Capitolo 34

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34. Persona onesta

Eravamo tornati a casa dopo una bella passeggiata in Via del Corso, ad un certo punto io mi ero ritrovato con Giovanni e Andrea e Gioia era andata con Alessia e Ilenia a svaligiare i negozi

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Eravamo tornati a casa dopo una bella passeggiata in Via del Corso, ad un certo punto io mi ero ritrovato con Giovanni e Andrea e Gioia era andata con Alessia e Ilenia a svaligiare i negozi. Erano tornate con le buste piene e sembravano davvero soddisfatte. Io, invece, con i ragazzi mi ero confrontato sullo sport in generale. Non ero un ragazzo accanito, non badavo alla linea, non facevo esercizio fisico, a parte qualche sollevamento pesi all'interno del locale, però mi piaceva parlare di sport, adoravo guardare le olimpiadi, come anche il campionato. La mia Roma non poteva mai essere snobbata, anzi, alcune volte mi permettevo anche di andare allo stadio e divertirmi con i miei amici. Non avevamo un abbonamento, ma quando ci andava prendevamo i biglietti e tornavamo quei ragazzetti che entravano all'Olimpico con i propri genitori per vedere la squadra del cuore. Ci dividemmo nelle nostre camere, io ero andato nella mia, Gioia, Ilenia e Alessia nella camera della mia coinquilina e Andrea e Giovanni stavano nel salotto sul divano. Mi stavo rilassando, avevo mangiato fin troppo e volevo riposarmi, il lunedì era sempre stata la mia giornata di riposo dal lavoro e mi era sempre piaciuto come giorno.

"Si può?" Mi chiese una vocina che di angelico non aveva nulla.

"Vieni vieni, mi stavo solo rilassando." Non mi aspettavo che Gioia entrasse nella mia camera, quando poteva stare con le sue amiche, forse si erano addormentate.

"Scusa non volevo disturbarti." Si faceva sempre problemi, se non l'avessi voluta in camera con me non le avrei dato il permesso di entrare.

"Stai tranquilla Gioia, non stavo dormendo e poi in questi giorni questo letto è anche tuo." Ero grato ai ragazzi di avermi lasciato dormire con Gioia per due motivi: non volevo dormire con degli sconosciuti, volevo dormire con Gioia per capire ancora meglio quali fossero i miei sentimenti nei suoi confronti.

"Comunque non credere che mi sia dimenticata di essere in debito con te eh." Non riusciva mai a farsi offrire qualcosa senza poi chiedermi di farmi ridare i soldi, volevo essere gentile con lei, ero benestante, un pranzo per sei persone non mi impoveriva di certo e per di più mi faceva davvero piacere pagare per tutti, altrimenti non lo avrei mai fatto, nessuno me lo aveva imposto.

"Dai Giò non ti preoccupare prendilo come un regalo." Cercai in tutti i modi di non farmi ridare i soldi, anche se conoscevo la sua grande dote della persuasione.

"Nic non puoi fare sempre così però, va bene che te lavori, ma un pranzo potrei pagarlo anche io." Cercava sempre di ricambiare, ma io non glielo permettevo quasi mai. Eravamo andati a pranzo insieme una sola volta, ma anche quella volta glielo offrii.

"Se vuoi proprio sdebitarti..." A quel punto un'idea mi venne. Era un'idea rischiosa, ma cosa c'è di bello nel vivere una vita senza rischio?!

"Cosa devo fare?" Sarebbe stata disposta a tutto pur di darmi i soli e io giocai quella carta a mio favore.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora