Cap. LI

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Pov's Gaia

La mattina seguente mi svegliai abbastanza presto, quindi mi lavai tranquillamente e scesi giù a fare colazione. Non c'era ancora nessuno dei ragazzi, così presi quello che volevo e mi sedetti per fare colazione in tutta tranquillità.
I primi a scendere furono Nyv e Stefano, che appena mi videro vennero a sedersi al mio tavolo.
<<Buongiorno Gà, già sveglia?>> mi chiede Nyv.
<<Si, ieri sono andata a dormire presto e quindi mi sono svegliata prima della sveglia. E poi volevo arrivare prima agli studi per preparare i pezzi>>
<<Neanche il tempo di prendere la maglia che subito ti sei messa sotto per il Serale>> disse Stefano ridendo.
<<Ahahha si, sono carica a pallettoni>> risposi.

Finì di fare colazione e mi avviai verso gli studi, per poi mettermi subito a lavoro. Feci anche lezione con Elena D'Amario per avere maggiore consapevolezza del nostro corpo e avere una maggiore tenuta sul palco.
Ci hanno chiamato per fare lezione con Alfonso Signorini per continuare il percorso sull'interpretazione e oggi è Jacopo ad essere chiamato per scrivere un testo basandosi su delle parole e Jacopo parte dal rapporto con la sorella.
Mi ci rivedo molto. Anch'io ho un rapporto speciale con le mie sorelle, mi piace proteggerle, essere la loro migliore amica, la loro confidente.
E pensandoci mi mancano un sacco. Le sento tutti i giorni, ma mi mancano nella loro quotidianità. Sono 4 anni che non vivo più con loro. Sono andata via di casa per inseguire la musica, per far diventare la musica il mio lavoro. Spero che loro capiscano le mie motivazioni e che saranno sempre dalla mia parte, perché io sarò sempre con loro, anche se non di persona.

~~~~~

La giornata finì e tornammo tutti in hotel. Ero sdraiata sul letto, avevo appena finito di sentire la mia famiglia al telefono e bussarono alla porta.
<<È aperto>> gridai io.
<<Posso?>> era Martina.
<<Che intenzioni hai?>> le chiesi di getto.
<<Voglio chiarire sul serio>> mi disse, sembrava sincera.
<<Allora puoi entrare>>
E entrò sedendosi sulla sedia, di fronte al letto, quasi come per continuare a mantenere quella distanza che in questi giorni si era creata tra di noi.
<<Mi dispiace Gà.. dico sul serio. Le mie paranoie non mi permettono di farmi vivere quello che di bello, finalmente, mi sta capitando. Mi sono lasciata andare nella musica e adesso devo lavora il doppio per riprendere in mano il mio percorso, mi sono fatta prendere dalle paure e dall'ansia e ti ho allontanata. Dovevamo fare un passo importante nella nostra relazione e io, come sempre, mi sono lasciata scavalcare dalla paura di non essere abbastanza, di non essere in grado di starti accanto, senza parlarne con te..>> disse tutto ciò senza guardarmi.
<<Mi guardi?>> le chiesi severa.
Lei mi guardò di scatto, come se quel mio rimprovero le fosse arrivato come uno schiaffo in pieno volto.
<<Smettila.. Smettila di pensare di non essere abbastanza, smettila di avere paura, smettila di far prevalere le tue paure su di te, su di me, su di noi. Hai paura? Parla con me, non escludere anche me. So che hai sofferto, so che le persone che amavi ti hanno abbandonata, ma non tutti siamo come loro, non tutte le persone ti abbandoneranno, non tutti pensano che tu abbia un carattere intrattabile. Ma devi lasciare alle persone la possibilità di conoscerti, conoscerti realmente, non solo quello che mostri, perché tu non sei così. Devi lasciare alle persone la libertà di restare o di andarsene, ma devi smetterla di togliere questa possibilità a chi ti sta intorno>> le dissi guardandola dritto negli occhi.
Lei rimase a guardarmi per un po' e poi abbassò lo sguardo. Vidi i suoi occhi farsi lucidi e ancora una volta si stava nascondendo da me, abbassando lo sguardo. Le andai vicino e mi misi tra le sue gambe, in direzione del suo viso.
<<Ehi.. guardami, non ti nascondere da me>> le sussurrai e in quel momento i suoi occhi si posarono sui miei e una lacrima solitaria scese, seguita da altre.
La alzai dalla sedia e l'abbracciai forte.
<<Shh.. va tutto bene.. sfogati>> le sussurrai all'orecchio mentre si lasciava andare ad un pianto disperato.

Dalle risate che mi nascondevi!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora