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Dopo essermi fatto una doccia, più che meritata, ricevo una chiamata da Shinichi. "Sì?" "Siamo all'ingresso. Venite giù" "ok, arriviamo" prendo il taccuino e la penna. Che sia il caso di chiamare anche Ayumi? Dopo il suo "mental breakdown" non so se le vada di parlare con la causa di tutti i suoi problemi. Meglio lasciarla in pace. Tanto abbiamo raccolto le stesse informazioni, che posso tranquillamente riferire senza il suo aiuto. Tutto ciò che mi diranno i due ragazzi tra poco glielo posso riferire via messaggio o a voce domani mattina.
Chiedo a Toshida con un messaggio dove si trovi ora che sono le dieci passate. Mi risponde che ha accompagnato le ragazze a fare una passeggiata nel giardino dell'hotel. Lo avverto di non uscire. Lui mi garantisce che sono tutti troppo stanchi per lasciare il parco della struttura alberghiera. Gli comunico che forse non sarò in camera quando lui deciderà di andare a dormire e che lascerò la chiave elettronica vicino alla porta, in modo tale che lui la possa trovare.
È una vera seccatura non poter dare la chiave alla reception.
Lui visualizza, facendomi sentire più tranquillo.
Chiudo la porta della mia camera e prendo l'ascensore; sono troppo distrutto per affrontare le rampe di scale. Appena gli altri due detective mi vedono mi vengono incontro. "Come è andata la vostra ricerca?" Chiedo immediatamente, sperando che siano riusciti a reperire più indizi di me e Ayumi. "Non molto bene. Abbiamo saputo solo che l'unico "testimone", un abitante della zona, si è allarmato quando ha sentito un rumore forte e affacciandosi alla finestra ha notato il cadavere della povera ragazza. Immediatamente ha chiamato l'ambulanza, ma purtroppo per lei non c'è stato nulla da fare" sospiro. "Siamo in alto mare" ci incamminiamo verso il bar sotterraneo, diventato ormai il nostro punto d'incontro.
"Nemmeno io e Ayumi siamo riusciti a trovare una chiave di volta per risolvere questo caso. Abbiamo raccolto informazioni sui suoi familiari. Di amici più stretti sembra che ne avesse pochi e nessuno ha saputo dirci i loro nomi. Conosciamo solo i luoghi più frequentati dalla ragazza. Domani avevamo intenzione di recarci lì per sapere qualcosa di più." Comunico ai due non appena ci siamo seduti al bancone "volete qualcosa ragazzi?" Chiede la stessa ragazza che ha dato i braccialetti-bomba ai nostri amici. Alla sua vista la preoccupazione per Toshida e Mai riaffiora con prepotenza. Sono tentato di prendere un cocktail super costoso solo per indispettire il nostro "sponsor", ma mi trattengo. "Vorrei una coca-cola, per favore" chiedo gentilmente alla lavoratrice. Gli altri due invece si astengono dal prendere qualsiasi cosa. "Ma dov'è Ayumi?" Chiede Shinichi guardandosi intorno, non vedendo la diciassettenne. "È in camera sua. Ha avuto un attacco di rabbia." Mi trattengo, per la seconda volta nel giro di pochi minuti. Vorrei aggiungere "per colpa tua" ma sarei troppo meschino. "Ho preferito non disturbarla" dico invece al detective. "Ah le ragazze, prova a capirle tu " dice lui esasperato. Sono veramente tentato di rispondergli a tono, ma per evitare discussioni mi limito ad un sorriso di imbarazzo. Un po' di rispetto per una ragazza che si è sentita usata e che soffre ancora per questo nonostante sia passato del tempo.

Dopo questa piccola parentesi torniamo ad occuparci del caso.
Continuiamo ad esporre fatti e teorie. Sospettiamo che il nostro "amico-serial killer" possa essere o il colpevole dell'incidente che ci ha lanciato una sfida, come per dire "trovatemi se ci riuscite" oppure, come aveva detto qualcuno di noi questa mattina, un parente o amico, molto ricco, della vittima che, deluso dal sistema giudiziario e dalla polizia, ha deciso di affidarsi a noi, costringendoci a lavorare per lui o lei. Non escludiamo il fatto che il mandante sia una lei. Dopotutto non abbiamo mai sentito la sua voce, abbiamo solo ricevuto lettere e messaggi. "Ragazzi, scusatemi, ma vi pregherei gentilmente di uscire. Stiamo per chiudere" controllo l'ora sul cellulare. È l'una passata. Il bar doveva chiudere un quarto d'ora fa. "ci scusi signorina" dico io alla barista mentre ci affrettiamo ad andarcene. "Andiamo a dormire, che dite?" Propone Heiji. "Va bene, ma domani mattina qui alle 7. Dobbiamo sfruttare ogni minuto." "Ma per la colazione possiamo presentarci a partire dalle 8" dico io. "E chi l'ha detto che faremo colazione?" Chiede Heiji. Ah, ecco. Alzo le spalle. Io e Ayumi domani mattina non appena ci separiamo da questi due andremo in un bar a nutrirci come si deve. A stomaco vuoto si ragiona male. (Eccezion fatta per Shinichi, che se non mangia va avanti come un treno).
Prendiamo insieme l'ascensore e ci salutiamo di fronte alle nostre camere.
Busso alla porta. Sento Toshida dire qualcosa, per poi aprire la porta in pigiama. "Ah sei tornato finalmente" dice lui tornando subito a letto. "Mi hai svegliato, sai?" "Scusa, giù abbiamo avuto da fare" "tu e chi?" "I ragazzi. Si sono offerti di pagare un giro, ma una cosa tira l'altra e alla fine si è fatto tardi" "perché tu e gli altri detective non ci avete raggiunto questa mattina? Mai ci ha riferito che avevate una cosa da sbrigare" "ecco, appunto. Ti sei risposto da solo. Vado un attimo in bagno a lavarmi i denti" ritorno dal mio amico pochi minuti dopo, ma lui è crollato dal sonno. Gli sorrido, sistemo un attimo meglio le coperte e spengo la luce.
Prendo il cellulare, che avevo lasciato precedentemente in carica. Lo osservo titubante. Non so se sia il caso di chiamarla: magari vuole essere lasciata in pace, come diceva prima a Mai.
Però è anche vero che io posso comprenderla benissimo visto che ho vissuto la sua stessa situazione (ed ero uno dei suoi amici più stretti a quel tempo).
Ma magari non ne vuole parlare con me visto che non abbiamo più la stessa confidenza di allora, visto che siamo entrambi cresciuti separati. Poi io sono un maschio e potrebbe sentirsi a disagio discutendone con me.
Ma lei ha bisogno di aiuto e non posso negaglielo. Poi è sempre stata gentile con me, anzi con tutti (uno dei motivi per i quali ho preso una cotta per lei, prima di innamorarmi follemente di Shiho).
Non importa, la chiamo. Magari non è neanche sveglia per l'ora.
Cerco in rubrica il suo nome mentre apro la finestra della terrazza, che poi in realtà non è altro che un piccolo balcone. Fa un po' freddo, vado a prendere una felpa. Indossato l'indumento ritorno in veranda.
Accosto la portafinestra in modo tale da non disturbare il mio amico con l'aria fredda e il suono della mia voce.
Mi appoggio con tutto il mio peso al parapetto di mattoni. Osservo la terrazza di fronte a me. Quella dovrebbe essere la camera delle ragazze. Tutte le luci sono spente, di sicuro staranno dormendo entrambe.
Faccio comunque un tentativo per stare in pace con me stesso. Schiaccio il tasto verde sperando, in fondo, che la ragazza non mi risponda.

Dopo il quarto squillo ormai do per scontato che lei si sia già coricata e sorrido. Al quinto però una voce di una ragazza assonnata risponde "Pronto?" Sorpreso dalla risposta farfuglio qualcosa tipo "Ayumi sei tu?" "Chi dovrei essere?" Risponde lei ridendo. Almeno ha riacquistato la serenità, mi sento un po' più tranquillo. "Ti ho svegliata?" Chiedo sottovoce. "No no, non riuscivo a dormire" mi confessa lei. "Perché mi hai chiamato?" Giusto. Perché l'ho chiamata? Non sono sicuro che questo sia il momento più opportuno per affrontare un argomento così delicato come Conan. "Volevo informarti di quello che ci siamo detti noi ragazzi riguardo al caso" "ah e non potevi aspettare domani?" "E se poi mi fossi dimenticato qualcosa?" Chiedo di rimando. "Aspetta vado fuori, sul ballatoio" ballatoio... chi è che usa più parole del genere? "Prendi una felpa. Fuori fa freddo" la avviso. "Aspetta un attimo" dice lei. Sento dei rumori di passi, poi una finestra che si apre, però dalla mia postazione non la vedo. "Riesco a vederti" "e perché io no?" "Girati" esclama lei con un risolino. Avevo sbagliato lato della terrazza. La saluto con la mano, lei ricambia "Ok, dai racconta" le illustro tutto ciò che mi hanno riferito i detective dell'est e dell'ovest, ovvero quello che hanno saputo sull'incidente, l'interrogatorio fatto al testimone da loro due, le varie ipotesi che abbiamo formulato riguardo al nostro "fan" e aggiungo anche che ho riferito agli altri due tutto ciò che abbiamo saputo sulla vittima.
Appena finisco lei mi chiede: "scusa, ma perché non mi avete invitata? Potevo esservi utile" rimango in silenzio. Come le spiego che ho origliato parte della discussione tra lei e Mai avvenuta qualche ora fa? "Allora? Perché sorridi?" Le nostre terrazze sono vicine, ma non così tanto da permetterci di parlarci senza disturbare il quartiere, quindi in pratica siamo a due metri di distanza, ma non possiamo parlarci senza l'ausilio del telefono, sia perché faremmo casino, sia per colpa del vento che è abbastanza forte questa sera.
"Mh? Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua?" Come è possibile che qualcuno abbia offeso una ragazza così bella e dolce, gentile con ogni essere vivente, anche quello più spregevole? Lo dico da amico ora... ma chi è che farebbe piangere una diciassettenne così? Sul serio ha sofferto così tanto per colpa di un imbecille? Cioè, ok. Non è stata colpa sua visto che non poteva prevedere di ritornare bambino e far innamorare una marmocchia di sette anni, ma... non poteva essere più cordiale? Non poteva far capire ad Ayumi che lei non avrebbe mai avuto speranza? Perché dai... Shinichi di sicuro aveva capito che la sua piccola amica provava qualcosa per lui.
Invece no, le ha inferto un dolore maggiore quando, ritornato ragazzo, ci ha rivelato di essere il nostro migliore amico, per poi sparire dalla nostra vita per sempre senza neanche chiederci scusa. Non che Shiho si sia comportata meglio eh.

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