Capitolo 11

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11. Appendicite

In quella giornata a Roma il sole era alto nel cielo, nonostante fosse Novembre, il bel tempo mi aveva dato un'idea strana, un'idea che non avevo quasi mai avuto, andare a correre

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In quella giornata a Roma il sole era alto nel cielo, nonostante fosse Novembre, il bel tempo mi aveva dato un'idea strana, un'idea che non avevo quasi mai avuto, andare a correre. La sera precedente avevo mangiato qualcosa che mi aveva fatto male, quindi sentivo un forte bruciore di stomaco e, purtroppo, avevo anche vomitato. Proprio per quel motivo decisi di correre, avrei smaltito ciò che mi aveva fatto male e sarei stata fresca come una rosa. Un abbigliamento sportivo era l'outfit che avevo deciso di indossare quel giorno e, dopo aver preso le chiavi per poter far ritorno a casa senza svegliare Niccolò che sicuramente aveva fatto le ore piccole a lavoro, uscii e iniziai prima a fare una passeggiata e, in seguito iniziai a correre per le strade di Roma. Ero molto affaticata, ero convinta che non fossi abituata a farlo e che quindi quel giorno avevo sforzato troppo il mio fisico il quale mi doleva tutto, ma in particolar modo il fianco destro. Decisi di tornare a casa per fare una bella doccia e per bere qualche bevanda energetica, fortunatamente ero vicino l'appartamento e non dovetti fare molta fatica per rincasare. Inserii la chiave nella serratura e il silenzio era protagonista della scena, il che significava che Niccolò stesse ancora dormendo. Si era concesso un giorno di ferie, voleva stare a casa e rilassarsi, era troppo stressato e lo si vedeva dai suoi occhi, ma non infierivo, non potevo assolutamente farmi gli affari suoi.

Preparai un tè che mi rigenerò all'istante non facendomi sentire alcun dolore. Quel giorno sarei dovuta andare in facoltà, ma avevo paura di rigurgitare in pubblico e così decisi di rimanere a casa, avrei recuperato sicuramente la lezione.

Decisi di mettermi nuovamente a letto per rilassarmi e far sì che i dolori si alleviassero. Non capivo davvero cosa mi avesse fatto male la sera precedente, non avevo mangiato nessuna cosa che mi aveva mai danneggiato prima della sera precedente, una piccola scamorza di bufala non mi aveva mai fatto male, anzi, mi era sempre piaciuta e ne avevo sempre mangiato in abbondanza, da quel momento, però, avrei evitato per un po' volentieri quel pasto. Odiavo stare male, per di più per un'indigestione.

"Gioia è l'una, stai bene?" Non mi ero mai svegliata così tardi in questi giorni, l'orario massimo che potevo raggiungere erano le undici e trenta, non avevo mai sforato così tanto.

"Oddio non mi ero accorta fosse così tardi." Mi alzai di scatto dal letto e urlai forte dal dolore. La porta della camera si spalancò facendomi vedere un Niccolò impanicato, non mi aveva mai sentita urlare così forte, se non quando litigavamo.

"Perchè hai urlato?" Nonostante litigassimo spesso, in alcuni momenti riuscivamo ad essere più clementi, e quindi riuscivamo ad avere un rapporto pacifico.

"Non lo so, sarà che stamattina ho corso e, non essendo abituata mi fa male il fianco destro." In quel momento non aveva senso rispondergli male, si stava preoccupando per me.

"Sei sicura che ti faccia male perchè sei andata a correre? Il dolore al fianco dovrebbe passarti presto." Conoscevo la sua ipocondria, anche per un colpo di tosse insignificante chiamava il suo medico che avrebbero dovuto assolutamente santificare data la tanta pazienza che aveva con Niccolò che, quando si impuntava era capace di asserire di avere l'epatite Z, una malattia non ancora scoperta, ma che lui sente di avere.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora