Capitolo 46

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46. Sorpresa

Stare a Roma il giorno del mio compleanno non era una delle cose che mi aspettavo, sapevo di essere a lezione in quel periodo, ma speravo comunque di poter tornare a casa, per due giorni per poterlo festeggiare insieme ai miei amici

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Stare a Roma il giorno del mio compleanno non era una delle cose che mi aspettavo, sapevo di essere a lezione in quel periodo, ma speravo comunque di poter tornare a casa, per due giorni per poterlo festeggiare insieme ai miei amici.

Dalla rottura con Lorenzo era passati precisamente due giorni e mi ero accorta che stare senza di lui mi faceva stare anche meglio. Stavo studiando il comportamento di Niccolò proprio per cogliere il momento giusto per riuscire a parlargli e a dirgli tutti i miei sentimenti. Mi ero decisa, volevo solo far passare il giorno del mio compleanno, ma poi non avrei voluto aspettare un secondo di più, gli avrei parlato.

Nessuno a Roma sapeva che oggi fosse il mio compleanno quindi sicuramente lo avrei passato rispondendo agli auguri di coloro che si ricordavano che oggi avrei compiuto i miei vent'anni. Cifra tonda, che strano, sembrava ieri che avevo festeggiato i miei diciotto anni, a sorpresa, con il mio vestito nero e i miei tacchi di dodici centimetri. Non ero bassa, ero di altezza media, ma i miei e amici me li avevano fatti indossare per essere più elegante e, nonostante non li sopportassi davvero tanto, decisi di fare uno strappo alla regola. Mentirei se non dicessi di essermene pentita subito dopo, quando avevo provato quelle scarpe meravigliose che si allacciavano alla schiava sembravano comodissime, forse perché non le avevo portate per una serata intera, ma come si dice chi bella vuoi apparir anche un po' dovrà soffrir. Quella sera non le tolsi nemmeno un secondo, ma dopo quel giorno le chiusi nell'apposito scatolo e non le presi più.

Decisi di passare la mattina in università, sì era un po' triste vivere il giorno del proprio compleanno in università, ma purtroppo non avevo di meglio da fare. Nessuno mi aveva chiamato per farmi gli auguri, da mio padre non mi aspettavo davvero nulla, non volevo gli auguri da una persona del genere, ma dai miei amici mi aspettavo almeno un messaggio, credevo si ricordassero del mio compleanno, ma, purtroppo, così non fu. Mi era dispiaciuto davvero tanto di quel comportamento, avevamo iniziato a scambiarci qualche messaggio questa mattina, come facevamo da quando ero arrivata a Roma, ma nulla che riguardasse un augurio per i miei vent'anni, speravo davvero che in giornata si ricordassero.

"Infame che non sei altra! Me lo deve dire Facebook che oggi è il tuo compleanno?!" Mi chiese retoricamente Ludovica appena posai lo zaino a terra. Non ricordavo nemmeno di averle inviato la richiesta di amicizia su Facebook, ma in quel momento il suo augurio mi aveva tirato su di morale, mi ero sentita voluta bene, ed era quello di cui avevo bisogno.

"Ludo non mi piace dire queste cose, sembra che poi voglia solo gli auguri, comunque grazie per il tuo augurio alternativo eh." La abbracciai in segno di riconoscimento, era stata l'unica ad essersi ricordata che fosse il mio compleanno. Non biasimavo Niccolò, per una volta non aveva colpe, io sapevo che fosse nato il 27 gennaio solo perché sul contratto doveva esserci scritta la data di nascita, ma lui non poteva sapere la mia, non glie l'avevo mai detta.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora