Capitolo 15

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15. Roma - Napoli

Non potevo crederci, Giuseppe era venuto a Roma per stare con me e per medicarmi la ferita, ma proprio quel sabato pomeriggio giocava il Napoli e guarda caso giocava proprio contro la Roma, la squadra di Niccolò

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Non potevo crederci, Giuseppe era venuto a Roma per stare con me e per medicarmi la ferita, ma proprio quel sabato pomeriggio giocava il Napoli e guarda caso giocava proprio contro la Roma, la squadra di Niccolò. Decisero allora di vederla insieme e in più Niccolò chiamò a casa anche Adriano, così da essere in tre a vedere la partita, ovviamente Giuseppe era un tifoso azzurro sfegatato e i due romani erano giallo-rossi. Niccolò aveva fatto diventare il nostro divano un altarino per la sua Roma, non aveva mai visto la partita a casa, aveva sempre preferito o vederla al locale o vederla a casa dei suoi amici e vedere quella specie di altarino mi fece ridere, sembrava davvero scaramantico, almeno per la sua squadra del cuore.

"Niccolò tutto il rispetto, ma lascia una parte del divano senza tutte queste sciarpe, mi devo sedere anche io e sue queste cose non mi ci siedo nemmeno a pagamento." Sapevo che Giuseppe non si sarebbe mai voluto sedere su un divano giallorosso.

"Gioia fagli prendere quella poltroncina che sta in camera mia per piacere, così Giuseppe sta più comodo e si siede lì."

"Niccolò alza il culo e prendi la tua poltroncina." Risposi a tono, non capivo il motivo per il quale doveva chiedere agli altri di fare le cose, ci mancava solamente che in questo stato chiedesse a me di fare sforzi e di alzare pesi, non ci parlavamo se non per scannarci, da quando mi ero operata e, conseguentemente, arrivato il mio migliore amico, sembrava fosse cambiato, ma leggermente. L'inizio del nostro battibecco fu stoppato immediatamente dal suono del campanello, doveva essere arrivato anche Adriano.

"Ciao Adrià!" Niccolò era andato ad aprire la porta ed aveva accolto il suo migliore amico salutandolo con una pacca sulla spalla.

"Ciao Adri, lui è Giuseppe uno dei miei più cari amici." Adriano strinse la mano al mio migliore amico e immediatamente si accomodò in casa. Avremmo prima mangiato insieme e in seguito avrebbero guardato la partita. Aveva preparato tutto Niccolò mentre Giuseppe mi teneva compagnia, non potevo fare sforzi, mi aveva vietato categoricamente di alzare pesi o alzarmi per fare qualche servizio. Mi faceva alzare dal letto solo per andare a mangiare o per spostarmi sul divano.

Avevamo deciso di mangiare sul divano, anche se sembrava poco ospitale Giuseppe aveva concordato con Niccolò di non farmi alzare inutilmente, le acque si erano calmate dopo il battibecco che ebbero il giorno precedente. Avevano deciso, quindi, di avvicinare il tavolo al divano e avevamo mangiato tutti insieme. Prima dell'inizio della partita i ragazzi sparecchiarono, ma purtroppo non lavarono i piatti, ero davvero tentata ad alzarmi per farlo al posto loro, ma se lo avessi fatto Giuseppe in primis non se ne sarebbe più andato a Napoli e non lo potevo permettere, avrebbe perso il lavoro. Chiesi ai ragazzi di posizionare patatine e pop corn per poter sgranocchiare qualcosa durante la partita. Non potevo ancora bere alcolici, ma potevo mangiare qualche schifezza, sempre con moderazione. Fortunatamente prima dell'inizio della partita riuscimmo ad intavolare un discorso tranquillo e pacifico, ma che soprattutto non trattasse della mia operazione. Adriano si era interessato chiedendo di me tutti i giorni a Niccolò, mi aveva anche offerto aiuto nel caso in cui avessi avuto ulteriore bisogno, ma due maschi in casa mi bastavano e avanzavano.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora