Cap. XXII

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POV's Gaia

La mattina mi sveglia abbracciata a Martina. Era strano come in poco tempo mi ero legata a lei. Anche il suo tema mi aveva colpito molto. Si era definita come "un'onda anomala". Non so se per lei fosse positivo o negativo, ma nella mia accezione l'onda anomala è qualcosa che distrugge tutto ed è per questo che ieri sera le ho parlato.
È vero, lei ha un carattere particolare, scatta per qualsiasi cosa, ma io credo che sia per le sue fragilità, credo che sia un modo per difendersi dalla gente che la circonda e che si ferma soltanto all'apparenza.
Con me non è mai stata un'onda anomala. Si, abbiamo litigato, ci siamo urlato in faccia le cose peggiori, ma è sempre stata per me una spalla su cui poter contare, più di un'amica, è sempre stata una complice. Anche quando litighiamo non è mai una cosa brutta, perché impariamo a conoscerci anche in queste cose, anche urlandoci in faccia. Per me Martina rappresenta quel fiume, che quando straripa, irriga i campi. Lei sta aiutando ma in questo percorso e spero che io stia facendo lo stesso per lei.

Lei si sveglia e mi sorride.
<<Buongiorno>>
<<Buongiorno Bì>> e si avvicina per darmi un bacio a cui non mi sottraggo. È diventata la mia nuova cosa preferita: baciarla. Anche se questa situazione mi scombussola un po'. Lei è ancora fidanzata, anche se si è presa una pausa. Non le faccio notare i miei pensieri, perché non voglio appesantirla, non oggi che iniziano gli esami di sbarramento.
<<Hai l'ansia?>> le chiedo?
<<Un po' si, non ho paura di tornare a casa. La cosa che mi spaventa è che non mi manca niente di quello che avevo prima, qui mi mancherebbe tutto>>
<<Non fare questo tipo di ragionamento. Tu non te ne vai oggi, hai capito?>>
<<Promettimi una cosa Gà. Se dovessi uscire in qualsiasi momento, non ti devi abbattere. Devi alzare quella coppa, cazzo. Mi hai capita? Promettilo>>
<<Odio questo che stai dicendo, ma te lo prometto Bì>> e mi avvicinai per far congiungere le nostre labbra.

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Eravamo in sala relax e ci comunicarono che a breve sarebbero iniziati gli esami di sbarramento e uno per volta sarebbero andati in studio.
Io mi avvicinai a Martina per vedere come stava.
<<Ehi Bì, stai tranquilla okay?>>
<<Si, per adesso sto calma>> e l'abbracciai.
Andai anche da Talisa e Giorgia, avevo legato anche molto con loro.
<<Voi come state?>>
<<Ansia>> mi disse Talisa, che fu la seconda ad essere chiamata.
<<Vai Tali, forza>>
Tornò non molto soddisfatta, anzi era abbastanza giù. Cosi andai in bagno da lei.
<<Come è andata?>>
<<Male Gì, di merda>>
<<Dai Tali, stai tranquilla. Forza eh>>
E poi tornò in studio.
Quando tornò in sala relax tirò un sospiro di sollievo.
<<Sei una grande testa di cazzo>> le dissi ridendo e abbracciandola.

Poi toccò ad Alioscia che fu il primo ad essere eliminato. La tensione in questo momento si tagliava con il coltello, tutti avevano paura di essere i prossimi eliminati.

Dopo alcuni ragazzi toccò a Giorgia, che passò senza alcun problema e felice come una bambina a Natale.

Poi toccò a Martina.
<<Vai Bì!>> e mi fece L'occhiolino prima di uscire.
Avevo l'ansia. Non perché non credessi nel suo talento, assolutamente, ma perché Martina andava capita, Martina doveva essere ascoltata con un orecchio diverso e purtroppo non tutti avevano questa capacità. Era passato un po' e non ancora tornata, iniziavo a preoccuparmi.
<<Gà, stai tranquilla, è forte, lo sai>>
<<Tali non è lei che mi mette ansia, ma ho paura che i professori non capiscano il suo mondo>>
Tornò e non era molto soddisfatta e stava morendo d'ansia, infatti non stava un secondo ferma. La richiamarono e subito tornò in sala relax.
<<Martinaaa>> la chiami
<<Vieni qua!>> e allargai le braccia. Lei non aspetto oltre e si tuffò nelle mie braccia e mi diede un bacio all'angolo della bocca.
<<Brava Bì>> le sussurrai all'orecchio.

Gli ultimi a fine giornata a rimanere con la maglia con il punto di domanda furono Stefano e Inico. Mi dispiaceva per Stefano. Non si meritava di avere quella maglia, secondo me si meritava molto.

Tornammo in hotel e Martina venne dritto in camera mia, senza passare per la sua, visto che Javier aveva preso controllo della stanza.
Appena chiusi la porta mi trovai schiacciata su di essa con Martina attaccata a me, con le sue mani sui miei fianchi.
<<Non sai da quanto volevo farlo, ma in sala relax non potevo>> e non aspettò oltre per iniziare un bacio molto passionale che mi scombussolò come sempre quando era vicina a me.
Quando non avevamo più fiato ci stacchiamo.
<<Gozzi dobbiamo fermarci perché il mio cervello sta iniziando a non ragionare più>>
<<Si, hai ragione. Vado a fare la doccia>>
E mi avviai verso la doccia con un sorriso stampavo sul volto.

Ventiduesimo capitolo. Scusate per il ritardo, ma ieri ho fatto serata hahahaha

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