Capitolo 33

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33. Quanto sei bella Roma

"Dai ragazzi andiamoci a preparare, i ragazzi nel bagno di Niccolò, le ragazze nel mio

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"Dai ragazzi andiamoci a preparare, i ragazzi nel bagno di Niccolò, le ragazze nel mio. Facciamo presto così stiamo più tempo in giro e se volete rimaniamo fuori anche a pranzo." Li esortai a muoversi, volevo uscire con loro e visitare quella città che mi stava ospitando in quei giorni.

"Giò a pranzo li portiamo da Francesco?" Mi chiese Niccolò. Mi ci aveva sempre voluto portare, ma non eravamo mai riusciti ad andare insieme perchè avevamo sempre degli imprevisti.

"Sì dai, dammi il numero che prenoto." Io mi ero già fatta una doccia e avevo già indossato i jeans, dovevo solo cambiare la maglietta, ci avrei impiegato poco tempo.

"Se ciao, Francesco è amico mio, lo chiamo io stai tranquilla, annateve a prepara daje." Non ribattei, e andai in camera mia con le mie amiche.

"Ragazze preparatevi prima voi, io devo solo mettere una maglia e lavare i denti, quindi ci mettete sicuramente più tempo di me."

"Va bene inizio io." Si prenotò Ilenia, diciamo che era la più lenta quindi avrei preferito comunque iniziasse lei.

"Gioia, ma mi devi dire qualcosa?" Mi venne vicino Alessia, proprio nel momento in cui Ilenia aveva chiuso a chiave la porta del bagno.

"Riguardo?" Chiesi io, non capendo dove volesse andare a parare, o meglio lo avevo capito, ma non volevo dargliela vinta.

"Dai non fare la finta tonta, che è successo stanotte." A quel punto arrossii, non era successo quello che credeva lei.

"Nulla, abbiamo dormito insieme, ma non è successo nulla."

"Niccolò stamattina era a petto nudo, come può non essere successo nulla."

"Alè lui dorme a petto nudo, sempre." Volevo dirle che ci eravamo baciati, ma avevo paura che Niccolò entrasse nella stanza da un momento all'altro.

"E va bene ti credo." Disse con quella voce che serviva ad impietosirti e a far uscire fuori dalla tua bocca ciò che lei voleva sentirsi dire.

"Forse però una piccola cosa è successa." Decisi comunque di dirglielo, non me la sentivo di mentirle, Niccolò sapeva che prima di entrare avrebbe dovuto bussare, speravo di non correre rischi.

"Cosa?" La sua voce era entusiasta e curiosa, voleva sapere e io volevo dirglielo.

"Ci siamo baciati, di nuovo." Le sussurrai nel suo orecchio. "E stamattina mentre stavamo in camera io gli ho dato un bacio a stampo."

"Dì la verità, il romano ti piace." Lei, al contrario mio, non aveva sussurrato la frase, l'aveva quasi urlata. E a completare il quadretto c'era la sua faccia maliziosa.

"Abbassa la voce per piacere e comunque non lo so." Che mi piacesse era ovvio, ma non riuscivo ancora a dirlo ad alta voce, dirlo ad alta voce sarebbe significato ammetterlo a me stessa e non mi andava per niente.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora