefonata che avevo avuto con Lorenzo, mi aveva chiamato per scusarsi, ma lo voleva fare dal vivo e per questo mi er...

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Io e Niccolò eravamo tornati a Roma, il nostro viaggio in treno era stato tranquillo, ma nella mia testa si faceva sempre viva la telefonata che avevo avuto con Lorenzo, mi aveva chiamato per scusarsi, ma lo voleva fare dal vivo e per questo mi era venuto a prendere alla stazione, avevamo parlato ci eravamo chiariti, ma io non ero del tutto convinta di quello che mi stava succedendo, solo che non avevo ancora il coraggio di prendere parola e troncare quella storia che per me oramai non aveva più alcun significato.

Mi stavo preparando nuovamente per uscire, domenica era arrivata e avevo tutta la casa per me, Niccolò era andato a lavorare e io potevo fare ciò che volevo. Essendo da sola, avevo acceso la musica a palla per farmi la doccia e come tutti i cliché avevo iniziato a cantare a squarciagola. Purtroppo avevo delle fisime molto strane, mentre ero in macchina dovevo ascoltare la radio, invece, mentre mi lavavo i capelli o mi facevo la doccia dovevo ascoltare i miei pezzi preferiti. La musica era sempre stata una costante nella mia vita, ma soprattutto Vasco era una costante della mia vita. Il Blasco aveva un valore immenso, le sue canzoni mi avevano tenuto compagnia sin da quando ero piccola. Il mio primo MP3 conteneva solamente canzoni di Vasco e canzoni di Irene Grandi. Non c'era spazio per nessun'altro solo per loro due e, se la passione per Irene Grandi è andata sempre più a sgretolarsi nel tempo, la passione per Vasco non sarebbe mai terminata, ero certa che lui fosse uno di quegli artisti che non sarebbe mai tramontato.

Dopo aver cantato a squarciagola ben tre canzoni decisi che era il momento di abbandonare la doccia, avrei dovuto iniziare a vestirmi, altrimenti avrei fatto davvero tardi, in più avrei dovuto anche modificare i miei capelli, decisi di fare i boccoli per evitare che, nel caos di una serata romana, i capelli lisci potessero gonfiarsi. Quindi presi la piastra ed iniziai a prepararmi il più velocemente, ma il più accuratamente possibile.

"Esci sono qui." Citava il messaggio di Lorenzo, fortunatamente avevo finito di prepararmi, solitamente ero una persona puntuale, tranne quando mi si presentavano degli imprevisti improrogabili. Non risposi ed uscii, fortunatamente non avrei dovuto fare le scale, il bilocale si trovava a pian terreno.

"Ciao Gioia." Mi disse il mio ragazzo appena mi accomodai in macchina. Non era uno di quei ragazzi all'antica che venivano ad aprirti lo sportello con eleganza, ma a me, sinceramente, non dava fastidio. Mi piaceva maggiormente che la persona si mostrasse per ciò che era e non che facesse qualcosa per dimostrare di essere migliore di qualcuno, solo che in quel momento non riuscivo a vedere niente di bello in ciò che stava succedendo, nella mia testa si faceva viva sempre l'immagine di lui che mi accusava di poterlo tradire con leggerezza e, allo stesso tempo, nella mia mente ripercorrevo il bacio con Niccolò, non riuscivo nemmeno a spiegare cosa avessi provato, tanto da salutare Lorenzo con un bacio sulla guancia, era sicura di non provare le stesse sensazioni e le stesse emozioni che provavo con Niccolò.

"Ciao Lore, come stai?" Facevo sempre questa domanda, a volte perchè mi interessava sapere come stessero davvero le persone, dall'altra per poter iniziare la conversazione. Molte volte le persone a questa domanda non rispondevano mai sinceramente, preferivano essere vaghi e rispondere con un semplice bene, proprio come aveva fatto Lorenzo in quel momento.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora