Cap. XXI

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POV's Martina

È stato semplicemente il bacio più bello della mia vita. Mi sono venuti i brividi quando le mie labbra hanno toccato le sue. Mi aspettavo qualcosa di bello, ma non di così bello. Ho provato sensazioni che non avevo mai provato, nemmeno con Daniela, e questa cosa mi spaventa e non poco.
Adesso mi trovo nel letto con lei appoggiata sul mio petto che dorme beatamente. Mi concentro a guardarla: è così bella. Bella nel vero senso della parola. Lei non è figa, lei è di una bellezza disarmante. Quando passa non puoi fare a meno di guardarla, di osservarla in tutti i suoi movimenti e azioni, rimani incantato. E sono rimasta incantata anch'io la prima volta che l'ho sentita cantare, e sono rimasta incantata la prima volta che l'ho sentita parlare. Mi incanto ogni volta che fa qualcosa, come se fosse la prima volta.

Ed è per questo che ho chiesto una pausa a Daniela. Non voglio continuare a mentire su quello che provo per Gaia e non voglio continuare a fingere che tra me e Daniela vada tutto bene. La nostra relazione è entrata in crisi un po' di tempo fa e da quando sono qui ho capito che quello che provo per Daniela non è come prima e penso che proprio i miei sentimenti per Gaia mi stanno facendo rendere conto di questo.

<<Che fai? Mi osservi dormire?>> mi sussurrò Gaia ancora mezza addormentata.
<<Si, perché no? Sei bella quando dormi>>
<<Cos'è questa dolcezza Beltrami?>>
<<Solo per te Gozzi>>
<<Muoviamoci, altrimenti facciamo tardi>>
<<Non me lo dai il bacio del buongiorno?>> ammicco.
Lei sembra pensarci e sono io a mettere fine alla distanza tra le nostre labbra. È un bacio lento, carico di sentimenti.
<<Adesso basta Beltrami>> si alza e va verso il bagno.
<<Ci vediamo giù per la colazione?>> le chiedo.
<<Si si>>

Vado nella mia stanze e trovo Talisa appena sveglia.
<<Buongiorno Beltrami. Dov'eri finita?>>
<<Buongiorno Tali. Ho dormito da Gaia>>
<<Ahh è successo qualcosa?>>
<<No..>>
<<MARTINA>>
<<Okay okay, calma. Ci siamo baciate>>
<<Whatt??>>
<<Si, ce l'ho baciata io e lei ha ricambiato>>
<<Che belloooo. Ma Daniela?>>
<<Non lo so, Tali. È un fottuto casino>>
<<Facciamo una cosa. Cosa provi quando sei con Gaia?>>
<<Gaia mi fa provare cose che non avevo mai provato prima. Quando sto con lei mi dimentico di chi sono, quando la guardo mi perdo nei suoi occhi, quando mi vedo riflessa nei suoi occhi penso di non essere così male come penso>>
<<E quando sei con Daniela?>>
<<Daniela è stata la prima persona che mi ha realmente apprezzata, che mi ha fatto capire che non sono così male come pensavo. Ma c'è anche da dire che ultimamente non va più bene com'era prima, litighiamo sempre, non mi ascolta. Ha iniziato ad andare in discoteca, mentre quando ero a Torino odiava le discoteche. Non sono più sicura di quello che provo per lei>>
<<Bhe, la risposta mi sembra chiara>>
<<Cosa?>>
<<Sei stracotta di Gaia e l'unico ostacolo è Daniela>>
<<Non lo so, Tali. Gaia mi piace, anche troppo, ma Daniela è stata accanto a me quando non c'era più nessuno>>
<<Marti, tu non puoi solo pensare che Daniela ti è stata vicina, allora non ci sarà più nessuno che ti starà accanto. Credo che Gaia ti abbia capito più di tutti qua dentro e in pochissimo tempo. Devi seguire il tuo cuore Marti, altrimenti prendi in giro Daniela, Gaia e soprattutto te stessa>>
Quelle parole mi fecero riflettere. Dovevo seguire il mio cuore che portava un solo nome e non era quello che fino a quel momento aveva accompagnato il mio cuore. Il nome scritto era quello di Gaia, ma dovevo essere sicura prima di interrompere una relazione di due anni.

~~~~~

Arrivammo a scuola e tra le lezioni c'era una lezione con la professoressa di lettere Monica de Bernardis, che ci aveva chiesto di scrivere un tema di presentazione.
<<Martina, vuoi venire a leggere il tuo tema?>>
Mi alzai e andai verso la cattedra iniziando a leggere quello che avevo scritto.

"Mi piacerebbe poter dividere la traccia del tema spiegando chi sono io e chi sono come cantante. Io sono ad oggi il silenzio e la rabbia che mi portò dentro, sono l'istinto, sono il bianco e subito dopo il nero. Sono la calma apparente, un po' come quando il mare diventa basso basso per poi tramutarsi in un'onda anomala.
Io cantante sono quella versione di me che vorrei mantenere quotidianamente. Porto nella mia voce la mia verità, lasciando per un attimo quella che è l'angoscia e rabbia di tutti i giorni. Io come cantante sono il mio disagio, le mie paure e le mie insicurezze, che diventano punti di forza. Io quando canto non ho paura. Non ho paura di sentirmi fuori luogo, non ho paura del giudizio perché mal che vada io ho cantato, non solo tramite le corde vocali, ma passando dall'anima e so per certo che facendo una piccola sosta in quella zona del mio corpo non posso sbagliare mai.
Sono come cantante il coraggio che vorrei avere sempre, sono la forza di dire "okay, non fermiamoci al primo ostacolo", sono il sottotesto della mia persona.
Ho scoperto la mia voce in un periodo nel quale avevo bisogno di trovare in me stessa qualcosa in cui credere, avevo bisogno di impegnare la testa facendo una cosa nuova, che lasciasse il male da parte per un po'. Cantando mi sono salvata, trovando del buono, qualcosa che mi facesse piacere di me stessa, mi sono salvata e ho salvato in primis quella parte di me che non ha mai ceduto, che faceva disperatamente in modo che la mia testa andasse di pari passo con il resto del corpo.
Ovviamente, nonostante ora sia tutto in ordine, qualcosa ogni tanto necessita di un controllo ed è per questo che ho trovato un aggancio sul quale appendermi quando la testa torna a battere i suoi tempi.
Questa sono io."

Tornai al mio banco e notai Giorgia che si era commessa e Gaia con gli occhi azzurri. Abbracciai Giorgia che mi sussurrò all'orecchio.
<<Mi hai fatto commuovere, cretina>>

Mentre leggevo il testo mi ero commossa, perché stavo parlando di me e non mi è semplice parlare di me davanti a tante persone. L'ho fatto solo con Gaia, Talisa, Giorgia e Stefano.

Ci fanno andare in sala relax e Maria ci dice che abbiamo la possibilità di togliere la maglia con il punto di domanda ad uno di noi. Quando è il mio turno di voltare scelsi Giorgia, secondo me non merita avere quella maglia, la reputo una delle ballerine più forti qua dentro.
Io presi tre voti, mi faceva piacere pensare che qualcuno mi reputava forte. A vincere fu Skioffi e si tolse la maglia con il punto interrogativo.

Tornammo in hotel e dopo essermi fatta una doccia andai da Gaia.
<<Ehi Marti, entra>> dopo che chiude la porta rimase lì per un po, la vedevo strana, come se fosse successo qualcosa.
<<Ehi, che hai Bì?>>
<<Ti senti davvero un'onda anomala?>> citando il testo che avevo scritto.
<<Un po' si, ma perché mi chiedi questo?>>
<<Perché ieri ho parlato soltanto di me e non ho lasciato che parlassi neanche un minuto>>
<<Ehi, mi guardi? Ieri avevi bisogno di me per sfogarti. Quando avrò bisogno di sfogarmi verrò da te. Hai capito?>>
Fece si con la testa, ma non mi guardava. Così mi avvicinai piano piano e le presi con due dita il mento per far sì che mi guardasse.
<<Guardami Gà, perché solo quando mi guardi mi fai sentire bene>> le sussurrai.
Lei mi guardò e vidi i suoi occhi colmi di lacrime.
Non ci pensai due volte. Misi le mani sui suoi fianchi e la baciai. Volevo trasmetterle tutto quello che provavo per lei, volevo farle capire che io ci sarei stata sempre per lei, che avrei fatto di tutto per proteggerla.

Ventunesimo capitolo. Torna il punto di vista di Martina. Cosa farà lei? Lascerà Daniela per stare con Gaia?

Dalle risate che mi nascondevi!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora