Capitolo 7

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7. Sei una rovina famiglie

Niccolò era in casa con me da circa una settimana e la convivenza non stava andando nel migliore dei modi, litigavamo molto spesso e desideravamo sempre prevalere l'uno sull'altra

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Niccolò era in casa con me da circa una settimana e la convivenza non stava andando nel migliore dei modi, litigavamo molto spesso e desideravamo sempre prevalere l'uno sull'altra.
Nonostante ciò avevamo cercato di dividere al meglio i compiti giornalmente e fortunatamente entrambi stavamo adempiendo ai nostri doveri. Niccolò stava preparando il sugo per la sua amatriciana e io mi stavo dedicando a mettere in ordine tutto ciò che il mio coinquilino aveva lasciato in disordine nella sua stanza, non metteva mai le cose al loro posto e io non sapevo come dovessi rimetterle nell'armadio, non mi sarei stupita se si fosse arrabbiato con me per la disposizione del suo guardaroba, ma non avendo uno schema facevo a modo mio.

Avevo messo la lavatrice per lavare le maglie che aveva utilizzato in questa settimana e avevo rimesso apposto quelle che si erano asciugate. Niccolò aveva un modo di vestire molto semplice, indossava molte t-shirt monocolore e i jeans strappati, quando, invece, faceva freddo utilizzava felpe, possibilmente Nike o Fila, con i pantaloni della tuta o con dei jeans non strappati. Mi piaceva abbastanza il suo stile, semplice ma da ragazzo. Non era il solito che se la credeva solo perchè avesse un locale al centro di Roma, aveva tanti difetti, li stavo conoscendo giorno dopo giorno abitandoci insieme, ma non era affatto un ragazzo presuntuoso. Nonostante non fosse assolutamente un brutto ragazzo non se la tirava affatto, era rimasto un ragazzo normale che amava il suo lavoro e questo era davvero da apprezzare. Non andavo molto d'accordo con Niccolò, ma ero obiettiva nei giudizi delle persone, non mi piaceva mai essere condizionata dall'antipatia che provavo nei confronti, se fosse stato così avrei dato dei giudizi sbagliati.

Avevo finito di raccogliere tutte le maglie e le avevo riposte nella lavatrice, la parte più dura arrivava con i jeans e con i pantaloni, avrei dovuto guardare in tutte le tasche e avrei dovuto controllare se ci fossero stati dei foglietti, non avrei voluto sentire poi Niccolò sbraitare perchè non avessi controllato bene nei suoi pantaloni. Fortunatamente non trovai nulla e potetti mettere tranquillamente i suoi indumenti a lavare.

Per recuperare del tempo iniziai a ripiegare le magliette e a riporle nell'armadio, avrei voluto disporle per colore, ma mi era molto difficile, dato che la maggior parte erano nere e bianche, allora decisi di posizionarle creando delle pile tra quelle a tinta unita e quelle a fantasia. Mi sembrava il ragionamento migliore, per i jeans e i pantaloni delle tute fu più semplice dato che separai semplicemente i due modelli.

"Hai finito di mettere in ordine? Il pranzo è quasi pronto." In quella giornata, stranamente non avevamo litigato, non avevamo interagito molto, quindi anche quello influiva nel nostro stare in pace.

"Ho quasi finito sì, devo posare questi pantaloni e posso venire a mangiare." Gli dissi indicando il suo pantalone rosso della fila. Appena vide il suo armadio, però, la sua faccia non fu delle migliori.

"Ma come hai messo in ordine il mio armadio?! Non ci capisco niente così, le tute devono stare appaiate e le magliette nere devono essere messe tutte sulla stessa pila!"

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora