È un'idea sciocca quella di infiltrarsi "sotto copertura" per poter trovare qualcosa di illegale da mostrare alla polizia... ma non mi è venuto in mente nulla di meglio. Sakura al telefono sembrava disperata. Onestamente la capisco. Vivere nel terrore non è affatto bello. Specialmente se chi ti terrorizza è solo un gradasso. Ma capisco anche la preoccupazione di Mitsuhiko. Cioè... è vero che questa cosa non mi riguarda, ma perché non aiutare un'amica se possibile? Secondo lui non possiamo farcela. Io invece la penso al contrario. Se unissimo le forze e ci servissimo di eventuali terzi e quarti complici potremmo smantellare il gruppetto nel giro di qualche giorno. Qualche ora se siamo bravi.
Penso a tutto questo mentre mi alzo dal letto. Accendo il cellulare e trovo un'audio di Sakura. Prendo le cuffiette e ancora insonnolita ascolto l'audio. L'episodio raccontato mi fa venire i brividi. "Ayumi. È successa una cosa ieri sera: una mia conoscente è stata aggredita da 5 ragazzi. Erano quelli di cui ti ho parlato. La ragazza ha deciso di non denunciare la cosa perché oltre a qualche spintone e insulto non è successo niente. La situazione sta diventando insostenibile. Quei bastardi hanno avuto il coraggio di imbrattare la porta della mia amica scrivendoci sopra "puttana". Non ce la faccio più. Ieri ho visto che uno di loro, uno delle dodici lame" ah, sì ho dimenticato di dire come si fanno chiamare. "L'ho visto mentre rubava un fumetto a un bambino. Il ragazzino è stato spinto per terra. Ha battuto la testa. Ho temuto il peggio. Fortunatamente non era niente di grave è bastato disinfettare la ferita e mettere un cerotto, ma ho preso un infarto vedendo la scena. Se vuoi fare qualcosa, qualsiasi cosa... ti prego: falla in fretta" inoltro l'audio a Mitsuhiko, chiedendogli se desidera ancora lasciare perdere. Aggiungo che in ogni caso prenderò in mano la situazione, con l'aiuto di Mai la quale concorda con me. Torno a dormire... o meglio mi rannicchio sotto il lenzuolo, pensando a come porre rimedio a questa brutta situazione.
La mia idea iniziale mi pare l'unica soluzione ragionevole al problema.
Mi basterebbe guadagnare la fiducia del leader di quella pessima compagnia per poi farmi dire dove tengono la roba... poi sarebbe un gioco da ragazzi convincere Megure a fare un sopralluogo.
Sento il suono di una notifica. È la risposta di Mitsuhiko. È addolorato per quanto sta succedendo e mi informa del fatto che forse ha cambiato idea riguardo a questa "operazione". Ma ci deve riflettere bene ancora per qualche ora. Spero che mi aiuti. Anche se significherebbe rivederlo dopo il festival. Al solo pensiero di quella sera torno a rifugiarmi sotto il lenzuolo. Mi ha detto che stavo bene vestita con l'abito tradizionale. Gli altri due ci hanno abbandonato a metà serata, lasciandoci nell'imbarazzo. Mi ha preso la mano pur di non perdermi tra la folla. È stato molto dolce con me. Abbiamo parlato in modo più sciolto del solito. Discutendo con lui dei migliori locali di Tokyo, delle nostre canzoni preferite, dei compiti ancora da terminare, dei viaggi che abbiamo in programma prima di iniziare l'università mi è quasi sembrato di essere ad un appuntamento con lui... e la cosa non mi è dispiaciuta. Solo... non lo so... è strano. Io e lui siamo amici da così tanto tempo. E non credo che lui mi piaccia. Cioè non saprei dirlo con certezza. So solo che l'idea di averlo come fidanzato mi turba. Ma non capisco se sia perché sarebbe la prima volta o perché non mi piace.
Mi trovo bene in sua compagnia. Lui sarebbe uno dei pochi il cui contatto fisico non mi infastidirebbe e amo il suo modo di pensare. Per non parlare del suo carattere. Se stessimo parlando di qualcun altro probabilmente inizierei a flirtare con lui per vedere come le cose proseguono... ma non voglio perderlo.
Poi sono certa di non piacergli. Quindi il problema non si pone.
Se non fossimo amici da così tanto e non avessi il timore di perderlo una seconda volta...Mi alzo dal letto sconfortata, per poi sistemarmi sulla scrivania e continuare i compiti per le vacanze. Lo svago dopotutto è quasi terminato. Tra qualche giorno sarò di nuovo sui banchi, per affrontare, ancora una volta, quello che in Giappone chiamano "l'inferno degli esami". Non voglio neanche pensare al prossimo anno, quando dovrò sostenere gli esami per entrare all'università... non so neanche che facoltà scegliere. Sono in alto mare. Sconfortata dalle prospettive appoggio la testa sul tavolo, è troppo voler stare tranquilla per più di tre anni? Gli esami per entrare alle medie sono stati sfiancanti, per non parlare poi quelli per le superiori, fatti solo l'anno scorso. Mi metto le mani fra i capelli. Non ci voglio pensare. Un passo alla volta. Prima devo finire questo anno scolastico, poi mi impanicherò per i prossimi.
Dopo due ore ininterrotte di studio mi prendo una pausa di qualche minuto. Il mio cervello è distrutto. Credo che probabilmente ricorrerò ai compiti di Mai. Non ce la farò mai a finirli in qualche giorno. Mi alzo dalla scrivania e vado a svegliarla. Sono quasi le 9, non credo che voglia dormire tutto il giorno.
Facciamo colazione assieme, le chiedo poi se può passarmi alcuni compiti di inglese ed educazione civica... e magari anche qualcosa di giapponese. Lei scocciata acconsente, dicendomi che i quaderni sono in camera sua e che sono a mia completa disposizione. "Lo faccio solo perché questo è stato un periodo particolare. Hai dovuto indagare su molte cose nelle ultime settimane... e se ti aiuto è solo perché hai reso un servizio alla comunità. Non abituarti troppo" la ringrazio più volte, mentre sparecchio la tavola. "Ah, a proposito di scuola: vorrei parlarti del Club di Judo" "quello della scuola? Ne abbiamo uno?" Chiedo sorpresa. "Avevamo quello di Karate e Aikido maschile, ma una ragazza di prima ha così insistito per fondare quello di Judo... e così le hanno concesso i permessi e tutto, anche se la scuola è iniziata ad aprile. Il primo giorno di attività sarà dopo il rientro dalle vacanze estive. Che dici... ci stai?" "Se ci sto? Ovviamente. Devo iniziare a riallenarmi seriamente... poi gareggiare come ai vecchi tempi mi pare una fantastica idea" "il club non ha riscosso molto successo, ma scommetto che se tu ti unissi in molte vorrebbero aderire... per non parlare del sostegno dei ragazzi! Verrebbero tutti ai tuoi incontri" dice ridendo. "Ah ah ah. Molto divertente" "con tutte le lettere che i fan ti lasciano nell'armadietto" "dai Mai smettila" "comunque sarà bello gareggiare come l'anno scorso. La competizione mi è mancata. Mi dispiace solo che potremmo scontrarci con le nostre vecchie compagne" "se questo succederà, sarà positivo per vedere se le nostre abilità siano migliorate o peggiorate... ma quindi hai deciso di lasciare il Dojo?" "Beh sì... che sensi ha pagare per andarci se poi sono sempre impegnata a scuola?" Annuisco con la testa e dopo averla salutata vado in camera sua a prendere i quaderni, sperando che le mie sessioni di studio/copiatura siano utili.
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Detective Girl
FanfictionShinichi Kudo è riuscito in un'impresa che sembrava impossibile: recuperare il suo corpo adulto e disintegrare l'organizzazione a partire dai suoi vertici. Ormai è passato quasi un decennio dalla sconfitta degli uomini in nero. I "Detective Boys" s...