Capitolo 23

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23. Spugna

Fuori era più freddo che mai, avevamo acceso i riscaldamenti e per far si che potessimo stare al caldo dovevamo coprirci bene e avvolgerci nelle coperte di lana

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Fuori era più freddo che mai, avevamo acceso i riscaldamenti e per far si che potessimo stare al caldo dovevamo coprirci bene e avvolgerci nelle coperte di lana. Non ero mai stato abituato a dormire con una felpa, d'inverno nonostante fosse freddo indossavo le maglie a maniche lunghe di cotone, invece questa situazione mi aveva costretto ad indossarle altrimenti non sarei sopravvissuto a questo freddo, mi sarei preso una bella broncopolmonite e addio mondo.

Stare quattro giorni in casa, senza poter respirare l'aria pulita di Roma, mi rendeva davvero strano, in più erano quattro giorni che io e Gioia stavamo insieme e fortunatamente non avevamo litigato nemmeno una volta, anzi eravamo sempre stati in pace. Non riuscivo più a sopportare di doverle stare vicino senza poter fare qualcosa di più, avevo iniziato a sentire qualcosa di strano ogni volta che i nostri occhi si incrociavano, come se ci fosse qualcuno che mordesse il mio stomaco, avevo paura di essermi innamorato di lei, ma io non volevo più innamorarmi di nessuno dopo la delusione della mia ex, poi è piombata Gioia e, nonostante tutti i tentativi di allontanarla da me, non ero riuscito a costruire per bene una barriera, nonostante ciò avrei aspettato per buttarmi a capofitto in qualcosa del quale non conoscevo nemmeno la natura, avrei aspettato che la vita facesse il suo corso, mi sarei affidato lei, non mi sarei voluto pentire di nulla.

I miei pensieri vennero distratti da un rumore, sembrava un guaito, ma mi sembrava davvero strano, credevo di avere le allucinazioni, cercai di capire meglio, ma non sentii più nulla quindi mi stesi comodamente sul divano. Dopo pochi minuti però sentii nuovamente lo stesso rumore, decisi di alzarmi e di avvicinarmi alla porta per vedere se ciò che stavo sentendo fosse vero. Il rumore si ripeté di nuovo e io decisi di affrontare il freddo e vedere chi ci fosse al di fuori della porta. Appena aprii la porta notai un piccolo batuffolo beige che cercava disperatamente aiuto, decisi subito di accoglierlo in casa, non poteva stare al freddo e al gelo, sarei stato un insensibile se lo avessi fatto.

"Gioia puoi venire qui?" Chiesi cercando di attirare l'attenzione della mia coinquilina.

"Che succede Nic?" Appena notò il cane la sua espressione cambiò radicalmente. "Che carino dove lo hai trovato?"

"Ho sentito un guaito fuori dalla porta e appena ho aperto l'ho trovato, è infreddolito, ti va di preparargli un bagno caldo?"

"Andiamo nella mia camera, ci metto di meno a preparare la vasca." Decisi di coprirlo con una piccola coperta per farlo iniziare a riscaldare, nel mentre Gioia iniziò a riempire la vasca mettendoci anche un po' di sapone. Ero consapevole di doverlo portare dal veterinario, non sapevo se portasse qualche malattia, ma allo stesso tempo non potevo lasciarlo al freddo e al gelo.

"La vasca è pronta, non ho messo molta acqua, non voglio che affoghi." Lo posai nell'acqua e lui si sentì già rigenerato, lo lavammo accuratamente, cercando sia di lavarlo sia di disinfettarlo come meglio potevamo. Non avevamo prodotti contro le zecche, ma Gioia, stranamente aveva un prodotto contro i pidocchi e decidemmo di farcelo andare bene. Speravo con tutto me stesso che potesse essere sano e non portare alcuna malattia.

𝑆𝑎𝑟𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑙𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑝𝑒𝑟 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑟𝑟𝑖𝑠𝑜 /𝑈𝑙𝑡𝑖𝑚𝑜/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora