Capitolo 19

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19. Pranzo da nonna

Ci eravamo preparati per andare a casa della nonna di Niccolò, non ero ancora convinta al cento per cento di volerci andare, ma Anna me lo aveva chiesto e mi sembrava maleducazione rifiutare

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Ci eravamo preparati per andare a casa della nonna di Niccolò, non ero ancora convinta al cento per cento di volerci andare, ma Anna me lo aveva chiesto e mi sembrava maleducazione rifiutare. Era stata così carina nei miei confronti il giorno che venne a casa, mi aveva trattato bene sin dal primo momento e non si era fatta influenzare dal pensiero che Niccolò aveva nei miei confronti.

"Niccolò sei pronto? Faremo tardi!" Dovevamo partire per andare a San Basilio, avremmo fatto tardi se non fossimo partiti entro cinque minuti. Mi sembrava strano che lui non fosse puntuale, tutti i giorni che doveva andare a lavoro usciva anche in anticipo.

"Non ti preoccupare, mamma mi dice sempre mezz'ora prima dell'orario vero, lo fa per farmi arrivare puntuale, con loro sono sempre in ritardo."

"Sì, ma sbrigati che altrimenti rimango a casa, mi sto già pentendo di aver accettato."

"So pronto so pronto, andiamo." Il raccordo a Roma era sempre un po' infernale, anche se d'estate lo era molto di più, non ci si poteva proprio avventurare, invece, con l'inverno c'erano soprattutto persone che dovevano andare a lavoro, quindi, essendo le undici e mezza, non incontrammo nemmeno tanto traffico. In più il nostro viaggio fu accompagnato dalla musica di Cremonini, cantante che avevo da sempre adorato, sempre, ovviamente, dopo il Blasco. Non parlammo molto, preferivamo ascoltare la musica e a me andava bene così.

"Mà, so io apri." Eravamo appena arrivati e Niccolò aveva suonato a casa di sua nonna con molta tranquillità, cosa che non avevo affatto io. Mi sembravo fuori luogo, non sarei dovuta essere lì, era un pranzo di famiglia e io c'entravo meno di zero.

"Ciao Nicco, ciao anche a te Gioia."

"Ciao Anna, grazie per l'invito non dovevi disturbarti."

"Stai tranquilla, non ti devi affatto preoccupare, è solo un piacere. Lui è Sandro mio marito." A vederli insieme Niccolò era la copia spiccicata di Anna, di Sandro non aveva preso molti lineamenti. Mi presentai anche io con una stretta di mano che ricambiò immediatamente, dopodichè mi bloccai nel momento in cui sentii una voce fuori dal coro.

"Ciao Niccolò a nonna, tutto bene?" Fece la comparsa in sala una signora molto particolare, era davvero sprint, nonostante avesse qualche annetto d'età.

"Sì nonna tutto apposto. Te me sembra che stai proprio 'n forma."

"E lei chi è?" Chiese scrutandomi dalla testa ai piedi senza, però, mettermi in soggezione. Solitamente mi sarei sentita giudicata e osservata, in quel momento la faccia della nonna di Niccolò era rassicurante e io non mi sentii in imbarazzo. Sembrava volesse conoscermi, non giudicarmi e questo già mi piaceva.

"La mia coinquilina."

"Come te chiami?" Chiese in romanaccio stretto, si sentiva che fosse fiera di essere romana.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora