22. NeveEro convinta che in questo periodo la vita si stesse prendendo gioco di me, era arrivato febbraio e con esso anche la fine della sessione invernale. Avevo dato due esami su tre e potevo essere abbastanza soddisfatta del mio lavoro, avrei dovuto dare solamente zoologia a fine mese. Avrei dovuto iniziare a studiare, ma la notizia di una bufera di neve su Roma fece fermare tutta la capitale. Il meteorologo ci aveva avvisati che, massimo entro il giorno seguente Roma sarebbe stata ricoperta da un manto bianco. Nonostante ogni volta che si sentiva parlare di neve tutti diventavano felici, in quel momento non si poteva essere altro che preoccupati. Non sarebbe stata una leggera nevicata che avrebbe visto bambini creare pupazzi di neve e persone di ogni età giocare con essa. Sarebbe stata una vera e propria bufera che, se non fossimo rimasti in casa, ci avrebbe spazzato via senza pietà.
Quando, prima di quel momento a Roma era arrivata la neve?! Mi chiedevo davvero sconcertata. Non era mai successo negli ultimi decenni una cosa del genere e io mi sentivo davvero presa in giro. L'unica notizia che ci era stata fornita dal Telegiornale era quella di fare delle grandi scorte di cibo per poi non uscire fin quando non sarebbe stato necessario. Io e Niccolò avevamo deciso di non fare la spesa nello stesso supermercato, avevamo pensato che fosse più giusto andare in due negozi diversi così da acquistare più beni di prima necessità possibili. Ero certa che, data la capienza della macchina del mio coinquilino, lui riuscisse a portare più viveri, ma anche io avrei dato un buon contributo dato che avevo riempito tutto il sedile del passeggero e il bagagliaio della mia piccola smart. Avevo raccomandato a Niccolò di comprare molta farina, latte e uova. I beni principali utili per fare la pasta e per la pizza. Avevamo pensato che sarebbe stato utile acquistare molta passata, così da avere un condimento sicuro per i nostri primi piatti. Ci saremmo di certo dovuti adattare e non sapevamo per quanto tempo.
Il mio rapporto con lui era leggermente migliorato, dopo l'accaduto a casa di sua nonna avevamo iniziato da capo la nostra conoscenza. Eravamo diventati gentili l'uno con l'altro e avevamo iniziato a non litigare ogni tre per due. Ero felice di ciò, non mi sarebbe piaciuto vivere in guerra per sempre con il mio coinquilino.
Dopo aver acquistato i viveri principali decisi di tornare a casa, avevo deciso di andare nel supermercato più lontano, dato che avrei impiegato meno tempo, così da dare a Niccolò una parvenza di calma e di tranquillità. Mi fidavo di lui, o almeno ci stavo provando.
Il freddo pungente di Roma era entrato fin dentro le ossa e non vedevo l'ora di entrare in casa per riscaldarmi. Il termosifone in quei giorni non bastava, eravamo stati costretti ad acquistare una stufa a pellet per riscaldarci. Data la moltitudine di buste che avrei dovuto portare in casa decisi di lasciare la macchina davanti il portone così da essere il più veloce possibile. Cercai di prendere tutto quello che riuscivo a portare così da fare due semplici viaggi, ma quando aprii la porta trovai Niccolò intento a posare le sue buste subito iniziò ad aiutarmi e grazie a lui riuscii a non spaccarmi la schiena. Finito di scaricare parcheggiai la macchina e rientrai a casa. Appena sentii il tepore di casa nostra sospirai. Le mie mani stavano nuovamente acquisendo mobilità e il mio corpo stava iniziando a rilassarsi.
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𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/
Fanfiction[COMPLETA] Una ragazza campana si trasferisce a Roma per frequentare la Sapienza, cerca disperatamente un coinquilino per far sì che possa sostenere le spese. Dopo una lunga ricerca riesce a trovare un nuovo inquilino. Chi busserà alla sua porta? Tu...