Capitolo 24

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24. Torta crema e cioccolato

"Nic, Nic svegliati, ci siamo addormentati sul divano

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"Nic, Nic svegliati, ci siamo addormentati sul divano." Erano le otto di mattina e la luce filtrava tra i vetri del nostro appartamento, non ci eravamo accorti di essere crollati sul divano io con la testa appoggiata sulla sua spalla e la sua testa poggiata sulla mia. Dovevamo semplicemente guardare un film, invece, non avevamo resistito nemmeno fino alla fine del primo tempo, eravamo due casi disperati.

"Lasciami dormire, ho sonno." Mugugnò ancora con voce assonnata il mio coinquilino, in quei giorni stava recuperando tutto il sonno perduto, come avevo fatto io. Non avevo lezione e potevo stare tranquilla a riposarmi e a fare le cose con calma, anche se ci avevano avvisato che, nel caso in cui questo periodo di mal tempo si fosse protratto avremmo dovuto iniziare a seguire le lezioni online, altrimenti avremmo perso del tempo prezioso. La cosa che, però, mi dispiaceva di più era non poter andare a trovare mia madre. Da quando l'avevo rivista andavo quasi tutti i giorni da lei, anche per avere un abbraccio di solo cinque minuti che mi avrebbe rallegrato la giornata. Ci avevo parlato a telefono per più di una volta, e, fortunatamente, sembrava non risentire negativamente di questa situazione.

"Almeno vatti a stendere nel letto, stai più comodo." Speravo potessimo alzarci da quella posizione che era diventata scomoda. Eravamo stati per più di sei ore distesi sulla poltrona e, forse, andare sul letto non avrebbe fatto affatto male. Saremmo stati comodi tutti e due.

"No, vieni qua, stavo comodo prima." Aveva ancora gli occhi chiusi e aveva allungato la mano con la speranza di riuscire a prendere il mio braccio per trascinarmi nuovamente sul divano. Non so come ma ci riuscì.

"Dai Niccolò io non ho sonno, non posso stare così fino a quando non ti svegli." Volevo fare qualcosa, non per forza studiare, ma rendere produttiva la mia giornata. Sapevo bene che a Niccolò piacesse tanto dormire, infatti le mattine in cui non doveva andare a lavoro rimaneva al letto fino all'ultimo secondo possibile, utilizzava sempre la scusa di dover riposare dato che si stancava molto a lavoro, e ciò parzialmente era vero. Niccolò lavorava molto, ci teneva tanto al suo lavoro e dava sempre il suo meglio, ma allo stesso tempo era un dormiglione di prima categoria, ma non lo avrebbe mai ammesso.

"Shhhh, buonanotte." In trenta secondi il moro al mio fianco aveva ripreso a sonnecchiare e mi aveva incastrato tra la sua spalla e la sua testa, in più il suo braccio aveva circondato la mia vita. Non potevo credere a ciò che stava succedendo, sembravamo due persone che erano sempre state in pace tra loro, forse questi giorni sarebbero stati d'aiuto per noi, non sapevo come potesse essere possibile, ma mi faceva piacere. Cullata da questi pensieri raggiunsi anche io il mondo dei sogni, oramai mi ero rassegnata, non avevo altro da fare.

Una vibrazione del telefono mi svegliò e cercando di disturbare il meno possibile Niccolò mi alzai per prenderlo. Quando mi avvicinai al mio iPhone, notai che aveva lo schermo nero, segno che nessuno mi stava chiamando. Pensai fosse quello di Niccolò, allora mi avvicinai ad esso che era illuminato. La schermata faceva apparire il nome di Adriano, ero indecisa se rispondere o meno, era pur sempre il suo migliore amico e stava chiamando Niccolò, ma il fatto che non si fosse arreso mi fece rispondere.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora