40. Devo andare a MilanoSe mi fossi dovuto pentire di una cosa lo avrei fatto senza problemi, se avessi dovuto cambiare una giornata della mia vita avrei volentieri voluto cambiare il giorno in cui Gioia mi aveva chiesto di andare a fare una passeggiata con Spugna e rifiutai. Ero stanco, non riuscivo proprio a muovermi e in più Andrea mi aveva chiesto di starle lontana mettendomi molte insicurezze addosso, ma se avessi saputo non mi sarei mai riaddormentato e non avrei mai ascoltato le parole di Andrea per accompagnarla e portarla, come sempre, a San Basilio.
Era un mese che Gioia tornava a casa e dalla sua bocca sentivo solo elogi per Lorenzo. E Lorenzo di qua, Lorenzo di là. Sai dove mi ha portato Lorenzo, Nic? Oramai sapevo vita morte e miracoli di questo Lorenzo, conoscevo bene la sua morte dato che la stavo pianificando da giorni, non sopporto più tutti quegli elogi da parte della mia coinquilina.
Perché la chiamavo così?! Perché solo così potevo chiamarla. Quando si arriva tardi e quando si decide di non affrontare una situazione nell'immediato se ne pagano le conseguenze ed io me ne pentivo davvero tanto. Avevo pensato che fare finta di niente sarebbe stata la cosa migliore, dato che già era successo un'altra volta e proprio Gioia non ci aveva dato peso, ma ora ripensandoci bene avrei fatto bene a parlarle e a spiegarle il motivo per cui in quel periodo cercavo sempre un contatto più che ravvicinato con lei e, nonostante mi maledicessi mille volte al minuto, non mi sembrava il caso di mettermi in mezzo alla sua nuova storia d'amore.
Sembrava che Gioia oramai facesse davvero coppia fissa con questo ragazzo, non avevo mai avuto un contatto ravvicinato con lui ed era meglio così. Nonostante in quel periodo stessi davvero male, non avrei potuto presentarmi davanti a Gioia e pretendere la sua comprensione, pretendere il suo ascolto, avrei aspettato, non per sempre, ma avrei aspettato. Avrei aspettato fin quando la pazienza me lo avrebbe permesso, nel momento in cui non sarei stato più capace di controllarmi avrei fatto ciò che non era nella mia morale, sarei andato a parlare con lei mettendomi in mezzo alla loro relazione e le avrei espresso davvero tutti i miei sentimenti, perché purtroppo di quello si parlava.
Fortunatamente in quel periodo sarei dovuto partire per andare a vedere se fosse stato possibile aprire un nuovo locale a Milano, volevo allargare i miei contatti e i miei orizzonti. Mi sarebbe tanto piaciuto aprire una catena tutta italiana, ma era un'idea ambiziosa, speravo solo di farcela.
Sarei voluto andare con Adriano a vedere tutto ciò che riguardava le pratiche e le modalità da applicare, ma purtroppo non poteva essere presente, avremmo dovuto lasciare il locale in mano a Gabriele e avrebbe dovuto fare troppi turni. Eravamo comunque rimasti d'accordo che saremmo rimasti in contatto per qualsiasi evenienza, sapevo sempre di poter contare su Adriano.
Se da una parte ero felice di partire, anche solo per tre giorni dall'altra mi dispiaceva lasciare Roma, non avrei potuto tenere sotto controllo la situazione e di certo non parlavo del locale. In teoria avrei dovuto chiedere a Gioia di occuparsene, ma, nonostante fossi sicuro di volerlo fare, lei non avrebbe accettato. Aveva preso quella clausola solo come un semplice aiuto per far sì che il locale non finisse in mani sbagliate. A volte le avevo chiesto dei consigli e lei ben volentieri me li aveva dati, mi faceva piacere avere un suo parere perché alla fine, nonostante lei volesse lasciare tutto nelle mie mani, ci teneva, altrimenti non avrebbe mai accettato. Sapevo benissimo che lei lo faceva perché non voleva entrare nel mio mondo ed invaderlo prepotentemente e per questo la apprezzavo davvero.
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𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/
Fanfiction[COMPLETA] Una ragazza campana si trasferisce a Roma per frequentare la Sapienza, cerca disperatamente un coinquilino per far sì che possa sostenere le spese. Dopo una lunga ricerca riesce a trovare un nuovo inquilino. Chi busserà alla sua porta? Tu...