Capitolo 16

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16. Svegliarci insieme

"Gioia che facciamo stasera?" Giuseppe era ancora a casa nostra, era domenica e dovevo andare a lavorare al locale, ci sarebbe stata la serata Spaghetti, fortunatamente non avrei dovuto assistere alle smancerie di Gioia e Giuseppe

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"Gioia che facciamo stasera?" Giuseppe era ancora a casa nostra, era domenica e dovevo andare a lavorare al locale, ci sarebbe stata la serata Spaghetti, fortunatamente non avrei dovuto assistere alle smancerie di Gioia e Giuseppe. La sua presenza mi aveva permesso di lavorare senza dover cambiare i turni, ma vedere loro due insieme scambiarsi affetto mi aveva dato proprio fastidio. Le aveva anche medicato la ferita, non avevo sentito Gioia lamentarsi per niente, quindi due erano le possibilità o lui era un maestro nelle medicazioni o Gioia, davvero, aveva una soglia elevata di sopportazione del dolore.

"Giusè se vuoi guardiamo un film, altrimenti rimango qui a casa e tu vai al locale di Niccolò, ogni domenica io vado lì con una mia compagna di corso." Gioia era una cliente abituale, non mancava mai, soprattutto quando Flavio ci deliziava della sua presenza. Era uno degli artisti che apprezzava di più. Avevamo invitato spesso anche Tommaso Paradiso, ma Gioia preferiva di gran lunga Gazzelle.

"Come va a te, per me va bene tutto e lo sai, anche se preferirei rimanere qui con te, non sia mai non ti sentissi bene, non sono venuto qui per andarmi a divertire." Le rispose abbracciandola, quei gesti mi sembravano così lontani dal nostro modo di fare, l'avevo abbracciata, per modo di dire, il giorno in cui era sconfortata, ma nonostante ciò non mi aveva voluto dire cosa le stesse succedendo, non riuscivo a capire cosa pensasse, loro, invece, si capivano con un solo sguardo.

Mi sembrava strano che Gioia volesse far andare da solo un suo amico nel mio locale, era vero che lei ci veniva sempre con Ludovica, ma credevo che volesse stare sola con lui dato che io sarei mancato per molto tempo in casa.

Fortunatamente mancava pochissimo tempo e sarei dovuto uscire da quella casa e i miei tormenti mi avrebbero lasciato per almeno una serata intera, o meglio lo speravo. Speravo che lavorare mi potesse far distrarre da tutte le domande che mi ronzavano in testa. Avrei messo la testa sulle carte e mi sarei sicuramente distratto.

Salutai Gioia e Giuseppe e mi recai a lavoro dove c'era Adriano ad aspettarmi per aprire, la domenica, nonostante avesse gli orari liberi sapeva a che ora arrivavo e quindi veniva in mio soccorso per riuscire ad organizzare tutto il più velocemente possibile.

"Oi Nì, ciao."

"Adrià, tutto ok?" Eravamo soliti chiederci come stessimo e non per fare i formali, ma perché volevamo davvero sapere come stessimo.

"Sì e Nì grazie per avermi invitato ieri sera, sono stato bene."

"Dai se ti è piaciuto così tanto venire a casa mia si può rifare." Mi era sempre piaciuto stare in casa con i miei amici, anche se quella sera c'era anche Giuseppe. Proprio perché fossi il proprietario di un locale, quando non lavoravo volevo stare in pace e tranquillità con i miei amici e le case erano i luoghi migliori per non essere disturbati né da persone indiscrete, né dalla musica assordante che non permette nemmeno di parlare.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora