Cap. XXIV

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POV's Gaia

Eravamo in sala quando ci chiamarono perché i professori avevano sentito quello che la mia squadra aveva detto. Arrivammo in un'altra sala e arrivarono tutti i professori. Il primo sconto fu tra la professoressa Celentano e Giorgia. Io purtroppo non riesco ad ascoltare perché penso ancora a quello che è successo in puntata, quindi mi trovo con la testa altrove, infatti Martina se ne accorge e si siede accanto a me, accarezzandomi prima di sedersi.
Successivamente la discussione si sposta su quello che aveva detto Skioffi, ma è meno scontrosa rispetto a quella di Giorgia. Ci sono venuti incontro ed è stata una discussione matura, con persone che non hanno recepito male quello che volevamo dire.

Ad un tratto entra anche la squadra di Nyv e si apre la discussione sulla prova performance e sul commento di Rudy nei riguardi di Nyv. Ed è lì che intervengo, ma neanche tanto, dicendo che io e Nyv siamo e abbiamo fatto due cose diverse.

~~~~~

Tornai in hotel e andai dritta in camera, ero stanca e volevo solo dimenticare questa giornata, ma bussarono alla porta.
<<È aperto>> urlai.
<<Ehi, posso entrare?>> era Martina.
<<Certo>>
<<Come stai?>>
<<Così..>>
<<Senti Gà, lo so che adesso stai in paranoia per quello che ti ha detto Rudy, però non pensare che sia verità, è la sua verità. Tu sei molto di più dell'estetica, sei molto di più di tutto quello che ha detto lui e mi da fastidio vederti così. Lo so che stai male, ma ti prego non abbatterti, perché se lo fai tu, lo faccio anch'io>>
<<Marti, ma secondo te, arriva realmente solo l'estetica?>>
<<Assolutamente no. Non pensarlo neanche per un minuto. A me sono venuti i brividi quando hai cantato>>
<<Ho bisogno di te Marti..>>
<<Io sono qua Bibi, non me ne vado>> e si stese con me sul letto. Mi accarezzava il viso e piano piano si avvicinò facendo scontrare le nostre labbra in un bacio delicato, come se voleva trasmettermi tutto quello che pensava di me.
<<Sei importante per me Gà, non dimenticarlo>>
<<Come potrei dimenticarlo con quello che mi fai provare?>>
E si avvicinò per baciarmi ancora.
Stavo bene. Nonostante la giornata di merda che avevo avuto stavo bene, con lei io stavo bene. Per la prima volta dopo mesi stavo bene con una persona, una persona che mi voleva realmente bene , che faceva di tutto per me e io avrei fatto di tutto per lei.

~~~

Il giorno dopo mi sveglia e accanto a me non c'era più Martina, ma un biglietto.
"Sono tornata in camera perché Talisa mi aveva chiamata, è successo un casino con Javier. Non volevo svegliarti, sei troppo bella mentre dormi.
Ti ho portato il cornetto in camera, spero ti piaccia. Ci vediamo dopo.
Buongiorno, Bibi!"
E uno stupido sorriso comparve sulle mie labbra. Mi girai verso il comodino e vidi la busta del cornetto con un cuore disegnato sopra. Mi piaceva ricevere queste attenzioni, ma mi piaceva riceverle da Martina, non da tutti.

Mi preparai e scesi giù per fumarmi una sigaretta e lì vidi Martina. Mi avvicinai e l'abbracciai da dietro.
<<Buongiorno, grazie per il cornetto, era buonissimo>> e le lasciai un bacio sul collo.
<<Buongiorno, sono contenta che ti sia piaciuto. Scusa se non c'ero al tuo risveglio, ma Javier ha baciato Talisa e subito dopo lo ha chiamato la ragazza e ha lasciato Talisa da sola in camera>>
<<Ah.. poverina. Dov'è adesso?>>
<<A fare colazione. Ci avviamo per andare agli studi?>>
<<Si andiamo>>

Arrivati negli studi subito ci arrivò una comunicazione: dovevamo sostenere degli esami di teoria prima della partenza per le vacanze, chi non raggiungerà la media del 6 verrà rimandato a gennaio e al rientro dovranno sostenere un esame e chi non lo supera va in sfida. Fortunatamente avevo quasi sempre studiato quindi non avevo molta roba di arretrati.

Vado a lezione e mi dicono le assegnazioni. Una di queste è "Quando finisce un amore" di Riccardo Cocciante. Ed è lì che mi viene un crollo. Questa canzone mi ricorda il mio ex, non riesco a cantarla.
<<No, cazzo.. ah che odio. No, non ce la posso fare>>
<<Non ce la puoi fare a fare che?>> mi chiede Raffa.
<<Tutto. Lo odio, cazzo, lo odio. Non ce la faccio. Ma seriamente mi da un fastidio sto pezzo in questo momento, mi do fastidio e mi da fastidio, non riesco a cantarlo. Mi viene voglia di strapparlo, cazzo>>
Cammino un po' per la sala per cercare di calmarmi.
<<Proprio non mi piace, proprio non lo voglio. Lo odio>>
<<Odi lui>>
<<Tutto>>
<<C'è un punto della canzone che ti ha..>>
<<Che odio?>>
<<Si>>
<<"Perché c'è lui nelle tue ossa
Perché c'è lui nella tua mente
Perché c'è lui nella tua vita
E non potresti più mandarlo via">>
Rimango un po' a pensare a quello che abbiamo vissuto, a quanto eravamo felici, a quando ci odiavamo nell'ultimo periodo.
<<Io non lo rivoglio, non lo rivoglio, assolutamente, però è ovvio che mi fa effetto, ma proprio con una consapevolezza piena, ti dico, non posso.. non ce la faccio, non ce la faccio, proprio sicura al cento percento. Però è comunque molto importante, anche se mi scoccia ammetterlo. Ce... ora la faccio tragica. Abbiamo vissuto momenti bellissimi. Però certe cose a cui io ho rinunciato per lui, perché volevo, non voglio dargli la colpa, io volevo, in realtà, in quel momento evidentemente rinunciare a certe cose, ma non dovevo.
Noi convivevamo, 3 anni di convivenza. Poi era 8 mesi che.. è partito tutto da un primo problema e dicevo "parliamone no?". Poi altri problemi, poi altri problemi, poi altri problemi.. ed sta tutto un "no, ma passerà" con l'idea di fondo che "tanto non dobbiamo gestire ora questi problemi, perché staremo insieme per sempre..". 8 mesi e poi puf, "non ce la faccio più, non ce la faccio più".
Facevo di tutto per non tornare a casa>>
<<Porca miseria>>
<<E lo amavo>> rimasi a guardare quel testo che aveva riaperto in me vecchie ferite, che pensavo fossero chiuse, ma che in realtà non lo erano.
<<Che palle Raffa, non la voglio fare. Non la vivo come una liberazione, ma la vivo come un "pensaci, pensaci, pensaci", non ci voglio pensare. È come se mi auto obbligassi a dargli quell'importanza che pian piano cerco di togliergli>>
<<Quando rivivi certe cose cantando non è una passeggiata di salute, però..>>
<<Mi da fastidio, mi da fastidio un botto>>
<<Però quel fastidio è un'emozione, che tu devi conoscere, Gaia. Qui stiamo parlando di conoscersi>>
<<Lo so.. In più se ci metti delle emozioni che io cerco, tra virgolette, un po' di..>>
<<Di tenere da parte>>
<<Si.. è come tipo "facciamo un gioco divertente. Prova a dare delle testate ad un muro di cemento armato, vediamo se ti spacchi la testa o se si spacca prima il muro. So che si spaccherà prima la testa>>
<<Se stiamo parlando del lasciarsi andare alle emozioni, che non significa perdere il controllo..>>
<<A certe emozioni..>>
<<Eh ma anche l'interesse è un'emozione. Tu cresci artisticamente quando tu lasci aperto quel vaso, non quando cerchi di tenerlo chiuso perché sennò chissà cosa esce fuori>>
<<È più il vaso è aperto, ma tipo con un rubinetto>>
<<Così controlli eh>>

Fini di parlare con Raffaella e tornai in sala relax ancora scossa dalla lezione. Il suo ricordo era tornato prepotentemente nella mia testa, con forza, tanta forza che non ero stata in grado di gestire. Mi aveva preso alla sprovvista e non sapevo come comportarmi.
Andai nello spogliatoio per stare da sola, ma non mi accorsi che Martina mi stava seguendo. Mi sedetti alla panca e lei si sedette accanto a me senza dire niente, rimanendo come spettatrice al mio crollo. Il solo pensiero averla accanto mi faceva stare meglio, perché sapevo che lei non mi avrebbe chiesto nulla, sarebbe rimasta in silenzio ad aspettare qualche mia frase o solo uno sguardo.

<<Sto bene Marti, solo un po' di ricordi>> le dissi per non farla preoccupare.
<<Lo so che lo fai per non farmi preoccupare. Quando vorrai parlarmi io sarò qui, lo sai. Adesso dobbiamo andare a lezione con la de Bernardis>> si alzò e mi diede un bacio sui capelli e poi se ne andò. Io mi sciacquai la faccia e mi preparai per andare ad una lezione molto particolare.

Capitolo ventiquattro. Cosa ne pensate?

Dalle risate che mi nascondevi!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora