Capitolo 37

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37. Azzardo troppo a chiederti il numero di telefono?

I miei amici erano andati via da pochi minuti e tutto era tornato alla normalità

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I miei amici erano andati via da pochi minuti e tutto era tornato alla normalità. Dopo averli accompagnati in stazione, eravamo tornati a casa e sentivo qualcosa mancare, sentivo un vuoto che non si poteva colmare se non con la loro presenza. In quei giorni non c'era stato un continuo vociare, finiva uno ed iniziava un altro, speravo davvero potessero tornare presto. Avevo passato delle belle giornate con loro, anche se mancava Giuseppe.

"Nic vorrei portare a spasso Spugna, vieni con me?" Il moro si era steso sul letto, già era stanco. La sera prima avevamo fatto tardi e ci eravamo svegliati presto per non far perdere il treno ai miei amici.

"Giò non ti offendere, ma ho troppo sonno, puoi portarlo tu a spasso?" Acconsentii alla sua richiesta, sapendo che una volta svegliata non mi sarei riaddormentata facilmente. Se diventavo attiva subito, dopo la sveglia il sonno poteva tornarmi nel pomeriggio, ma non nella mattinata stessa.

Presi il guinzaglio e feci capire al cagnolino, che cresceva ogni giorno sempre di più, che era l'ora della passeggiata. Spugna fece le feste, era felice e lo dimostrava sempre scodinzolando. Aveva tantissime attenzioni e, quando io ero in università e Niccolò al locale, quest ultimo lo portava sempre con sé, aveva iniziato ad adorare persino Adriano e Gabriele, a volte diventava come i bambini, quando giocava con loro non voleva andare mai via.

Decisi di fare un giro diverso, non il solito che facevo in compagnia di Niccolò, preferivo un luogo più affollato, avevo paura di tutto, ero molto diffidente. Decisi di fare una passeggiata al parco, dato che era vicinissimo da dove abitavo, e in più Spugna avrebbe potuto giocare e correre liberamente. Avrei voluto camminare un po' per smaltire la tristezza di non poter passare più il tempo con i miei amici e poi, nel pomeriggio, sarei andata a trovare mia madre per farle compagnia. Potevamo sederci sia sul prato, sia sulle panchine, ma dato che avevo capito che Spugna voleva giocare mi sedetti sul prato stendendo una piccola coperta che avevo portato da casa, immaginando che il mio cane una volta arrivato avrebbe voluto giocare. Oltre piccole coccole e carezze gli lanciavo il suo osso per farlo correre un pochino.

"Spugna no!" Stava andando a prendere l'osso sbagliato, erano molto simili ed era semplice confondersi, ma non volevo che si scannasse con un altro cane per una scemenza. Lui però non captò il messaggio e dovetti alzarmi da terra per andargli vicino e per fargli capire l'errore.

"Scusami, ma Spugna ha sbagliato traiettoria." Dissi al padrone del cane che aveva precedentemente lanciato l'osso.

"Tranquilla non ci sono problemi. Comunque piacere Lorenzo." Il ragazzo che avevo di fronte a me sembrava avere più o meno la mia stessa età, poteva al massimo avere tre anni in più di me. Era biondo con gli occhi marroni, aveva un qualcosa di particolare che ancora non riuscivo a spiegarmi.

"Piacere Gioia e lui come hai ben capito è Spugna." Cercai di sembrare il più gentile possibile. Non volevo sembrare scorbutica, ma allo stesso tempo non volevo essere espansiva, non mi fidavo mai subito e non avrei iniziato a farlo con uno sconosciuto che non avrei mai rivisto.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora