Cap. XX

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Pov's Gaia

Il giorno dopo eravamo tutti in sala relax, non sempre quando ci chiedevano di esserci tutti era una cosa positiva, ma in quel caso lo era: un componente della mia squadra e uno della squadra di Nyv dovranno preparare una prova performance, i componenti saranno accompagnati dai ballerini professionisti e dovranno lavorare con i coreografi e potranno scegliere se esibirsi accompagnati da una coreografia oppure eseguire dei passi di danza.
"AD AFFRONTARE LA PROVA SARANNO I DUE CAPISQUADRE GAIA E NYV"
<<Siiii>> esultò Martina.
Io subito guardai Nyv che era abbastanza nel panico. Io ero contentissima, mi piaceva muovermi mentre cantavo, mi veniva quasi naturale.
<<Devi ballare?>> mi chiede Talisa abbracciandomi da dietro.

Subito mi chiamarono in sala per preparare la coreografia con Timor e i ballerini professionisti Alessio, Umberto e Alberto.
<<La prima volta che ti ho vista ballare un po', ho pensato: voglio insegnarle una coreografia>> mi disse Timor.
<<Ah wow>>
<<Perché la cosa interessante in molti artisti è che vocalmente hanno ritmo, ma quando si muovono è strano. Ma per te invece è molto naturale, non fai la coreografia tu stessa, ma vedo che sai cosa fare all'inizio, quando inizia il ritornello, inizi a muoverti, sai quando tornare indietro, sai quando farti piccola. Come quando faccio una coreografia per un'artista, scelgo i movimenti per ogni parte. Quando parte il ritornello, ti viene di andare verso il pubblico, ma molti artisti non lo capiscono e rimangono lì fermi. Quindi per te sarà molto naturale imparare una coreografia, cantare e ballare insieme>>

Così iniziammo a prepare la coreografia, è stato molto divertente, a volte anche imbarazzante, ma solo perché era la prima volta che facevo una vera e propria coreografia. Ho imparato una bella parte della coreografia che eseguirò sul mio inedito "Calma", la versione italiana di "Chega".
Torno in sala relax e racconto a Talisa della lezione appena fatta e lei è molto eccitata nel vedermi ballare.

Nel pomeriggio ci chiamano per una lezione con Alfonso Signorini, ci aveva chiesto di scrivere delle riflessioni sul dolore. Spero che non chiami me, almeno non oggi, perché non riuscirei a parlare.
<<Gaia>>
<<Ho represso le mie paure e dolori>> e vado verso di lui.
<<Hai represso. Questo è interessante. Gaia reprime le sue paure. Non le vuoi affrontare? Ti fanno paura?>>
<<No, le affronto da sola, ma fa molta fatica, anche nel rispetto vostro dirvele. Quindi ho fatto un bigliettino chiuso in se in ottocento parti>>
<<Guardate con quanta cura Gaia ha chiuso il suo bigliettino. Non ci deve entrare proprio nessuno>>
<<E c'è scritto blocco>>
<<Come facciamo a frantumare quella pietra li? A interpretarla>>
<<Io lo sto frantumando con me stessa>>
<<Che cosa ha preso più forma in questo blocco di pietra? Cioè qual è la cosa che pesa di più? Quale periodo della tua vita? Quale persona? Quale situazione?>>
Ed eccolo lì, il groppo che mi blocca, che non mi fa parlare, che per mesi ha fatto sì che accettassi qualsiasi cosa mi capitava davanti. Quel groppo che mi ha fatto compagnia per tre anni, che tutt'ora mi blocca e non mi fa esprimere, quel groppo che nessuno fino a quel momento è riuscito a distruggere, permettendomi di aprirmi completamente, senza avere paura di essere ferita. Anche adesso, davanti ai miei compagni, non riesco a parlare, posso soltanto chiudere gli occhi, per evitare che le lacrime scendano, per evitare di dare spiegazioni che non voglio dare.
<<Non posso farlo>>
<<Pensi di poterlo fare?>>
<<Con me stessa>>
<<Con te stessa. È importante, prima con te stessa. Può essere che quello che noi stiamo facendo qua e che tu stai facendo con tutti gli altri vostri insegnanti, ti aiuti a guardare dentro di te, non è detto che tu lo debba condividere, se non ce la fai, nessuno ti obbliga>>
<<Credo che il mio processo sia iniziato un po' di tempo fa>>
<<Prima di entrare in qua?>>
<<Molto prima. È come se ci fosse una cicatrice in un periodo della mia vita>>
<<Però il fatto che tu cominci a prenderla per mano e a tirarla fuori, anche solo parlandone come stai facendo in questo momento, in questo momento lei è più debole di te. Io sono sicuro Gaia che tu, tra un po', sarai un pochino diversa. Facciamo questa scommessa? Ci credi? Brava>>
E me ne tornai al posto con qualche lacrima che scendeva senza il mio consenso.

Per il resto della giornata non ho fatto altro che pensare a quanto successo con Signorini. Non mi piace parlare di quel periodo della mia vita, non mi piace ricordare quel periodo lì, ma devo ammettere che potrebbe aiutarmi per liberarmi, per togliermi quel groppo che non mi fa parlare.

Torno in hotel e vado dritta in stanza, non ho voglia neanche di cenare. Mentre ero stesa sul letto bussano alla porta.
<<Servizio in camera>> non ho ordinato il servizio in camera, chissà chi sarà.
Apro la porta e trovo Martina con due cartoni della pizza in mano.
<<Ho visto che non sei scesa per cenare, così ho pensato di prendere due pizze e mangiare in camera>> sorrido a quel pensiero così dolce.
<<Vieni entra>>
Mangiammo le pizze, ridendo e scherzando, come non facevamo da un po'.
<<Bì, lo sai che io di sono per qualunque cosa?>>
<<Certo che lo so, perché mi dici questa cosa?>>
<<Se hai bisogno di parlare io ci sono. Ti ho vista oggi a lezioni. Era come se volessi parlare, ma poi hai visto che c'erano tutte quelle persone e non lo hai più fatto>>
<<Hai ragione Bì>>
<<Quindi quando te la sentirai di parlare, puoi contare su di me>>
<<Quando finì X factor, non ero triste o arrabbiata del mio secondo posto, non potevo pretendere molto, visto che ero arrivata dal nulla, ma tutto sembrava andare per il meglio, incontravo i miei fan, le persone che mi volevano bene anche se mi avevano visto in uno schermo. Dopo X factor aprì i concerti di Giorgia. È stata un'emozione unica aprire i concerti di una grandissima artista ed ero veramente felice.
Subito mi trasferì a Milano, da sola, e misi al lavoro per altri brani, volevo far uscire un album interamente mio, interamente fatto di inediti, così io e il mio ex produttore andammo in studio e nacque Fotogramas. La casa discografica però aveva dei dubbi sul brano, in quanto la lingua restava in forte problema>> feci una pausa per prendere un respiro.
<<Dopo Fotogramas si ruppe qualcosa. Dei produttori che avevo intorno non rimase più nessuno, delle persone che credevano in me non rimase più nessuno. Ero rimasta soltanto io con la mia famiglia.
Mi cercai un lavoro, perché non sapevo come mantenermi e non volevo far pesare la scelta di diventare una cantante alla mia famiglia. Avevano fatto già tanti sacrifici per me, non volevo che ne facessero ancora. Ad una festa incontrai Simone, il mio attuale produttore, anche lui in una situazione di stallo. Così iniziammo a collaborare. Mi alzavo alle 6, andavo a lavorare in un call center, finivo alle 19:30/20:00 e andavo da Simone a lavorare, fino a notte fonda e ogni giorno era così.
Quando sono andata a Milano a vivere da sola, ho conosciuto Matteo, il mio ex ragazzo. Dopo un anno di relazione decidemmo di andare a convivere. Le cose andavano bene fino a otto mesi fa, quando litigavamo per qualsiasi cosa, ma invece di chiarire, si metteva da parte, facendo crescere quella pila di motivi che ci facevano litigare, fino a quando la situazione precipitò e ci lasciammo. Non è stato per niente facile mettere fine ad una relazione di 4 anni, dove vivi l'altra persona nella quotidianità, ma mi sono resa conto che andava fatto, perché non potevo più andare avanti così.
Questo è il motivo per cui non mi piace parlare del mio passato>>
Martina per tutto il tempo era rimasta in silenzio, guardandomi e accarezzandomi quando sentiva la mia voce spezzarsi.
<<Grazie>> mi disse.
<<Per cosa?>>
<<Per esserti aperta con me. Ho visto la fatica che hai fatto e sono molto contenta del fatto che tu abbia scelto me per aprirti>>
Mi gettai nelle sue abbraccia, avevo bisogno di lei in quel momento, delle sue braccia a farmi capire che andava tutto bene.
Quando ci staccammo i nostri visi erano molto vicini e lei non smetteva di fissarmi le labbra e io lo stesso.
<<Gaia..>>
<<Shh Marti, ho bisogno di te adesso>>
E lei si avvicinò per far scontrare le nostre labbra. Iniziò un bacio calmo che però si trasformò in un bacio passionale. Lei mi chiese l'accesso con la lingua che non negai. Eravamo entrambe prese da un numero di emozioni incalcolabile.
Il bacio si intensificava sempre di più e le sue mani raggiunsero ben presto il mio fondoschiena.
<<Gaia dobbiamo fermarci, altrimenti finisce male>>
<<Hai ragione Beltrami>>

Capitolo venti. Vi ho fatto un bel regalo. Ma adesso? Cosa succederà?

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