Capitolo 28

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28. Fermiamoci qui

Non stavo capendo più niente, le nostre bocche si erano incontrate e credevo di toccare il cielo con un dito

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Non stavo capendo più niente, le nostre bocche si erano incontrate e credevo di toccare il cielo con un dito. Premetti sulle sue labbra per chiederle l'accesso alla lingua e lei subito la fece incontrare con la sua. Non riuscivo più a connettere nulla. Nonostante avessi bevuto molto ero cosciente, non ero affatto ubriaco, l'alcool mi aveva spinto a suonare davanti a qualcuno, cosa che non facevo da mesi e mi ero sentito veramente bene, mi ero sentito nuovamente vivo.

Il bacio che ci stavamo dando volevo durasse per sempre, non mi sarei mai voluto staccare da lei, ma purtroppo il fiato venne a mancare e ci dovemmo staccare.
Appena i miei occhi incrociarono i suoi rimasi ammaliato da tanta bellezza. Ero diventato come un serpente quando veniva ammaliato dalla musica del suo addestratore, tanto da far combaciare nuovamente le mie labbra con le sue. Se prima le mie mani erano appoggiate sul pianoforte, in quel momento erano scese sul suo fondo schiena, non mi sarei mai voluto spingere oltre, Gioia non era sobria e non avrei fatto nulla di cui poi si sarebbe potuta pentire. Le sue mani invece erano allacciate dentro al mio collo e piano piano iniziarono a scendere sempre più verso il mio petto, fin quando, mentre le nostre lingue continuavano a danzare, sentii che la mia camicia stava per allentarsi sempre di più, segno che Gioia stava sbottonando i bottoni di essa. In pochi secondi ci trovammo sdraiati sul materassino che avevo preparato per la festa della serata successiva e in pochi minuti i nostri vestiti erano sparsi per tutta la sala. Le nostre bocche si erano separate nuovamente permettendomi finalmente di respirare, respiro che si mozzò quando la bocca di Gioia si posò sul mio collo lasciando dei baci che mi fecero provare dei brividi per tutta la colonna vertebrale.

Mi ero lasciato trasportare fin troppo dal momento, mi sarei dovuto controllare di più, ma Gioia mi attraeva da morire, se all'inizio mi ero prefissato l'obiettivo di non invaghirmi di nessuno, quell'obiettivo era andato a farsi benedire solo dopo due mesi che avevo conosciuto quella ragazza. Mi sapeva tenere testa, mi spronava sempre a far meglio, volevo diventasse mia da tempo, ma non volevo che lo diventasse contro la sua volontà.

"Gioia, Gioia, fermiamoci qui." Non volevo veramente fare nulla se lei non fosse stata consenziente, ma soprattutto cosciente. Lei annuì e abbassò il capo, mi dispiacque vederla in quel modo, ma non volevo farla pentire di nulla. "Non abbassare la testa, non ti sto rifiutando, voglio solo che quando ciò avverrà tu sia lucida e soprattutto che tu lo voglia con tutta te stessa."

"Grazie Niccolò." In quel momento era come se mi stesse davvero ringraziando per averla rispettata e di questo non doveva essermene riconoscente, non volevo fare sesso con lei, volevo fare l'amore. Volevo che entrambi lo volessimo. L'aria si era fatta pesante allora decisi che forse sarebbe stato meglio farle capire che davvero desiderassi tutto ciò che era accaduto, volevo che capisse che io stavo iniziando ad innamorarmi di lei. La guardai intensamente negli occhi e i suoi si illuminarono, facendomi capire che anche lei sperava la baciassi.

"Niccolò perché lo hai fatto?" Mi chiese appena ci staccammo dal bacio. Cosa le avrei dovuto rispondere ora?! Non sapevo proprio come esprimermi, non volevo dire frasi importanti rischiando che il giorno seguente le dimenticasse.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora